esclamazione
esclamazióne s. f. [dal lat. exclamatio -onis]. – L’esclamare, e più spesso, in senso concr., la parola o le parole dette esclamando: prorompere in esclamazioni; un’e. di gioia, di dolore, [...] , mimica facciale, ecc., per cui sta spesso ai margini del linguaggio articolato; un puro gesto vocale sono le interiezioni come ahi!, oh!, ecc., e poco di più quelle del tipo per bacco!, accidenti! e simili, in cui il valore semantico delle parole è ...
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formoso
formóso agg. [dal lat. formosus, der. di forma «aspetto, bellezza»]. – Di forme ben fatte e piuttosto piene, detto del corpo e delle membra: uomini f. e membruti (Dante); più spesso di donna: [...] era formosa e di piacevole aspetto (Boccaccio); una ragazza molto formosa. Con sign. più classico, nell’uso letter., dotato di una bellezza maestosa: oh qual ti veggio, Formosissima donna! (Leopardi). ◆ Dim., scherz., formosétto. ...
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oddio
oddìo interiez. – Pronuncia e grafia unita, molto frequente, della esclam. oh Dio (v. dio2, n. 1 b), usata, con intonazioni diverse (e soltanto in certi contesti ripetuta due volte), per esprimere [...] sentimenti di varia natura: per es., spavento, agitazione (o., l’ha colpito sulla testa!; o. o.! Ti senti male?; o. o., s’è bruciato l’arrosto!), dubbio, incertezza (o., non so proprio quale sia la scelta ...
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esecrando
eṡecrando agg. [dal lat. exsecrandus, gerundivo di exsecrari: v. esecrare], letter. – Degno d’essere esecrato (è più forte che esecrabile): l’e. misfatto; Oh terror! Del conflitto esecrando [...] La cagion e. qual è? (Manzoni) ...
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imprendere
imprèndere v. tr. [lat. *imprehendĕre, comp. di in-1 e prehendĕre «prendere»] (coniug. come prendere). – 1. Intraprendere, dare inizio a un’opera, a un’attività: i. a fare, a scrivere; i. [...] . una guerra; Quando con tanto amore L’uomo a’ suoi studi intende? O torna all’opre? o cosa nova imprende? (Leopardi); Oh quante volte ai posteri Narrar sé stesso imprese (Manzoni). 2. ant. Apprendere, imparare: a imprender filosofia il mandò a Atene ...
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puzzo
s. m. [lat. *pūtium, der. di pūtēre «puzzare»]. – 1. Cattivo odore, odore sgradevole, nauseabondo: un p. tremendo, insopportabile, nauseante; p. da levare il fiato; p. di carne andata a male; p. [...] marce; p. di stantio, di fumo, di fritto; apri la finestra: c’è p. di chiuso in questa stanza. Con uso metaforico: Oh quanto fora meglio esser vicine Quelle genti ch’io dico ... Che averle dentro e sostener lo puzzo Del villan d’Aguglion, di quel da ...
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patullare
v. intr. e tr. [etimo incerto], fam. tosc. – 1. intr. pron. Spassarsela, godersela, trovare gusto in qualcosa: patullarsi nell’ozio; sono lavori di precisione, ma lui ci si patulla. 2. tr. [...] a. Patullarsi qualcuno, divertirsi alle sue spalle. b. Per estens., palleggiare, cullare: p. un bambino; anche dondolare, sballottare: Oh! il poveromo! Ha l’ali, al volo è pronto; Ma è confitto, e lo patulla il vento (Pascoli, di uno spaventapasseri ...
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desiderativo
agg. e s. m. [dal lat. tardo desiderativus]. – 1. agg. Che esprime desiderio: congiuntivo d. (o ottativo), in grammatica latina, quello con cui si esprime un desiderio (per es.: velim «vorrei»; [...] utinam pater adesset «oh, se il padre fosse qui», ecc.). Anticam. significò anche «desiderabile» e «desideroso». 2. s. m. In morfologia, formazione verbale, la quale indica il desiderio di compiere l’azione espressa dal tema del verbo. Il ...
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meraviglia
meravìglia (tosc. o letter. maravìglia) s. f. [lat. mīrabĭlia, propr. «cose meravigliose» (pl. neutro dell’agg. mīrabĭlis «mirabile, meraviglioso»), con alterazione della quantità e del timbro [...] m.; non ti nascondo la mia m.; puoi immaginare la mia m. quando mi accorsi che ...; un’esclamazione, un grido, un «oh!» di meraviglia. Con riferimento a ciò che provoca il sentimento: suscitare m., riempire di m., e più letter. destare, muovere m. o ...
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inquisire
inquiṡire v. tr. e intr. [tratto da inquisizione, e retroformazione del part. pass. inquisito, che è dal lat. inquiisitus, part. pass. di inquirĕre «fare indagini»] (io inquiṡisco, tu inquiṡisci, [...] . su tutto il mio passato; è gente pettegola, che vuol sempre i. su tutto e su tutti; e con uso assol.: – Oh che sant’uomo! ma che tormento! ... anche sopra di sé; purché frughi, rimesti, critichi, inquisisca (Manzoni). ◆ Part. pass. inquiṡito (v. la ...
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o (oh; ohi)
Riccardo Ambrosini
1. Delle particelle interiettive o, oh e ohi l'uso è limitatissimo nella Vita Nuova (7 volte o, 5 oi), nelle Rime (5 volte o e 6 oh) e nel Convivio (11 volte o, 21 oh) e assente nel Fiore e nel Detto, mentre...
Manibus, oh, date lilïa plenis
È un emistichio virgiliano (Aen. VI 883), in cui è inserita la particella vocativa per formare l'endecasillabo. Con queste parole - che nell'Eneide Anchise pronuncia a proposito del giovane Marcello - viene accolta...