dovunque
dovùnque avv. [comp. di dove e -unque]. – 1. In qualunque luogo dove (seguito da un verbo di quiete o di moto, all’indicativo o al congiuntivo): D. io son, dì e notte si sospira (Petrarca); [...] (come negli esempî dati); ma si adopera anche, meno propriam., come avv. indefinito, con il sign. di dappertutto, in ogni luogo: si trova dovunque. 2. ant. Con valore temporale, ogni volta che: secondando il parlare mio d. bisognerà (Machiavelli). ...
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posatura
s. f. [der. di posare]. – 1. Con riferimento a liquidi, il fatto di posare, di sedimentare: attendere la p. del caffè; soluzione di lenta o rapida posatura. Più spesso, in senso concr., il sedimento [...] del corpo, delle membra: certi atti suoi familiari, certe guardature a traverso, certe p. sdegnose non si possono scrivere (Machiavelli). b. Pausa con cui, in uno scritto (mediante la punteggiatura) o in un discorso orale, si suddividono le singole ...
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suto
part. pass. [da essuto, per aferesi]. – Forma anticam. usata al posto di stato, part. pass. di essere: Avendo lui appena conosciuto Per lo gran polverio che v’era suto (Boccaccio); e’ principati [...] sono o ereditarii de’ quali el sangue del loro signore ne sia suto lungo tempo principe, o e’ sono nuovi (Machiavelli). ...
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tratta
s. f. [der. di trarre, part. pass. tratto]. – 1. ant. o raro. a. L’azione del trarre, del tirare, e anche la quantità, l’estensione di ciò che si è tirato, lo spazio per cui si è tirato: Dopo [...] prendere in trappola: i Toscani per vedere se potevano avere quello [Fulvio] alla t., posono uno aguato propinquo a’ campi romani (Machiavelli). 3. a. ant. Esportazione di merci e anche licenza e dazio di esportazione: t. aperta o libera era detta l ...
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trattare
v. tr. [dal lat. tractare, der. di tractus, part. pass. di trahĕre «trarre»]. – 1. a. Maneggiare, usare strumenti o arnesi inerenti alla propria attività professionale, spec. artistica, e che [...] e amistà (Boccaccio); perché e’ potesse t. con più reputazione la pace con il Re, lo feciono oratore per il popolo fiorentino (Machiavelli); t. la tregua, la resa; t. un affare; t. la cessione di un’azienda, la fusione di due società; con uso intr ...
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suzzacchera
sużżàcchera s. f. [dal gr. tardo ὀξυσάκχαρον, comp. di ὀξύς «acre, acido» e σάκχαρον «zucchero»; cfr. zozza], tosc., ant. o raro. – 1. Bevanda, pozione medicinale con aceto e zucchero: noi [...] medici e alli sciroppi e alle s., che sapete quello che costono (Sacchetti); cacasangue! io non voglio cotesta s.; a me non l’appiccherai tu! (Machiavelli). 2. fig., non com. Cosa lunga e noiosa: un discorso di un’ora e mezzo: una bella suzzacchera! ...
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urtare
v. tr. e intr. [dal provenz. ant. urtar, che è prob. un der. del franco *hurt «ariete»]. – 1. tr. a. Sbattere casualmente e con una certa violenza contro qualcuno o qualcosa: u. qualcuno passando, [...] una questione d’interesse; non erano ... ancora venuti alle armi, ma solamente ne’ magistrati e ne’ Consigli si urtavano (Machiavelli). 2. intr. (aus. avere) Sbattere con violenza; dar contro; cozzare: la barca urtò in uno scoglio; urtai contro un ...
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affaticare
v. tr. [der. di fatica] (io affatico, tu affatichi, ecc.). – 1. Stancare con eccessiva fatica: a. il corpo, la mente, gli occhi; lo studio mi affatica; anche, a. una macchina, un motore, sottoporli [...] , pronta alla fatica: [l’imperatore della Magna] è sopportatore di ogni fatica quanto alcun altro affaticante uomo (Machiavelli). ◆ Part. pass. affaticato, anche come agg., stanco, stremato per la fatica: appariva affaticato più del solito; Salute ...
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soprascritto
agg. [comp. di sopra- e scritto]. – 1. Scritto o descritto sopra; nominato, esposto, narrato in precedenza: appunto erano compiuti li nove anni appresso l’apparimento s. di questa gentilissima [...] (Dante); cominciandomi, adunque, alle prime s. qualità, dico come sarebbe bene essere tenuto liberale (Machiavelli). 2. In paleografia, detto sia delle lettere o parole aggiunte nell’interlinea, sia delle letterine che, sovrapposte ad altre lettere, ...
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svaligiare
v. tr. [der. di valigia, col pref. s- (nel sign. 3)] (io svalìgio, ecc.). – 1. Portare via, con un furto o con una rapina, denaro e oggetti preziosi introducendosi negli ambienti in cui sono [...] , che erano ne’ borghi fuori della terra, e mandò la metà del suo campo ad s. le loro genti d’arme (Machiavelli). c. In usi fig. e talora scherz., fam., svuotare le tasche di qualcuno, sottraendogli denaro, o farsi astutamente regalare oggetti di ...
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Pensatore e letterato (Firenze 3 maggio 1469 - ivi 21 giugno 1527). Figlio di Bernardo, dottore in legge (1430 o 1431-1500), e di Bartolomea de' Nelli. Grazie ai Ricordi del padre relativi agli anni 1474-87, sappiamo che studiò grammatica dal...
Pittore (n. Firenze 1418 - m. forse Pisa 1479). Formatosi a Firenze, sugli esempî di Filippo Lippi e del Pesellino, fu poi attivo a Lucca e a Pisa dove è documentato fino al 1475. Tra le numerose opere, caratterizzate da un'accentuata preziosità...