scriptio
〈skrìpzio〉 s. f., lat. [der. di scribĕre «scrivere»]. – Scrittura. Il termine è usato in linguistica e in paleografia in varie locuz.: s. continua, in manoscritti e in iscrizioni, scrittura [...] originaria, poi erasa, e quella più recente, sovrapposta all’altra. Inoltre, s. plena, scrittura (quella ebraica, e, per estens., altre di origine aramaica a base consonantica) nella quale le vocali lunghe (ed eccezionalmente le vocali brevi) sono ...
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neoebraico
neoebràico agg. e s. m. [comp. di neo- e ebraico] (pl. m. -ci). – Detto della lingua ebraica postbiblica, i cui inizî coincidono con quelli dell’era cristiana e che, parlata in origine dal [...] popolo, andò progressivamente restringendosi all’uso dotto e liturgico, accompagnando con tali caratteri gli Ebrei nella diaspora; con la fondazione dello stato d’Israele nel 1948, ne è divenuta la lingua ...
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adar
adàr s. m. [voce ebraica, adār, di origine babilonese]. – Nome del 12° mese del calendario ebraico anticotestamentario; si ritrova nei calendarî dei cristiani di lingua semitica. ...
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yiddish
‹i̯ìdiš› (o jiddisch) s. m. e agg. [forma alterata dell’agg. ted. jüdisch «ebreo, giudeo»]. – Lingua della comunità degli ebrei ashkenaziti diffusisi in Europa centrale e orientale fin dal sec. [...] 10° e assai vicina – spec. in origine – nella morfologia e nella sintassi al tedesco medievale (rispetto al quale la 13° come varietà più popolare rispetto a quella in lingua ebraica, e in seguito cresciuta d’importanza con la diffusione della ...
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proselito
proṡèlito (non com. ed erroneo proṡèlite, pro-ṡèlita) s. m. (f. -a) [dal lat. tardo (eccles.) prosely̆tus, e questo dal gr. προσήλυτος, propr. «sopravvenuto»]. – Nell’antica religione ebraica, [...] chi si convertiva dal paganesimo al giudaismo (il termine indicava, in origine, lo straniero dimorante nel territorio d’Israele). In seguito, per estens., il nuovo seguace di una religione, di un’idea, di un partito, di una corrente letteraria, ...
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lògos s. m. [traslitt. del gr. λόγος, che è dal tema di λέγω «dire», con vocalismo o]. – Nel pensiero greco, il termine indica la «parola» come si articola nel discorso, quindi anche il «pensiero» che [...] questo, che, come scienza del lògos, è di origine stoica) ha valore centrale la distinzione tra l. interiore fisico («fuoco») che governa la realtà. Nella letteratura sapienziale greco-ebraica la sapienza divina è il lògos, che nel filosofo Filone (c ...
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preadamitismo
s. m. [dall’ingl. preadamitism, der. di preadamite «preadamita»]. – Teoria formulata dal calvinista fr. Isaac La Peyrère (1594-1676), il quale sosteneva, sulla base di una sottile interpretazione [...] della Bibbia, che il Genesi narra l’origine della stirpe ebraica, non dell’umanità; è quindi legittimo pensare che prima di Adamo vi fossero altri uomini sulla terra. ...
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fare lobby
loc. v.le Esercitare pressioni in modo organizzato. ◆ Per ora, comunque, questo presunto malcontento non pare essersi concretizzato in un plebiscito verso qualche nome. C’è stata, è vero, [...] . I) • Ha suscitato sconcerto e indignazione nella Comunità ebraica di Roma la «lista nera» pubblicata da un blog contenente dal v. tr. fare e dal s. f. inv. lobby, di origine ingl.
Già attestato nella Repubblica del 27 luglio 1984, p. 7, Politica ...
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Scrittore tedesco (Monaco 1884 - Los Angeles 1958), di origine ebraica. Fu prossimo a B. Brecht come drammaturgo, ma si affermò in specie come romanziere, ottenendo successi talora strepitosi, anche se alla lunga ridimensionati, con l'affrontare...
Scrittore italiano di origine ebraica (Salonicco 1923 - Roma 2012), sopravvissuto alla Shoah. Arrestato con alcuni membri della famiglia e deportato nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau l’11 aprile del 1944, durante la prigionia venne...