lezione
lezióne s. f. [dal lat. lectio -onis «lettura», der. di legĕre «leggere»]. – 1. a. ant. Lettura: se Dio ti lasci, lettor, prender frutto Di tua l. (Dante); la cognizione delle azioni degli uomini [...] : potrebbe dar lezione di onestà a chiunque; la sua vita fu tutta una l. di altruismo. In partic., norma di condotta data con la parola o con l’esempio: i bambini imparano dalle l. dei grandi; è questa la l. che dài ai tuoi figli?; anche (e di uso ...
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polisillabo
polisìllabo agg. e s. m. [dal lat. tardo polysyllăbus, gr. πολυσύλλαβος, comp. di πολυ- «poli-» e συλλαβή «sillaba»]. – 1. agg. Che è composto di più sillabe: nome p.; parole polisillabe. [...] 2. s. m. Parola (cioè, unità lessicale) costituita di più sillabe, in contrapp. a monosillabo; con sign. più particolare, parola formata di più di quattro sillabe (in quanto i bisillabi, trisillabi, quadrisillabi sono indicati con il loro nome ...
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snob
〈snòb〉 s. ingl. [parola che significava in origine «cittadino di basso ceto» e nell’ingl. dialettale «ciabattino», assunta nel gergo studentesco inglese per indicare una persona estranea all’ambiente, [...] , una snob; una persona snob; una ragazza molto snob; circoli, ambiente snob, e, per estens., pose, atteggiamenti snob; la parola “snob” era ignota in Sicilia nel 1860: ma come prima di Koch esistevano i tubercolotici, così in quella remotissima età ...
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antifrasi
antìfraṡi s. f. [dal lat. tardo antiphrăsis, gr. ἀντί-ϕρασις comp. di ἀντί «contro» e ϕράζω «dire»]. – Figura retorica che consiste nell’esprimersi con termini di significato opposto a ciò [...] es.: «Ora viene il bello!») o per eufemismo (per es.: «Finirà di perseguitarmi questa benedetta iella!»). Di solito, è una parola di senso positivo che, per antifrasi, viene usata con senso negativo (come negli esempî prec.); più raro è il caso in ...
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espungere
espùngere v. tr. [dal lat. expungĕre, comp. di ex- e pungere «pungere»; propr. «notare (una lettera o una parola) con punti sovrapposti o sottoposti»] (coniug. come pungere). – 1. In manoscritti [...] , che sono presenti nella tradizione del testo ma si ritengono interpolate. 3. Con senso più generico (non com.), sopprimere parole o passi da uno scritto o stampato: nella nuova edizione l’autore espunse il secondo capitolo; e. un nominativo dalla ...
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liaison
‹lie∫õ′› s. f., fr. [lat. tardo ligatio -onis, der. di ligare «legare»]. – 1. Termine corrispondente all’ital. legamento e anche a legame, con le varie accezioni, concrete e astratte, di questi [...] fosse pronunciata da sola o seguita da una pausa, né davanti a consonante o h aspirata) alla vocale iniziale della parola seguente, anche se preceduta da h muta: per es., beaucoup aimé ‹bokupemé›, petits enfants ‹pti∫ãfã′›, les hommes ‹le∫òm›; tale ...
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macedonia2
macedònia2 s. f. [dal fr. macédoine, prob. dal nome della regione, con allusione alla mescolanza di popoli che si è determinata storicamente in quella regione]. – 1. Composto a base di varie [...] elementi eterogenei: che m. di stili questa piazza! Con funzione appositiva, parola-macedonia (pl. parole-macedonia), parola costituita di sillabe di altre parole arbitrariamente tagliate; per es.: postelegrafonico, da pos(tale) telegra(fico) (tele ...
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essere1
èssere1 v. intr. [lat. esse (volg. *essĕre), pres. sum, da una radice *es-, *s- che ricorre anche nel sanscr. ásti «egli è», gr. ἐστί, osco est, ant. slavo jestŭ, ecc.; il perf. fui da una radice [...] grado di risponderti; il ferito non era in grado di camminare. E. in sé, avere piena coscienza dei proprî atti e delle proprie parole (al contr., e. fuori di sé). d. Con la prep. a: e. a tavola, stare pranzando; e. a cavallo, aver raggiunto lo scopo ...
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trivialita
trivialità s. f. [der. di triviale]. – 1. Il fatto di essere triviale, la condizione e la caratteristica di ciò che è o è considerato triviale, cioè volgare, grossolano, scurrile: t. di una [...] t. di un genere letterario, di una certa narrativa; t. di una soluzione, in matematica. 2. Atto o comportamento, parola o espressione triviale: smettila di dire t.; non sopporto queste t.; o cosa, osservazione, affermazione ovvia, banale (per il più ...
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libero
lìbero agg. [dal lat. liber -ĕra -ĕrum]. – 1. a. Che non è soggetto al dominio o all’autorità altrui, che ha facoltà di agire a suo arbitrio, senza subire una coazione esterna che ne limiti, materialmente [...] . Di cosa, lasciar l., non frenare, sprigionare: lasciare l. un gas; fig., lasciare l. corso ai proprî pensieri, alla fantasia, alla parola, alle passioni. 2. a. Che è padrone dei proprî atti e sentimenti, che ha piena facoltà di fare o non fare una ...
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Complesso di fonemi, cioè di suoni articolati, o anche singolo fonema (e la relativa trascrizione in segni grafici) mediante i quali l’uomo esprime una nozione generica, che si precisa e determina nel contesto d’una frase.
Linguistica
Il termine...
parola
Domenico Consoli
Ciascuno degli elementi lessicali di cui è composto il discorso. Solo due volte ha valore di " vocabolo singolo ": in tale accezione è al singolare, preceduto da ‛ ultima ', e all'interno di modi idiomatici che alludono...