santuario
santüàrio s. m. [dal lat. tardo sanctuarium, der. di sanctus «santo», sul modello di sacrarium «sacrario»; il sign. 3 b è dovuto a influenza dell’ingl. sanctuary]. – 1. Nelle varie tradizioni [...] di Assisi. 2. Per estens., chiesa in genere o tempio, luogo santo delle varie religioni (la sinagoga per gli ebrei, la moschea per i musulmani, ecc.): entrare nel s.; il rispetto dovuto al s.; Il gemer lungo di persona morta Chiedente la venal prece ...
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carabinierese
s. m. (scherz. iron.) Il linguaggio tipico dei carabinieri. ◆ Antonio Pennacchi […] Ha preso un gialluccio -- il delitto di Cori, due fidanzatini massacrati con il record mondiale di coltellate, [...] circo del «trans tour» e del «puttan tour», nel pantano della prostituzione di strada. Acqua Acetosa, via Salaria, la Moschea, il lungotevere. Molti (molte) scappano, parecchi finiscono nella rete. Il bilancio del mattinale riporterà, nel più limpido ...
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papasso
s. m. [dal gr. biz. παπάς o παππᾶς (gr. class. πάπ(π)ας «padre»: v. papa1), da cui deriva pure il turco papaz «prete cristiano o musulmano» usato anche nella lingua franca, donde il sign. ital. [...] ; fare il p., assumere atteggiamenti da grand’uomo, darsi arie di superiorità. In passato, denominazione degli addetti alla moschea nella religione musulmana: Chiamando in testimonio il gran Maumette, Sul libro ch’in man tiene il suo papasso, Ciò ...
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reislamizzare
v. tr. Riportare a una dimensione religiosa islamica di tipo teocratico. ◆ Nel 1991 l’imam Achemi Sahnouni predica a Belcourtun, un quartiere di Algeri, nella moschea soprannominata «Kabul». [...] Invita i suoi seguaci a reislamizzare la corrotta società algerina. (Foglio, 19 agosto 1998, p. 4) • Da Riad si dipartono le opere «culturali» caritative e religiose allo scopo di reislamizzare le società ...
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zavia
żàvia (o żàuia; anche żàviet o żàuiet) s. f. [adattam. dell’arabo zāwiya 〈∫àauiia〉, in origine «angolo», quindi «cella di eremita» e «piccolo oratorio»; pl. zawāyā]. – Complesso e centro per l’esercizio [...] del culto e l’insegnamento religioso musulmano, costituito di norma da una moschea, dalla tomba di un santo, e da altri edifici o ambienti destinati ad alloggio e alla didattica, talvolta anche al commercio, caratteristico dell’Africa settentrionale. ...
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meschita
s. f. [dallo spagn. mezquita, che è dall’arabo màsgid (der. di sagiad «prosternarsi»), noto ai Crociati nell’adattam. armeno mzkith], ant. o poet. – Moschea: Ardea palagi, portici e meschite [...] (Ariosto); pregni di splendore come gli alabastri delle m. (D’Annunzio). La parola è usata da Dante per indicare le torri della città di Dite: già le sue meschite Là entro certe ne la valle cerno (Inf. ...
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iwan
īwān 〈ìiu̯àan〉 s. m., pers. – Nell’architettura islamica, atrio con volta a sesto acuto, noto anche con il nome arabo di līwān; nello schema classico della scuola (madrasa) e della moschea sepolcrale [...] sono presenti, intorno a un cortile centrale, quattro īwān, uno dei quali può essere più grande degli altri, che talora si riducono a semplici nicchie (talvolta invece, come nei palazzi partici di Assur ...
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hezbollizzarsi
v. intr. pron. Entrare nella sfera di influenza e di dominio di Hezbollah. ◆ Oggi Israele fronteggia la situazione più difficile e pericolosa della sua esistenza. Nessuna delle condizioni [...] è come una cortina di nebbia destinata a dissiparsi al primo vento di guerra. Gaza si è «hezbollizzata» in una moschea ed è un gigantesco deposito bellico. (Giorgio Israel, Foglio, 4 maggio 2007, Inserto, p. II).
Derivato dal nome proprio arabo ...
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amputazione
amputazióne s. f. [dal lat. amputatio -onis.]. – 1. Asportazione totale di un arto o di un suo segmento sia mediante intervento chirurgico operato soprattutto in casi di gravi lesioni, di [...] consistente nel ricavare da una parola un’altra, di diverso significato, con la soppressione dell’ultima lettera (per es.: moschea - mosche), o anche, nella cosiddetta a. sillabica, mediante soppressione di una sillaba (per es. lucciola - luccio ...
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sciarra
s. f. [prob. dall’arabo šarra(h) «ostilità» (cfr. sicil. scèrra)], ant. o region. – Rissa clamorosa e violenta: Un dì ch’io fe’ nella moschea poi sciarra E ch’io v’uccisi il mio vecchio papasso [...] (Pulci); sai La cagion della sc. e la fine (D’Annunzio) ...
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Complesso architettonico destinato al culto islamico e all’insegnamento religioso, in origine anche usato come luogo di riunione e di dibattito.
La m. deriverebbe la sua forma architettonica dalla casa a Medina, in cui Maometto era solito riunire...
La Grande Moschea di Cordoba
Simona Artusi
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
La Grande Moschea di Cordova è l’opera più significativa di tutta l’arte islamica in Spagna.
Il...