occhio
òcchio s. m. [lat. ŏcŭlus]. – 1. a. In anatomia, organo di senso, pari, caratteristico dei vertebrati, che ha la funzione di ricevere gli stimoli luminosi e di trasmetterli ai centri nervosi dando [...] ; pregare, supplicare con le lacrime agli o.; asciugarsi gli o.; gli o. non davan lacrime, ma portavan segno d’averne sparse tante (Manzoni); non ha più o. per piangere, di chi ha pianto e sofferto molto; non ha più (o non gli sono rimasti) che gli ...
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vedere
vedére v. tr. [lat. vĭdēre] (pres. indic. védo [letter. véggo, ant. o poet. véggio], védi [ant. véi, vé’], véde, vediamo [ant. o poet. veggiamo], vedéte, védono [letter. véggono, ant. o poet. [...] Amor, io fallo e veggio il mio fallire (Petrarca); «Come?» rispose Agnese: «non vedi quante cose possiamo fare, con tanti danari?» (Manzoni); vedo bene che mi sono sbagliato; non vedo come potrei dirgli di no; non posso fare come tu vuoi: non ne vedo ...
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mondo2
móndo2 s. m. [lat. mŭndus (voce d’incerta origine), che designò dapprima la volta celeste e i corpi luminosi che la popolano, poi la Terra e i suoi abitanti, assumendo poi, nel linguaggio della [...] al m., generare, partorire; venire al m., nascere: io son venuta al m. prima di voi; e il m. lo conosco un poco (Manzoni); essere al m., esser vivo, essere nato; essere solo al m., non avere nessuno al m., non avere più né famiglia né familiari, aver ...
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testa1
tèsta1 s. f. [lat. tardo testa «cranio, testa», in origine «conchiglia, guscio, vaso», attraverso un uso metaforico]. – 1. Parte del corpo animale in cui si apre la bocca e che contiene il cervello [...] testa, che abbia t., che abbia buona t.; mandare anche altri, de’ più disinvolti e di buona t., a mescolarsi con la gente (Manzoni); aveva poca t. per lo studio, e perciò gli fecero imparare un mestiere; con senso più generico: non ho la t., io, per ...
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rispètto (ant. respètto) s. m. [lat. respĕctus -us «il guardare all’indietro; stima, rispetto»]. – 1. a. Sentimento e atteggiamento di riguardo, di stima e di deferenza, devota e spesso affettuosa, verso [...] e della mia famiglia; La prego di porgere i miei r. alla sua consorte; quei signori eran partiti, lasciando i loro rispetti (Manzoni). 2. a. Sentimento che porta a riconoscere i diritti, il decoro, la dignità e la personalità stessa di qualcuno, e ...
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stòria (ant. o letter. istòria) s. f. [dal lat. historia, gr. ἱστορία, propr. «ricerca, indagine, cognizione» da una radice indoeur. da cui il gr. οἶδα «sapere» (e ἴστωρ «colui che sa») e il lat. vid- [...] la s. fu quando ...; e intanto mi tocca andar con lui! in quel castello! Oh che storia! che storia! che storia! (Manzoni). Sempre in senso generico, nell’uso com., seguito di fatti (anche non importanti), in quanto se ne abbia conoscenza e siano tra ...
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miṡura s. f. [lat. mensūra, der. di mensus part. pass. di metiri «misurare»]. – 1. a. Il valore numerico attribuito a una grandezza, ottenuto ed espresso come rapporto tra la grandezza data e un’altra [...] , mezzo di comparazione: guai s’io dovessi prender la mia debolezza per m. del dovere altrui, per norma del mio insegnamento! (Manzoni); l’uomo è la m. di tutte le cose (sentenza di Protagora, citata da Platone); il rispetto per i diritti umani è ...
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prendere
prèndere v. tr. [lat. prehĕndĕre e prĕndĕre] (pass. rem. io prési [ant. prendéi, prendètti], tu prendésti, ecc.; part. pass. préso [ant. priso]). – 1. Afferrare cosa o persona con le mani o [...] a fuggire; Poi le schiere a ferir prese, vibrando Le mortifere punte (V. Monti); i fatti che prendiamo a raccontare (Manzoni). Seguito da per con un sost. indicante luogo, avviarsi, incamminarsi attraverso: p. per i campi, p. per un sentiero nascosto ...
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buono1
buòno1 (pop. bòno) agg. [lat. bŏnus] (premesso al sostantivo, si tronca in buon davanti a vocale e davanti a consonante seguita da vocale o da l o da r). – 1. Rispondente all’idea del bene morale; [...] c’è voluto del b. a persuaderlo; ogni tanto pozze, da volerci del buono e del bello a levarne i piedi, non che le scarpe (Manzoni); non com., di buono, sul serio, con tutto l’impegno: farò di b., e vi anderò, e ve lo lascerò meglio disposto che mai ...
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levare
v. tr. [lat. lĕvare «alleviare, alleggerire, alzare», der. di lĕvis «leggero»] (io lèvo, ecc.). – 1. a. Lo stesso che alzare, nel suo primo e più generico sign., cioè sollevare in alto: l. le [...] che s’era inoltrato a quel modo nella povera casetta, non era altro che il Griso, il quale veniva per levarne a occhio la pianta (Manzoni). 6. s. m. a. In astronomia, il sorgere di un astro sull’orizzonte di un dato luogo: il l. del Sole, della Luna ...
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Scrittore italiano (Milano 7 marzo 1785 - ivi 22 maggio 1873). Autore tra i massimi della letteratura, con I promessi sposi realizzò, anche per l'uso di una lingua nazionale, un modello fondamentale per la successiva letteratura, che costituì inoltre l'esito...
Attrice (n. Padova 1745 circa), primeggiò in ogni genere per talento drammatico e intelligenza e fu acclamatissima a Livorno (1766) e a Venezia (1768-74). Si ritirò nel 1774; aveva sposato (1762) il comico G. B. Manzoni.