opaco agg. [dal lat. opacus] (pl. m. -chi). - 1. (fis.) [di corpo, che non si lascia attraversare dalla luce o da radiazioni di una determinata lunghezza d'onda: il piombo è o. ai raggi X] ≈ impermeabile. [...] .) solatìo, soleggiato. 3. (fig.) a. [privo di espressione, di vivacità: sguardo o.; intelligenza o.] ≈ inespressivo, ottuso, spento, torpido, vacuo, velato, vitreo, vuoto. ↔ acuto, espressivo, luminoso, penetrante, vivace. b. [di prestazione, che ...
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sveglio /'zveʎo/ agg. [part. pass. di svegliare, senza suff.]. - 1. [che non dorme, che è nello stato di veglia] ≈ (lett.) desto, (fam.) in piedi. ↔ addormentato. ↓ (fam.) appisolato, assopito. 2. (fig.) [...] ha prontezza d'ingegno: un ragazzo s.] ≈ acuto, intelligente, lesto d'ingegno, perspicace, pronto, sagace, svelto. ↔ addormentato, ottuso, tardo, tonto. b. [che ha furbizia, scaltrezza: un tipo s.] ≈ astuto, (region.) dritto, furbo, (region.) ganzo ...
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ingegnoso /indʒe'ɲoso/ agg. [dal lat. ingeniosus]. - 1. [abile nel trovare i mezzi più adatti e insoliti a risolvere difficoltà, a escogitare cose nuove e sim.: artista, inventore i.] ≈ brillante, capace, [...] intelligente, pronto. ↑ geniale. ↔ incapace, inetto, ottuso, (lett.) stolido, stolto, stupido. 2. [di cosa, che rivela l'ingegno di chi l'ha ideata o eseguita: soluzione i.] ≈ acuto, arguto, (lett.) dedaleo, originale, sagace, sottile. ↔ banale, ...
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ottundere /o't:undere/ [dal lat. obtundĕre, der. di tundĕre "battere, percuotere", col pref. ob-] (pass. rem. ottusi, ottundésti, ecc.; part. pass. ottuso), lett. - ■ v. tr. 1. (non com.) [togliere acutezza [...] alla punta o al taglio di una lama e sim.] ≈ smussare. ↔ acuminare, affilare, aguzzare, appuntire. 2. (fig.) a. [far perdere acutezza e vivacità a una facoltà dello spirito: o. la mente, l'ingegno] ≈ impigrire, ...
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ottusità /ot:uzi'ta/ s. f. [der. di ottuso]. - 1. [lentezza di mente: persona di grande o.] ≈ (lett.) buaggine, cretineria, (non com.) ebetudine, idiozia, (spreg.) microcefalia, scemenza, stupidità, torpidezza. [...] ↔ acutezza, brillantezza, intelligenza, perspicacia, vivacità. ↑ genialità. 2. (estens.) [scarsa capacità di percepire le sensazioni sonore: o. d'udito] ≈ debolezza. ↔ acuità, finezza ...
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docile /'dɔtʃile/ agg. [dal lat. docĭlis, der. di docēre "insegnare"]. - 1. a. [di persona che si piega facilmente alla volontà altrui, anche con la prep. a: un ragazzo d., d'indole d.; essere d. agli [...] facilità] ≈ dolce, duttile, gentile, lavorabile, malleabile, morbido, plasmabile, tenero. ↔ duro, indocile. 3. (non com.) [che è atto e disposto ad apprendere: un allievo d., di d. ingegno] ≈ pronto, sveglio, versatile, vivace. ↔ duro, ottuso, tardo. ...
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insipiente /insi'pjɛnte/ [dal lat. insipiens -entis, der. di sapiens "sapiente, assennato", col pref. in- "in-²"], lett. - ■ agg. [che unisce l'ignoranza alla stupidità] ≈ ottuso, povero di spirito, sciocco, [...] (lett.) stolido, stolto, stupido. ↔ intelligente, saggio, sapiente, savio. ■ s. m. e f. [persona insipiente] ≈ e ↔ [→ INSIPIENTE agg.] ...
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ottuso
Luigi Blasucci
Aggettivo adoperato due volte nella Commedia. Nel primo caso si tratta del termine geometrico che qualifica un angolo maggiore del retto: Pd XVII 15 veggion le terrene menti / non capere in trïangol due ottusi, dove...
ottuso
ottuso [agg. Der. del part. pass. obtusus del lat. obtundere "ottundere"] [ALG] Angolo o.: un angolo maggiore di un angolo retto (90°) e minore di un angolo piatto (180°).