variante1
variante1 s. f. [part. pres. di variare, sostantivato al femm.]. – 1. Modificazione rispetto a un esemplare o tipo che si considera fondamentale; ciascuna delle diverse forme, dei diversi aspetti [...] (così l’articolo la che compare come l’ in l’arte, o i e gli che sono condizionati dal fonema iniziale della parola seguente: i remi, ma gli scalmi; o ancora scritto che acquista una i prostetica, facoltativa, nella frase mettere in iscritto o per ...
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sdrucciolo1
sdrùcciolo1 agg. e s. m. [der. di sdrucciolare]. – 1. agg. Che ha l’accento sulla terzultima sillaba (v. proparossitono): parola s.; «esile», che ora è pronunciato s., si è pronunciato piano [...] quartultima, quintultima e sestultima sillaba). 2. agg. Che termina con una parola sdrucciola: versi s.; endecasillabi, settenarî, ottonarî s., che, terminando con parola sdrucciola, hanno dodici sillabe invece che undici, otto invece che sette, e ...
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parole
‹paròl› s. f., fr. [lo stesso etimo dell’ital. parola]. – 1. Nel gioco del poker (per ellissi da je passe parole «passo parola»: v. parola, nel sign. 7 b), espressione interiettiva con cui un [...] giocatore, non avendo buone carte o volendo temporeggiare per poter scoprire il gioco degli altri e fare eventualmente un rilancio, rinuncia a favore del giocatore successivo al suo diritto di proporre ...
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luogo
luògo (pop. lògo) s. m. [lat. lŏcus] (pl. -ghi; ant. anche le luògora). – 1. a. In senso ampio, una parte dello spazio, idealmente o materialmente circoscritta: Dio è in ogni l.; con limitazione [...] di regione, contrada), l. santi, per antonomasia quelli, nella Palestina, dove nacque, visse e morì Gesù Cristo. Valore generico ha anche la parola, quando il posto si determina da ciò che in esso avviene o è avvenuto: il l. di partenza, d’arrivo, di ...
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parossitono
parossìtono agg. e s. m. (f. -a) [dal gr. παροξύτονος, comp. di παρα- «para-2» e ὀξύτονος «ossitono»]. – Nella terminologia grammaticale greca, di parola che ha l’accento acuto sulla penultima [...] sillaba. Per estens., con riferimento ad altre lingue, di parola accentata sulla penultima sillaba. Anche come sost., al femm.: una p., le p. (sottintendendo parola, parole), o al masch.: un p., i p. (sottintendendo vocabolo o sim.). ...
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abbreviazione
abbreviazióne s. f. [dal lat. tardo abbreviatio -onis]. – 1. a. Atto, effetto dell’abbreviare: a. di un percorso, di un itinerario, di un corso di studî; in diritto penale, a. di termini, [...] , per es. Ᾱ per santo o sancto), detti segni d’abbreviazione. 2. a. In linguistica, l’uso della forma ridotta d’una parola in luogo della forma piena, nonché la forma ridotta stessa, come per es. foto per fotografia, bici per bicicletta, moto per ...
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mente
ménte s. f. [lat. mens mĕntis, affine al lat. meminisse e al gr. μιμνήσκω «ricordare»]. – 1. Il complesso delle facoltà umane che più specificamente si riferiscono al pensiero, e in partic. quelle [...] per indicare con braccio l’esecutore materiale e con mente l’ideatore di una qualsiasi impresa. 3. a. È assai com. l’uso della parola per indicare, in modo più o meno concr., la sede e l’attività del pensiero: le idee, i pensieri, i concetti della m ...
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anglicismo
anġlicismo s. m. [der. di anglico, sul modello dell’ingl. (to) anglicize e del fr. angliciser]. – Parola, locuzione o costrutto proprio della lingua inglese, importato in altra lingua, sia [...] -end), sia adattato foneticamente (come rosbif, tranvai, per roast beef, tramway). Anche, parola italiana o d’altra lingua impropriam. usata col sign. che la parola corrispondente ha in inglese (come quando, per es., il verbo confrontare è adoperato ...
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connotazione
connotazióne s. f. [dal lat. mediev. connotatio -onis, der. di connotare «segnare insieme, in aggiunta»]. – In linguistica, elemento accessorio che, insieme con la denotazione, contribuisce [...] , in quanto, pur indicando la stessa classe d’oggetti, evocano risonanze affettive e ambientali diverse; nella parola cuore, alla denotazione di organo anatomico si accompagnano nella comune coscienza varie connotazioni, di disponibilità affettiva ed ...
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ingenuo
ingènuo agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. ingenuus, comp. di in-1 e tema gen- di gignĕre, genus, generare, ecc.; propr. «indigeno, nativo; nato libero», poi «onesto, schietto, semplice»]. – 1. a. [...] e del mondo, conserva l’innocenza e il candore nativi ed è aliena perciò dal pensare il male e dal supporlo in altri. La parola assume toni e sfumature diverse a seconda che si riferisca a persona molto giovane: una bambina i., un ragazzo i., candidi ...
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Complesso di fonemi, cioè di suoni articolati, o anche singolo fonema (e la relativa trascrizione in segni grafici) mediante i quali l’uomo esprime una nozione generica, che si precisa e determina nel contesto d’una frase.
Linguistica
Il termine...
parola
Domenico Consoli
Ciascuno degli elementi lessicali di cui è composto il discorso. Solo due volte ha valore di " vocabolo singolo ": in tale accezione è al singolare, preceduto da ‛ ultima ', e all'interno di modi idiomatici che alludono...