pispigliare
v. intr. [voce onomatopeica] (io pispìglio, ecc.; aus. avere), non com. – 1. Parlare sommessamente o in modo indistinto, bisbigliare: Colui ... Toscana sonò tutta [= tutta la Toscana risuonò [...] del nome di colui]; E ora a pena in Siena sen pispiglia (Dante); di buon mattino, ... udivasi p. due voci sonnolente nel bugigattolo oscuro (Verga); ant., con la particella pron., ripensare, rimuginare: ...
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pispissio
pispissìo s. m. [voce onomatopeica formata su pissi pissi], letter. – Mormorio lieve, sussurro, bisbiglio: il p. di un rigagnoletto che si perdeva fra i sassi (De Marchi); mi mettevo a conversar [...] con lui, col canarino: gli rifacevo il verso con le labbra, ed esso veramente credeva che qualcuno gli parlasse e ascoltava e forse coglieva in quel mio p. care notizie di nidi, di foglie, di libertà (Pirandello) ...
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beffa
bèffa s. f. [prob. voce onomatopeica]. – Burla fatta con atti o con parole, a scopo di scherno o per ridere alle spalle di chi ne è l’oggetto, e sempre, in genere, con intenzione di offesa: le [...] beffe si fanno per sollazzo e gli scherni per istrazio (Della Casa); fare una b.; mettere in beffa; spesso al plur.: farsi beffe di qualcuno o di qualche cosa, mettere in burla, canzonare, deridere: si ...
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reco-reco
rèco-rèco s. m. [voce brasil., di origine onomatopeica], invar. – Strumento musicale brasiliano affine al güiro, ma ricavato, a differenza di questo, non da una zucca cava bensì da una sezione [...] di canna di bambù, che presenta una serie d’intagli trasversali; sfregando con una bacchetta di legno duro la parte intagliata, si ottiene un rumore stridente di grande effetto ritmico. È usato da complessi ...
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beffo
bèffo agg. [prob. voce onomatopeica affine a beffa]. – In veterinaria, si dice del cavallo i cui denti incisivi presentano il cosiddetto germe di fava (v. germe); con lo stesso sign. è usato anche [...] l’agg. fagiolo ...
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zibaldone
żibaldóne s. m. [prob. voce onomatopeica, per alteraz. da zabaione]. – 1. ant. a. Vivanda composta di molti e svariati ingredienti. b. estens. Mescolanza di cose diverse; mucchio confuso di [...] persone: uno zibaldone Di cancellieri e di bidelli in toga Gli fa ghirlanda intorno al seggiolone (Giusti). 2. a. ant. Scartafaccio in cui si annotano, senza ordine e man mano che capitano, notizie, appunti, ...
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gong
gòng s. m. [dal fr. gong, voce malese di origine onomatopeica]. – Strumento musicale a percussione (detto anche, meno comunem., tam-tam), costituito da un disco concavo di bronzo con il bordo ripiegato, [...] di grandezza varia, che si tiene sospeso su uno speciale supporto e che viene percosso con una mazza di legno avente l’estremità ricoperta di feltro o di sughero. Originario dei paesi del sud est asiatico, ...
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gongolare
v. intr. [voce onomatopeica] (io góngolo, ecc.; aus. avere). – Provare un senso di intima e mal trattenuta soddisfazione e contentezza, dimostrata per lo più esternamente, per cosa che rechi [...] piacere, che solletichi la propria vanità, o anche per qualche fatto che rechi ad altri danno o fastidio: g. di gioia; gongolava per l’insperata promozione; il nostro arcivescovo ... quando può fare star ...
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ziffe
żiffe (o żìffete) interiez., non com. – Voce onomatopeica che esprime, per lo più con enfasi scherz., l’immagine e il suono di un colpo dato di taglio, rapido e violento: prese il coltello, e z.!, [...] con un colpo tagliò la corda che tratteneva la barca. Più spesso accoppiato con zaffe, a significare una serie rapida di colpi: arrivarono i gendarmi a cavallo e, ziffe zaffe!, con quattro sciabolate dispersero ...
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zigare
v. intr. [voce onomatopeica, d’origine settentr.] (io zigo, tu zighi, ecc.; aus. avere). – 1. In usi region., non com., con riferimento ad alcuni animali, mandare la voce acuta e sottile che è [...] a essi caratteristica: la voce era come d’un coniglio che zighi (Carducci). 2. ven. Riferito a persona, gridare, sgridare ...
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Nome, di origine onomatopeica, usato nell’America Settentrionale, specialmente nelle regioni dei monti Appalachiani e in tutto il Canada, per indicare fortissime tempeste di neve che infuriano d’inverno, anche a cielo sereno.
Termine gergale, di origine onomatopeica, indicante lo stile jazzistico sorto a New York nei primi anni 1940 a opera di C. Parker, D. Gillespie, K. Clarke, T. Monk e B. Powell. Rinnovò radicalmente gli elementi formali dell’improvvisazione jazzistica,...