sbocconcellare
v. tr. [der. di bocconcello, dim. di boccone2, col pref. s- (nel sign. 5)] (io sbocconcèllo, ecc.). – 1. a. Mangiare a piccoli bocconi, lentamente o svogliatamente, staccando i pezzetti [...] : s. un pezzo di pane, un biscotto; i bambini ... incapaci di resistere avevano incominciato a s. la loro razione (Palazzeschi). b. In senso fig., dividere, frazionare in piccole parti: il congresso di Vienna sbocconcellò l’Italia in tanti piccoli ...
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sboffo
sbòffo s. m. [voce di origine onomatopeica, v. sbuffare e sbuffo]. – Rigonfiamento, spec. in abiti femminili; sbuffo: gli s. delle maniche, e maniche a sboffi; il busto tutto sboffi, filettato [...] e gallonato d’oro, per la svolazzante mantellina sembrava quello di un’immensa farfalla (Palazzeschi). ...
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scuffia
scùffia s. f. [variante di cuffia, con s- in funzione espressiva]. – 1. Forma ant. e pop. (in varie regioni) per cuffia, nelle accezioni del sign. 1: una vecchia dama in poltrona, con la sottana [...] ampissima e la s. (Palazzeschi). 2. Nel linguaggio marin., fare scuffia (meno com. fare cuffia), di un’imbarcazione, capovolgersi, ribaltarsi; per analogia, talora, anche di un veicolo su strada. 3. region. a. Forte ubriacatura, sbornia, spec. nelle ...
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allungare
v. tr. [der. di lungo1] (io allungo, tu allunghi, ecc.). – 1. a. Aumentare la lunghezza di qualche cosa, rendere più lungo: a. una corda, un vestito, un tavolo, il viaggio; a. la strada, seguire [...] : come s’è allungato quel ragazzo!; stendersi in avanti: tutte le mani si allungano senza esitare, indicando ... (Palazzeschi); sdraiarsi con le membra distese: allungarsi sul letto; i bagnanti si allungavano al sole; allungarsi a terra stecchito ...
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sbordellare
v. intr. [der. di bordello, col pref. s- (nel sign. 5)] (io sbordèllo, ecc.; aus. avere), non com. – Frequentare abitualmente i bordelli: sono dei giovinotti abituati a sbordellare (Palazzeschi). ...
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proda
pròda s. f. [lat. prōra (v. prora; prua), con dissimilazione della -r-]. – 1. ant. Prora: verso Rodi dirizzaron la p. (Boccaccio). 2. letter. La parte della riva che confina con l’acqua: il barcaiolo, [...] che delimita un campo, lungo il fosso: i contadini ... si facevano in proda alle viottole per scambiare poche parole (Palazzeschi); dalle pose stanche di chi s’era buttato sulla p. del fosso ... era facile accorgersi che quella gente aveva camminato ...
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pelle
pèlle s. f. [lat. pĕllis]. – 1. a. In senso generico, organo di rivestimento esterno del corpo dell’uomo o degli animali, detta anche cute e facente parte, con i cosiddetti annessi cutanei, del [...] pelle dette un’ultima spazzatina, agli scalini e davanti alla porta, ... e sempre più superficiale via via che si allontanava (Palazzeschi); con sign. simile: un brivido gli correva tra p. e pelle. d. Per estens., in molte espressioni pop. o fam ...
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assieme
assième avv. e s. m. [da insieme, con mutamento di prefisso]. – 1. Insieme: stare a.; mettere, riunire a.; usciremo a.; come locuz. prep. assieme a (meno com. assieme con): verrò a. a te; ho [...] cenato a. a lui. 2. Come s. m., insieme, complesso: quell’a. di case che si chiama Santa Maria a Coverciano (Palazzeschi). In partic. (e con questa accezione è più com. che insieme), per sottolineare l’affiatamento, la fusione di più persone, con ...
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polveraio
polveràio agg. e s. m. [der. di polvere]. – 1. agg. Che solleva molta polvere, e quindi secco, asciutto; solo nel prov. gennaio p. empie il granaio. 2. s. m., non com. Ammasso di polvere o [...] di oggetti polverosi; polverume: vecchiume, da relegare nel p. delle soffitte (Palazzeschi). ...
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voltafaccia
voltafàccia s. m. [comp. di voltare e faccia], invar. – 1. L’atto, il movimento di voltarsi, cambiando o invertendo la direzione, in modo brusco e improvviso: fece un v. per non incontrarmi. [...] è contrario: non riesco a spiegarmi questo suo v.; quanti v. si sono visti, in politica, in questi ultimi anni!; era avvenuto nella fanciulla un cambiamento repentino e radicale, un v. di cui il giovane non riusciva a scoprire le cause (Palazzeschi). ...
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Pseudonimo dello scrittore Aldo Giurlani (Firenze 1885 - Roma 1974). P. ha manifestato il suo estro funambolesco fin dall'esordio come poeta crepuscolare e nell'effimera adesione al futurismo. Ha attraversato l'esperienza dell'avanguardia di...
‘Stampe dell’Ottocento’. Oppure, lasciando il nostro Palazzeschi, potremmo constatare con Alberto Savinio come «il secolo decimonono, eccellentemente umanitario, fu chiamato con le parole stesse di Léon Daudet lo “stupido secolo decimono”» (Nuova...