frateria
fraterìa (o fratarìa) s. f. [der. di frate]. – Insieme di frati, gruppo di frati, o luogo dove sono raccolti varî frati (in genere, con senso spreg.): dicono che la loro casa è un monastero, [...] una frateria, che non è una casa socievole e perbene come tutte le altre (Palazzeschi). Al plur., unione di gruppi di frati di varî ordini: seguivano poi, nella processione, tutte le fraterie. ...
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picca2
picca2 s. f. [dal fr. pique, der. di piquer «pungere»]. – Puntiglio, rancore, risentimento personale provocato da un esagerato senso di orgoglio, accompagnato, talora, da desiderio di ritorsione: [...] tutto a trottoloni (Nieri); non com., fare a picca, mettersi in picca con qualcuno, gareggiare, fare a gara: cominciavano ad incipriarsi il viso facendo a p., quasi se lo facessero per dispetto, a chi se lo imbiancava meglio e di più (Palazzeschi). ...
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spoglio3
spòglio3 s. m. [dal lat. spolium «spoglia»]. – 1. ant. e letter. a. Spoglia, pelle di animale: Posa giù del leone il fero spoglio Ercole, e veste di femminea gonna (Poliziano); Tale un colubro [...] alteramente, al sole Lubrico si travolve (Caro). b. Spoglia, trofeo, preda. 2. non com. Abito, capo di vestiario smesso: era vestito male, di spogli generalmente, con giacche troppo grandi o troppo piccole per la sua figura (Palazzeschi). ...
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piccia
pìccia s. f. [deverbale di appicciare «congiungere, unire»] (pl. -ce), tosc. – Coppia di oggetti che siano uniti insieme, per lo più nel senso della lunghezza; si dice in partic. dei pani o panini, [...] ’altro e seccati), e per estens. di altri frutti, anche in filze (per es., di pomodori): se era la stagione delle ciliegie, con le picce gli faceva i pendolini alle orecchie (G. Salvadori); non avrebbe separato una p. di fichi secchi (Palazzeschi). ...
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disturna
s. f. [der. di turno], letter. o tosc. – 1. Scambio di strofe polemiche o satiriche, di botte e risposte, spec. fra poeti estemporanei, talora con carattere di pubblico spettacolo in particolari [...] . 2. estens. a. Scambio di motti o frizzi: la vivace d. fra i suoi figliuoli lo divertiva nel profondo dell’anina (Palazzeschi). b. Dare la d., dare la baia, lanciare frizzi o maldicenze; usato soprattutto nel rifl. reciproco, darsi la d., e per ...
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pomero
pómero (o pómere) agg. e s. m. [adattam. del ted. Pommer, propr. «pomerano, della Pomerania»]. – Nome di una razza di piccoli cani da compagnia, in Italia detti volpini di Pomerania (v. volpino): [...] un grugnetto che piantava in faccia con insolenza e il piglio provocatorio di un pomero in attitudine ringhiosa (Palazzeschi). ...
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voluttuoso
voluttüóso agg. [dal lat. voluptuosus, der. di voluptas -atis «voluttà»]. – Di persona, non com., incline alla voluttà, a ricercare e assaporare i piaceri sessuali: una donna v., un uomo v., [...] con valore insieme passivo e attivo, che rivela e dà voluttà); per estens., che procura un sottile piacere: a Napoli, ... farsi lucidare le scarpe nel mezzo della via rappresenta un v. passatempo (Palazzeschi). ◆ Avv. voluttuosaménte, con voluttà. ...
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caffettiere
caffettière s. m. (f. -a) [der. di caffè]. – Chi tiene bottega di caffè: compariva il c. con dei grandi vassoi, tutto in faccende (Palazzeschi). ...
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segretaire
〈seġretèr〉 s. m. – Adattamento fonetico e grafico del fr. secrétaire (v.), che ricorre talvolta nell’uso scritto del passato insieme con altre varianti pop. (secretér, segretér, ecc.): una [...] persona era nella camera e si trovava davanti al segretaire vicino alla finestra (Palazzeschi). ...
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profumo
s. m. [der. di fumo, di formazione non ben chiara; in origine, la parola indicò prob. il suffumigio con sostanze odorose]. – 1. a. Esalazione odorosa gradevole, da sostanze naturali o preparate [...] , della bontà, della santità; da tutto esalava il p. della femminilità come quello dei fiori in un giardino (Palazzeschi). 2. Miscela di essenze odorose di origine vegetale (olî essenziali), animale (muschio, zibetto, ambra grigia), opp. sintetiche ...
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Pseudonimo dello scrittore Aldo Giurlani (Firenze 1885 - Roma 1974). P. ha manifestato il suo estro funambolesco fin dall'esordio come poeta crepuscolare e nell'effimera adesione al futurismo. Ha attraversato l'esperienza dell'avanguardia di...
‘Stampe dell’Ottocento’. Oppure, lasciando il nostro Palazzeschi, potremmo constatare con Alberto Savinio come «il secolo decimonono, eccellentemente umanitario, fu chiamato con le parole stesse di Léon Daudet lo “stupido secolo decimono”» (Nuova...