patatrac
patatràc interiez. e s. m. – Voce onomatopeica, imitativa di cosa che cada o crolli rumorosamente: la sedia si è rotta e lui, patatrac!, è finito per terra. Come s. m., rumore di un crollo: [...] si sentì un p. nella stanza accanto; anche, il crollo stesso, e, in senso fig., rovina, fallimento economico, o altro grosso guaio: il p. di una banca, di un’impresa commerciale; fare p.; fu allora che ...
Leggi Tutto
impiccare
v. tr. [prob. der. di una radice onomatopeica *pikk «punta, uncino»; cfr. picco, picca, appiccare] (io impicco, tu impicchi, ecc.). – 1. a. Uccidere, o giustiziare, una persona sospendendola [...] per la gola a un capestro: i. alla forca, a un albero; fu condannato a morte e impiccato; talora anche, pleonasticamente o più espressivamente, i. per la gola (perché anticam. il verbo ebbe sign. più generico, ...
Leggi Tutto
tubare
v. intr. [voce onomatopeica] (aus. avere). – Dei colombi e delle tortore, emettere piccole grida gutturali, durante il corteggiamento: i piccioni tubavano sul tetto; A quando a quando ora su questa [...] torre Ora su quella tubano i colombi (Pascoli); nella gabbia si sentivano t. le tortorelle. In usi fig. e scherz., di innamorati che si sussurrano parole dolci e sommesse e si abbandonano a effusioni d’affetto: ...
Leggi Tutto
grillo1
grillo1 s. m. [lat. gryllus o grillus, di prob. origine onomatopeica]. – 1. a. Nome comune degli insetti della famiglia grillidi, e in partic. del g. campestre (lat. scient. Gryllus campestris), [...] abbondante in Italia, di color bruno nerastro lucido, che canta spec. sull’imbrunire, scava gallerie nel terreno e si nutre di piante varie e di semi; altre specie note sono il g. del focolare (Acheta ...
Leggi Tutto
ta-pum
ta-pùm. – Voce onomatopeica, imitante il suono prodotto dallo sparo di un fucile isolato, e più specificamente del fucile in dotazione alle truppe dell’esercito austro-ungarico durante la prima [...] guerra mondiale: si usò infatti allora con riferimento ai cosiddetti cecchini, divenendo titolo di un canto di trincea che esprime il sacrificio e il dolore dei soldati italiani ...
Leggi Tutto
roar
〈ròo〉 s. ingl. [dal v. (to) roar «ruggire», di origine onomatopeica], usato in ital. come interiez. e s. m. – Voce che, nel linguaggio dei fumetti, riproduce il ruggito di una bestia feroce o il [...] rombo di un motore ...
Leggi Tutto
tarabaralla
(ant. tarabara o 'tara bara') avv. [prob. d’origine onomatopeica], pop. tosc. – Espressione usata, di solito con valore avverbiale ma col tono di un’esclamazione, a proposito di cose tra [...] cui si vuol fare poca differenza o cui si vuol dare poca importanza; ha accezioni diverse: su per giù, press’a poco: avrà cinquantotto o sessant’anni, tarabaralla; in un modo o nell’altro, alla meglio ...
Leggi Tutto
titic titoc
titìc titòc (o titìc-titòc) locuz. usata come s. m. [voce onomatopeica]. – 1. gerg. Nel gioco del calcio, ripetuta serie di scambî di palla improduttivi ai fini dell’azione. 2. fig., fam. [...] Serie di piccole mosse o azioni che non portano da nessuna parte: perdersi nel titic titoc ...
Leggi Tutto
taratantara
taratàntara. – Voce onomatopeica imitante il clangore delle trombe; foggiata da Ennio nel verso At tuba terribili sonitu taratantara dixit («la tromba con terribile suono disse taratantara»), [...] è ripetuta talvolta nell’uso letter. (anche in senso fig. e con funzione di sost.): leggete qui, e persuadetevi che il t. classico non è più per questi tempi (Carducci) ...
Leggi Tutto
muto
agg. [lat. mūtus, voce derivata da una radice onomatopeica mu che, come il gr. μῦ-, riproduceva la formazione di suoni inarticolati prodotti a bocca chiusa]. – 1. a. Di persona che non può fare [...] uso della parola, perché affetta da mutismo; per la sua genericità, non è voce usata nel linguaggio scient., in cui si adoperano i termini relativi al tipo di disturbo specifico, quali mutacico, sordomuto, ...
Leggi Tutto
Nome, di origine onomatopeica, usato nell’America Settentrionale, specialmente nelle regioni dei monti Appalachiani e in tutto il Canada, per indicare fortissime tempeste di neve che infuriano d’inverno, anche a cielo sereno.
Termine gergale, di origine onomatopeica, indicante lo stile jazzistico sorto a New York nei primi anni 1940 a opera di C. Parker, D. Gillespie, K. Clarke, T. Monk e B. Powell. Rinnovò radicalmente gli elementi formali dell’improvvisazione jazzistica,...