esistenza
eṡistènza s. f. [dal lat. tardo exsistentia, der. di exsistĕre «esistere»]. – 1. L’esistere, l’esserci: l’e. di Dio, dell’anima, degli uomini, del mondo, delle cose; affermare, negare, provare [...] , lo stato della realtà che può essere oggetto di un’esperienza sensibile; per la filosofia dell’e., v. esistenzialismo. In matematica, si chiama teorema di e. una proposizione la quale dimostri che esiste almeno una soluzione per un dato problema, e ...
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esistenziale
eṡistenziale agg. [dal lat. tardo exsistentialis]. – Dell’esistenza, che riguarda l’esistenza (nel suo sign. più astratto, cioè l’esistere, l’esserci): problemi e.; rapporti e.; angoscia [...] come puri a priori. In psicoterapia, analisi e., metodo fondato da V. E. Frankl (1925), più noto sotto il nome di logoterapia. Per il quantificatore e., in logica matematica, v. quantificatore. ◆ Avv. eṡistenzialménte, in modo esistenziale; in logica ...
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elevare
v. tr. [dal lat. elevare, comp. di e-1 e lĕvare «levare»] (io elèvo, ecc.; alla lat. èlevo, ecc.). – 1. Alzare, innalzare, nel senso di rendere più alto: e. di un piano una casa, facendo una [...] nell’espressione e. a sistema: e. l’arroganza a sistema di vita, e. la corruzione a sistema di governo, e sim. d. In matematica, e. un numero alla 3a, alla 5a potenza, calcolare la 3a, la 5a potenza di quel numero (cioè il prodotto di 3, e ...
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cocleoide
cocleòide s. f. [comp. del lat. cochlea «chiocciola» e -oide; cfr. gr. κοχλιοειδής «a forma di chiocciola»]. – In matematica, curva piana che può ottenersi considerando la famiglia delle circonferenze [...] tangenti tra loro in uno stesso punto e staccando su ciascuna di esse, a partire da tale punto, un arco di lunghezza data: la cocleoide è il luogo degli estremi di tali archi ...
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irriducibile
irriducìbile (letter. o ant. irreducìbile) agg. [comp. di in-2 e riducibile]. – 1. a. Che non si può ridurre, cioè rimpiccolire, restringere, ricondurre a una forma più semplice: il prezzo [...] è fisso, i.; i costi di produzione sono purtroppo irriducibili. b. In matematica, detto di una frazione quando è ridotta ai minimi termini, cioè quando il numeratore e il denominatore sono numeri primi tra loro; più in partic., un polinomio, in una o ...
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algoritmo
(ant. algorismo) s. m. [dal lat. mediev. algorithmus o algorismus, dal nome d’origine, al-Khuwārizmī, del matematico arabo Muḥammad ibn Mūsa del 9° sec. (così chiamato perché nativo di Khwarizm, [...] uso delle cifre arabiche. Nell’uso odierno, anche con riferimento all’uso dei calcolatori, qualunque schema o procedimento matematico di calcolo; più precisamente, un procedimento di calcolo esplicito e descrivibile con un numero finito di regole che ...
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fenomeno
fenòmeno s. m. [dal gr. ϕαινόμενον, part. sostantivato di ϕαίνομαι «mostrarsi, apparire»]. – 1. In filosofia, ciò che appare, che è conoscibile attraverso i sensi, e che può non corrispondere [...] . Cosa o persona singolare, fuori del comune, che desta meraviglia per qualità eccezionali: la tua faccia tosta è un f.; nella matematica è veramente un f.; ha un cavallo da corsa che è un f.; in frasi esclamative, tipo strano, curioso, bizzarro: sai ...
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improprio
impròprio (ant. e pop. impròpio) agg. [dal lat. improprius]. – 1. a. Non proprio, riferito soprattutto a parole, locuzioni e sim. adoperate in un senso o in un modo diverso da quello che hanno [...] durante e mediante, il participio passato eccetto, gli aggettivi lungo, salvo, gli avverbî prima, sopra, ecc. 3. In matematica: a. Frazione i., frazione nella quale il numeratore è maggiore del denominatore, cioè frazione maggiore dell’unità (in ...
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versiera2
versièra2 s. f. [der. di (seno)verso: v. verso1]. – In matematica, la cubica piana razionale avente per equazione (a2 + x2) y = a3, essendo a la lunghezza del diametro di una circonferenza; [...] è detta anche v. dell’Agnesi, dal nome della matematica M. G. Agnesi (1718-1799). ...
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lettera
lèttera (o léttera) s. f. [lat. lĭttĕra; come sinon. di epistŭla il latino adoperava il pl. littĕrae; cfr. il gr. γράμμα, pl. γράμματα, nei due sign]. – 1. a. Ciascuno dei segni con cui si rappresentano [...] alfabetici, le lettere sono spesso assunte, nelle loro varie forme, a rappresentare valori convenzionali in varî usi e discipline. In matematica, per es., si usano le lettere minuscole dell’alfabeto latino per indicare costanti (le prime: a, b, c, d ...
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Insieme delle scienze che studiano in modo ipotetico-deduttivo entità astratte come i numeri e le misure: la m. pura studia i problemi matematici indipendentemente dalla loro utilizzazione pratica; alla m. applicata compete l’elaborazione di...
matematica
matematica termine che deriva dal greco mathematiché (sottinteso téchne, dove máthema significa conoscenza, sapere) e dal corrispondente sostantivo neutro plurale latino mathematica (le cose che riguardano la conoscenza), da cui,...