mosca
mósca s. f. [lat. mŭsca]. – 1. a. Genere di insetti ditteri brachiceri dal corpo tozzo, con solo il primo paio di ali atte al volo, essendo il secondo paio modificato a formare due strutture per [...] una m.; fitti come le m.; morivano come le m., in gran numero (soprattutto per epidemie, in violente battaglie, ecc.): il pane verrà a buon mercato, ma ci metteranno il veleno, per far morire la povera gente, come mosche (Manzoni); stare a guardare ...
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treccia
tréccia s. f. [forse lat. *trichia, dal gr. tardo τριχία «corda, fune», der. di (o affine a) ϑρίξ τριχός «capello»] (pl. -ce). – 1. Gruppo di tre ciocche di capelli lunghi che vengono tessute [...] chiuso a cilindro. 5. a. Oggetto, prodotto (soprattutto alimentare) confezionato con elementi allungati disposti a forma di treccia: t. di pane, t. dolce; t. di mozzarella; una t. di liquirizia; anche come sinon. di resta: una t. di agli, di cipolle ...
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zana
(o żana) s. f. [dal longob. *zaina; v. zaino2], tosc. – 1. a. Cesta di forma leggermente ovale, poco profonda e fatta di sottili stecche d’ontano o d’altro legno intrecciate (poco diversa quindi [...] dalla paniera, che però è fatta di vimini). b. La roba contenuta in una zana: una z. di pane, d’uva; tre z. di frutta. 2. Culla, usata dai contadini, formata da una zana che poggia su due supporti di legno convessi, sui quali può esser fatta ...
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duchea
duchèa s. f. [v. ducea], ant. – Ducato, come titolo e grado di duca, o territorio a lui soggetto: io mangio pane e cipolle per mantenere il lustro della duchea (Verga). ...
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serbare
v. tr. [lat. sĕrvare] (io sèrbo, ecc.). – 1. a. Mettere, tenere da parte una cosa, soprattutto per servirsene in un momento più opportuno (è, in questo come nei successivi sign., verbo ancora [...] vivo in Toscana ma sentito come letter. o di tono elevato altrove): mi serbi un po’ di pane, passo a prenderlo più tardi; non ho serbato le sue lettere, e me ne pento; serbiamo il dolce per domani; serbami una bottiglia di quel tuo vinello; Ciò che ...
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indurire
v. tr. e intr. [der. di duro] (io indurisco, tu indurisci, ecc.). – 1. tr. Rendere duro; far perdere la morbidezza, l’elasticità, la flessibilità; conferire durezza (anche in alcuni sign. specifici [...] . 2. intr. (aus. essere) e intr. pron. Diventare duro: la creta indurisce (o s’indurisce) al sole; com’è indurito questo pane!; la pelle s’è indurita formando un callo. Usi fig.: gli si è indurito il cuore; nelle avversità l’animo s’indurisce ...
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marubino
s. m. [voce dial. di Cremona]. – Per lo più al plur., marubini, specialità gastronomica cremonese, a forma di ravioli, con ripieno di pane biscottato pestato, formaggio grattugiato, grasso, [...] tuorlo d’uovo e aromi: si usa come minestra in brodo e asciutta ...
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mensa
mènsa s. f. [dal lat. mensa]. – 1. a. La tavola a cui si mangia, e s’intende in genere la tavola apparecchiata: mettersi, sedere, essere a m., a tavola per mangiare; levarsi da mensa. Con questo [...] m. eucaristica, comunicarsi. Poet., con allusione al cibo dello spirito: oh beati quelli pochi che seggiono a quella m. dove lo pane de li angeli si manduca (Dante), quelli cioè che si nutrono della scienza filosofica e teologica. Lett., m. di Venere ...
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lord
‹lòod› s. m., ingl. [propr. «signore», dall’ingl. ant. hlāford «custode del pane»] (pl. lords ‹lòod∫›; in ital. per lo più adattato nella pronuncia in lòrd, col pl. invar. o, in passato, raram. [...] lòrdi). – Titolo che viene dato in Gran Bretagna ai pari della Camera alta del Parlamento (detta appunto Camera dei Lords), e anche a membri dell’aristocrazia, spec. ai baroni e, per estens., ai primogeniti ...
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cipollato2
cipollato2 s. m. [der. di cipolla], tosc. – Zuppa di pane, cotta con cipolla, sedano, prezzemolo, e condita con conserva di pomodoro e formaggio. ...
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Alimento ottenuto dalla cottura nel forno di una pasta lievitata preparata con farina di frumento (o di altri cereali), acqua, sale e lievito (gli ultimi due ingredienti in alcuni tipi possono mancare). Con riferimento ai diversi modi di lavorazione...
pane
Antonietta Bufano
Attilio Mellone
L'uso proprio del termine è limitato a qualche esempio della Commedia e del Fiore, dove il p. è visto per lo più come il " cibo " per eccellenza, quello che prima e più di ogni altro si chiede a. soddisfare...