b, B
(bi, ant. o region. be ‹bé›) s. f. o m. – Seconda lettera dell’alfabeto latino, derivata dal beta greco, che ha lo stesso valore fonetico della bēt fenicia. In italiano rappresenta la consonante [...] (ciclonica). In geometria, b è simbolo della base (di una figura piana o solida): per es., b × h = base per altezza; si AB0 (v. gruppo). Nel codice alfabetico internazionale, la lettera b viene convenzionalmente identificata dalla parola bravo. ...
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elevato
agg. [part. pass. di elevare]. – 1. Che si leva in alto, che si trova a notevole altezza o livello, soprattutto in relazione alle cose circostanti: un colle e.; il castello sorge in posizione [...] , fine, gentile: un animo e.; pensieri, sentimenti e.; un uomo di elevatissimo ingegno; di manifestazioni della parola, scelto, solenne, sostenuto, che evita l’espressione piana e comune: fare un discorso e., di tono e.; in tutta l’opera, lo stile si ...
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spianare
v. tr. [lat. explanare «rendere piano» e fig. «chiarire», der. di planus «piano», col pref. ex-]. – 1. a. Rendere piano togliendo le ineguaglianze e le asperità; pareggiare eliminando ogni differenza [...] pane. f. Con uso intr. (non com.), o intr. pron., divenire piano, farsi meno erto: la strada, in prossimità della curva, comincia a spianare pare giusto ..., persuadendosi di potere s. con una parola tutti gli impedimenti (Guicciardini). b. ant. o ...
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colera
colèra s. m. (ant. cholèra, còlera e chòlera, f. e m.) [dal lat. cholĕra, gr. χολέρα, femm.], invar. – 1. Malattia infettiva acuta, endemica o epidemica, causata da un vibrione (Vibrio cholerae [...] colèra, adoperate, in contesti italiani, ora al femm. (com’era la parola in greco e in latino) ora al masch. (per ellissi da (Giusti). È prevalsa infine la forma ital. colèra, masch., e con accentazione piana prob. per differenziazione da còllera. ...
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scarabeo
scarabèo s. m. [dal lat. scarabaeus, der. del gr. σκάραβος o κάραβος]. – 1. Nome comune di alcuni insetti coleotteri, e in partic. di quelli appartenenti alla famiglia scarabeidi, le cui specie [...] dall’antica civiltà greca ed etrusca. 3. In geometria, curva piana algebrica del sesto ordine, studiata dal matematico belga E.-Ch. dal quale deriva il nome del gioco), devono comporre parole di senso compiuto (ma anche sigle e acronimi purché ...
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sedime
s. m. [dal lat. tardo sedĭmen -mĭnis, der. di sedere «depositarsi»]. – 1. non com. Sedimento, posatura. 2. Nelle costruzioni, piano di s., superficie piana del terreno su cui appoggiano le fondazioni [...] o quella parte di fondo sulla quale la casa si trovava, o che era destinata alla fabbricazione della casa. Con sign. affini (terreno da fabbricare, fondo rustico, maso) la parola è conservata, con varianti locali, in alcuni dialetti settentrionali. ...
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figura
s. f. [dal lat. figura, dal tema di fingĕre «plasmare, modellare»]. – 1. a. Aspetto esteriore d’una cosa: lo circulo che ha f. d’uovo (Dante); prender corso e f. di fiume (Manzoni); un monumento [...] ogni insieme di punti o di linee o di superfici: f. piana, se tutta contenuta in un piano; f. solida, se si sviluppa nello spazio, se ha cioè uso linguistico e grammaticale; si distinguono f. di parola, che possono essere «per aggiunta» (anafora, ...
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riga
s. f. [dal longob. rīga]. – 1. Linea, immaginata per lo più diritta e più o meno sottile, che sia comunque segnata, oppure incavata o rilevata, su una superficie: tirare, tracciare una r. (col lapis, [...] : a. Dei capelli, lo stesso che divisa o scriminatura (ed è parola pop. in varie regioni): farsi la r.; portare la r. in sono le righe sagomate secondo curve diverse per il tracciamento sul piano di tali curve, in partic. di ellissi (r. ellittica ...
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semplice1
sémplice1 (ant. sìmplice) agg. [lat. sĭmplex sĭmplĭcis, comp. della radice *sem- «uno, uno solo» (cfr. semel) e di una radice *plek- presente in plectĕre «allacciare», plicare «piegare» (cfr. [...] complesso, non complicato: un concetto espresso in forma s. e piana; si fa, si costruisce, si ottiene, ecc. con una s. occhiata per capire la situazione; basta la s. parola (la sola assicurazione verbale, senza giuramenti o impegni scritti o altro ...
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uso2
uṡo2 s. m. [lat. usus -us, der. di uti «usare», part. pass. usus]. – 1. a. Il fatto di usare, di servirsi di una cosa (raram. di una persona) in modi e per scopi particolari: l’u. moderato del vino [...] grande e deve avere ormai l’u. della ragione; perdere l’u. della parola; riacquistare l’u. delle braccia; una paralisi gli ha tolto l’u. della u.; attenersi all’u.; l’accentazione corretta di «edile» è piana, ma nell’u. ormai è sdrucciola; è l’u., più ...
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MANZONI, Alessandro
Attilio Momigliano
Alessandro M. nacque a Milano il 7 marzo 1785 da Pietro e da Giulia Beccaria. Studiò, non in casa, dove i genitori vivevano in disaccordo, ma nei collegi di Merate e di Lugano, e poi al Longone nella...