acromegalia
acromegalìa s. f. [dal fr. acromégalie, comp. di acro- «acro-» e -mégalie «-megalia»]. – Malattia endocrina dell’età adulta, dovuta a esagerata attività funzionale dell’ipofisi con eccessiva [...] produzione dell’ormone dell’accrescimento o somatormone: esteriormente si manifesta con un aumento di volume delle mani e dei piedi, del naso, delle arcate orbitali, delle labbra, talora della lingua; nei casi più gravi, in cui esiste un adenoma dell ...
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palleggiare
v. tr. [der. di palla1] (io palléggio, ecc.). – 1. a. Esercitarsi con la palla, facendola saltellare e rimbalzare, gettandola e riprendendola o, in un gioco di squadra, lanciandosela a vicenda; [...] ), agitandola come per soppesarla ed equilibrarla prima di fare il lancio o di sferrare il colpo: p. l’asta, la clava. b. estens. Cullare, sballottare con dolcezza: E dolcemente tra le mani alquanto Palleggiato l’infante, alzollo al cielo (V. Monti). ...
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acromicria
acromicrìa s. f. [comp. di acro- e tema del gr. μικρός «piccolo»]. – Nel linguaggio medico, anormale piccolezza delle mani e dei piedi, quale per esempio si ha nella sclerodattilia. ...
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tromba
trómba s. f. [da un germ. *trumba, voce di origine onomatopeica]. – 1. a. Strumento a fiato, d’ottone, a bocchino, in uso con forme diverse fin dall’antichità più remota per segnali e quindi, [...] l’erga (Ariosto). Di uso ant. le locuz. fig. venire, tornare, andarsene con le t. nel sacco, senza avere concluso nulla, a mani vuote, delusi, scornati (cioè, come si dice ancora oggi, con le pive nel sacco): E colle t. nel sacco ne venne (Pulci). b ...
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scarno
agg. [der. (propr. part. pass. senza suffisso) di scarnare]. – 1. Molto magro e asciutto, detto del corpo o di alcune sue parti: Cresciuto il naso par nel viso s. (Ariosto); gli estenuati, i vecchi, [...] i fanciulli, alzavano le mani s. (Manzoni). 2. In senso fig.: a. Povero, carente, insufficiente nell’argomentazione e nella documentazione: un saggio critico s.; una relazione troppo scarna. b. Privo di qualsiasi ornamento, spoglio di artifici e ...
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acroparestesia
acroparesteṡìa s. f. [comp. di acro- e parestesia]. – Nel linguaggio medico, sensazione di formicolio tormentoso o doloroso, continua o parossistica, localizzata ai segmenti estremi degli [...] arti (mani, polpastrelli delle dita, piedi); compare prevalentemente in donne nell’età matura. ...
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carpone
carpóne (o carpóni) avv. [prob. connesso con il lat. carpĕre «carpire» e anche «brucare, pascolare»]. – Indica la posizione di chi sta o avanza posando i piedi e le mani a terra: camminare, strisciare [...] c.; i pedoni degli Aretini si metteano carpone sotto i ventri de’ cavalli (Compagni). Anche raddoppiato, quando il movimento si prolunga o è più faticoso: andò carpon carponi verso l’orlo di quel gran ...
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incatenare
v. tr. [der. di catena] (io incaténo, ecc.). – 1. Legare con catena, mettere in catene: i. un cane ringhioso; i prigionieri furono incatenati e chiusi nella cella. Fig., tenere strettamente [...] con quelli veri. d. rifl. Congiungersi, collegarsi strettamente. ◆ Part. pass. incatenato, anche come agg.: lo fece porre, Incatenato e mani e piedi e collo, Nel tenebroso fondo d’una torre (Ariosto); fig.: è incatenato al suo lavoro dalla mattina ...
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ladro
s. m. (f. -a) [lat. latro (-onis)]. – 1. a. Chi ruba, chi si appropria indebitamente di beni altrui, violando con astuzia, o col ricorso all’inganno, alla frode, e di solito agendo di nascosto [...] l.; cassiere l., fattore l.; gente l.; piove, governo ladro! (v. piovere); il gatto e la volpe sono l. di natura; estens., mani l.; fig., occhi l., belli, vivaci (propr., che rubano il cuore). c. Proverbî e modi proverbiali: l’occasione fa l’uomo l ...
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molliccio
mollìccio agg. e s. m. [der. dell’agg. molle] (pl. f. -ce). – Di consistenza alquanto molle; ha sempre valore un po’ spreg. e include spesso l’idea di cosa umidiccia o viscida al tatto: sentendosi [...] giungere co’ piedi su una cosa m. (Sacchetti); mani m.; una massa inerte e molliccia. Anche in senso fig.: un uomo m., privo di carattere, fiacco. Come sost., con valore neutro, cosa o roba molliccia: toccò qualche cosa di m. che gli diede una ...
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Maní Centro del Messico (2500 ab. ca.), nello Stato dello Yucatán, 17 km a E di Ticul. Nei suoi pressi si trovano le rovine dell’omonima città maya, fondata dai Tutul Xiu nel 15° secolo. Dopo la distruzione di Mayapán, divenne centro del culto...
Nome con cui gli antichi Romani designarono le anime dei defunti. Originariamente affini alle divinità infernali (e la dea Mania si considerava loro madre), divennero dall’età augustea le anime placate degli antenati, oggetto di culto personale...