plurale
agg. e s. m. [dal lat. pluralis, der. di plus pluris «più»]. – Che si riferisce a più persone o cose, che indica o esprime il concetto della molteplicità. È termine usato esclusivam. in linguistica [...] e femminili in -i (il, i brindisi, la, le crisi; pari, impari, dispari); i monosillabi (il, i re; la, le gru); le parole terminanti in vocale tonica (il, i caffè; la, le virtù); i nomi in consonante (il, i lapis; il, i film). Questo Vocabolario ...
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elemento
eleménto s. m. [dal lat. elementum (di origine incerta), con cui i Latini rendevano i varî significati del gr. στοιχεῖον «principio, rudimento, lettera dell’alfabeto»]. – 1. Nel sign. più ampio, [...] , radicale, sintattico, grammaticale; scomporre una proposizione, un periodo nei suoi e.; e. compositivo; primo, secondo e. di una parola composta; ant. o letter. l’uso assol. di elemento nel sign. di lettera dell’alfabeto. c. Con riferimento alla ...
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accezione
accezióne s. f. [dal lat. acceptio -onis, propr. «accettazione», der. di accipĕre «prendere»], letter. – Significato di un vocabolo, e più particolarmente l’uno o l’altro dei significati con [...] vocabolo «cortese» è stato adoperato anche nell’a. di «liberale»; l’appellativo di «villano», nell’a. oggi comune della parola, è offensivo per la persona cui è rivolto; è un vocabolario che registra soprattutto le nuove a. della terminologia tecnica ...
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verbigrazia
verbigràzia locuz. [dalla locuz. lat. verbi gratiā, propr. «per citare una parola»]. – Per esempio; è parola d’uso ant. o letter. scherz. (scritta anche talora nella forma latina verbi gratia [...] o verbigratia): negli ultimi tempi, gli uomini hanno perduto moltissime cose (verbigrazia l’amor patrio, la virtù, la magnanimità, la rettitudine) (Leopardi) ...
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caro-caffe
caro-caffè (caro caffè), s. m. inv. Aumento del prezzo del caffè consumato al bar. ◆ [tit.] Caro-caffè: aumenti del 26% è scontro consumatori-baristi (Gazzetta del Sud, 28 ottobre 2004, p. [...] i consumatori al banco non ci sono dubbi. «Il caffè era già caro prima: figuriamoci adesso». È un coro generalizzato, parola più, parola meno. Tutti (o quasi) rispondono in questo modo. Per gli esercenti, invece, solo con un aumento come quello che ...
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spartire
v. tr. [der. di partire «dividere», col pref. s- (nel sign. 6)] (io spartisco, tu spartisci, ecc.). – 1. Dividere, e spec. dividere in parti, per distribuirle: s. la preda, il bottino; s. il [...] non abbiano nulla da s. tra loro (Manzoni). 2. tosc. S. una parola, scambiare poche parole con qualcuno, chiacchierare: i vecchi Spartendo tra due passi una parola (Pascoli). ◆ Part. pass. spartito, anche come agg., diviso: eredità spartita; capelli ...
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muto
agg. [lat. mūtus, voce derivata da una radice onomatopeica mu che, come il gr. μῦ-, riproduceva la formazione di suoni inarticolati prodotti a bocca chiusa]. – 1. a. Di persona che non può fare [...] da un’esplosiva (p, b, t, d, k, ġ) o da una fricativa labiodentale (f, v) più una liquida (l, r) come nelle parole prato, treno, flusso. 3. In enologia, si dice del mosto d’uva quando non presenta la fermentazione alcolica, in seguito all’azione di ...
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fede
féde (poet. fé) s. f. [lat. fĭdes]. – 1. a. Credenza piena e fiduciosa che procede da intima convinzione o si fonda sull’autorità altrui più che su prove positive: avere f. in Dio, nella Provvidenza, [...] f. d’amico, di sposo; f. coniugale; promettersi reciproca f.; mantenere la f.; serbare f. alla parola data; la promessa stessa, l’impegno assunto con la parola, col giuramento: violare, tradire la f., la f. giurata; rompere f., venir meno all’obbligo ...
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tmesi
tmèṡi s. f. [dal lat. tardo tmesis, gr. τμῆσις, der. di τέμνω «tagliare»]. – 1. In linguistica, e in partic. nella storia delle lingue classiche, distacco della preposizione dal verbo finito con [...] (v.), per es. il terzo endecasillabo e l’adonio della strofe saffica. La tmesi si fa per solito fra due parti di una parola che siano etimologicamente distinte: «Fece la donna di sua man le sopra-/vesti» (Ariosto, Orl. Fur. XLI, 32); «Io mi ritrovo a ...
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varieganza
s. f. La proprietà di essere costituito da elementi tra loro differenti, variati, di essere connotato da caratteri, toni, colori o sfumature diversi; l’assortimento di vari elementi. ◆ [Paolo] [...] nelle serate radiofoniche su Radiodue. Tanto che da ieri alcuni cantanti hanno tentato di pronunciare sul palco la parola «varieganza», riprendendo un neologismo del conduttore, un tormentone rilanciato dai tre della Gialappa’s. (A[ntonio] Dip[ollina ...
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Complesso di fonemi, cioè di suoni articolati, o anche singolo fonema (e la relativa trascrizione in segni grafici) mediante i quali l’uomo esprime una nozione generica, che si precisa e determina nel contesto d’una frase.
Linguistica
Il termine...
parola
Domenico Consoli
Ciascuno degli elementi lessicali di cui è composto il discorso. Solo due volte ha valore di " vocabolo singolo ": in tale accezione è al singolare, preceduto da ‛ ultima ', e all'interno di modi idiomatici che alludono...