derivazione1
derivazióne1 s. f. [dal lat. derivatio -onis, der. di derivare «derivare1»]. – 1. L’atto, l’operazione, il fatto di derivare o di essere derivato, e il modo o il processo attraverso cui [...] la popolazione (quoziente di mortalità). 3. In linguistica, processo mediante il quale si crea una forma (tema o parola) da una radice o da una parola preesistente, sia della stessa sia di altra lingua: i modi della d.; la d. del lessico italiano da ...
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obbligare
(ant. obligare) v. tr. [dal lat. obligare, comp. di ob- e ligare «legare»] (io òbbligo, tu òbblighi, ecc., ant. io òbligo, ecc.). – 1. a. Stringere con obbligo, legare con vincolo giuridico [...] entro quindici giorni. In partic., assumere un’obbligazione, vincolarsi mediante obbligazione (nel preciso sign. giur. di questa parola): obbligarsi come mallevadore; obbligarsi per un altro, in nome e per conto di terzi; obbligarsi in solido (o ...
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rendere
rèndere v. tr. [lat. rĕddĕre, comp. di red- e dare, con influsso di prendere] (pass. rem. io rési [letter. rendéi, rendètti], tu rendésti, ecc.; part. pass. réso [ant. renduto]). – 1. Dare ad [...] l’idea, il concetto. c. non com. Tradurre (cfr. l’analogo uso di recare): r. in italiano; r. il testo parola per parola. 4. letter. a. Emettere, produrre suoni o voci, luce, odori: Diverse voci fanno dolci note; Così diversi scanni in nostra vita ...
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patrizio
patrìzio s. m. e agg. (f. -a) [dal lat. patricius, der. di pater -tris «padre», che al plur., patres, poteva indicare sia i patrizî sia i senatori]. – 1. Nell’antica Roma, membro delle famiglie [...] che, di fatto, rappresentò l’autorità suprema in ogni ramo dell’amministrazione. 3. Per estens., in età moderna, la parola equivale genericam. a nobile, appartenente cioè a famiglia nobile, aristocratica, spec. come agg.: essere di sangue p.; il ...
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cesura
ceṡura s. f. [dal lat. caesura (propr. «taglio», e nel lat. tardo «cesura metrica»), der. di caedĕre «tagliare», calco del gr. τομή]. – Nella metrica classica, pausa ritmica nel corso del verso, [...] forte del 4° metro). Per estens., nella metrica accentuativa moderna, la pausa nell’interno di un verso, che coincide con fine di parola (ha sede ora fissa, come nell’alessandrino classico francese, ora variabile, come nell’endecasillabo italiano). ...
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alessia
alessìa s. f. [comp. di a- priv. e del gr. λέξις «parola»]. – Nel linguaggio medico, particolare forma di afasia sensoriale in cui è perduta la capacità di comprendere la parola scritta, mentre [...] è conservata la comprensione del linguaggio parlato ...
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miriade
mirìade s. f. [dal lat. tardo myrias -ădis, gr. μυριάς -άδος, der. di μύριοι «diecimila»]. – 1. Nell’antico sistema numerale greco, cifra corrispondente a 10.000 unità (abbreviata nelle epigrafi [...] oltre che nella forma miria- (v.). 2. Nel linguaggio com., in senso generico, numero grandissimo, quantità sterminata (sign. che la parola aveva già prima di essere usata per indicare il numero 10.000): una m. di stelle; miriadi d’insetti, di mosche ...
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alfabetico
alfabètico agg. [der. di alfabeto] (pl. m. -ci). – 1. Dell’alfabeto: segni a.; scrittura a., con i segni dell’alfabeto. Nella didattica elementare, metodo a., il più antico metodo per insegnare [...] nel far prima imparare i suoni delle lettere, poi le loro forme, quindi le sillabe e infine le parole (per es., per far leggere la parola tavolo, si faceva scomporre la parola e quindi compitare: ti a ta, vi o vo, elle o lo, tavolo). 2. a. Che si ...
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prestito
prèstito s. m. [dal lat. praestĭtum, propr. part. pass. neutro di praestare: v. prestare]. – 1. L’atto del prestare, il fatto di dare o ricevere qualche cosa (denaro, un bene, un oggetto) con [...] da); p. fonetici (la r pronunciata, per imitazione, «alla francese», cioè una r uvulare); vengono inoltre definiti p. di necessità quando viene adottata la parola e insieme il referente (per es. computer, juke-box, transistor); p. di lusso quando la ...
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irrelato
agg. [comp. di in-2 e lat. relatus, part. pass. di referre «riferire» (v. relato), sul modello dell’ingl. irrelate(d)]. – Che non ha relazione o connessione con altro oggetto: termini tra loro [...] i.; rima i., di parola (in fine di verso) che non è in rima con altra parola. ...
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Complesso di fonemi, cioè di suoni articolati, o anche singolo fonema (e la relativa trascrizione in segni grafici) mediante i quali l’uomo esprime una nozione generica, che si precisa e determina nel contesto d’una frase.
Linguistica
Il termine...
parola
Domenico Consoli
Ciascuno degli elementi lessicali di cui è composto il discorso. Solo due volte ha valore di " vocabolo singolo ": in tale accezione è al singolare, preceduto da ‛ ultima ', e all'interno di modi idiomatici che alludono...