prono
pròno agg. [dal lat. pronus, der. della prep. pro «in avanti»]. – 1. Chinato, piegato verso terra: stava p. e immobile; stare, giacere, dormire p., con il ventre in giù (contr. di supino); gettarsi [...] a una condotta, a un comportamento (soprattutto in senso negativo): sendo gli uomini più p. al mal che al bene (Machiavelli); l’intellettuale e il retore ... proni al servilismo e alla cortigiana adulazione (B. Croce). b. Tendente ad assoggettarsi ...
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ambiguita
ambiguità s. f. [dal lat. ambiguĭtas -atis]. – L’essere ambiguo, possibilità di essere variamente interpretato: a. di una frase, di un passo, di un testo; e le parole stesse ambigue: evitare [...] ogni a.; risolvere un’ambiguità. Doppiezza, modo ambiguo di comportarsi: l’a. del suo carattere, del suo procedere. Anche, meno com., irresolutezza, perplessità: stando in questa a., mandò a dire ... (Machiavelli). ...
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pronosticare
(non com. prognosticare) v. tr. [der. di pronostico (o prognòstico)] (io pronòstico, tu pronòstichi, ecc., non com. io prognòstico, ecc.). – Predire, preannunciare cose future, sul fondamento [...] una malattia. Con soggetto di cosa, e con valore causativo, far prevedere, dare indizio di: innanzi che seguino i grandi accidenti in una città o in una provincia, vengono segni che gli pronosticono (Machiavelli); queste nuvole pronosticano tempesta. ...
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castello
castèllo s. m. [lat. castĕllum, dim. di castrum «castello, fortezza»] (pl. -i; ant. le castèlla, femm.). – 1. a. Edificio fortificato, cinto di mura con torri, eretto nell’età medievale per [...] di case, borgo, circondato di mura e per lo più situato su un’altura: Santa Fiore, c. di cento case (Machiavelli); di qui il toponimo Castello di parecchie città e villaggi (i Castelli Romani, Castelfiorentino, Castelfranco Veneto, ecc.). 3. Usi fig ...
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raccapezzare
v. tr. [der. del lat. capĭtium «estremità»; cfr. capezzo, accapezzare] (io raccapézzo, ecc.). – 1. a. Ritrovare e mettere insieme con una certa diligenza e fatica: r. denari, notizie, esempî, [...] in mezzo al sonno, tardò a raccapezzarsi, a trovare il biglietto (I. Calvino). 2. ant. Accomodare, aggiustare (una faccenda, una questione, ecc.): sarebbeci modo a raccapezzare questa cosa, e che noi non ci facessimo tenere pazzi? (Machiavelli). ...
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conviviale
(o convivale) agg. [dal lat. convivialis e, più com., convivalis]. – 1. letter. Di convivio, relativo ai conviti: una riunione c.; l’allegria c.; i convivali piaceri (Machiavelli); ella era [...] ... l’arbitra delle eleganze conviviali (D’Annunzio); carmi convivali (lat. carmina convivalia), canti con cui i Romani antichi – secondo un’usanza diffusa presso i Greci – celebravano durante i banchetti ...
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adonestare
(ant. aonestare) v. tr. [der. di onesto] (io adonèsto, ecc.), letter. – Fare apparire onesto, giustificare: la virtù di chi benefica adonesta i benefizî (Foscolo); pensò di adonestare con [...] una onesta cagione la disonestà dell’animo suo (Machiavelli). ...
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commedia
commèdia (raro comèdia, ant. commedìa o comedìa) s. f. [dal lat. comoedia, e questo dal gr. κωμῳδία, che prob. significava in origine «canto (ᾠδή) del festino (κῶμος)»]. – 1. In senso ampio [...] romana. c. Nella letteratura italiana del Cinquecento, c. erudita, d’imitazione classica, che ebbe come massimi autori Ariosto, Machiavelli, il Bibbiena e l’Aretino. d. Nel Seicento e nel primo Settecento, c. dell’arte (detta così perché, per ...
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randagio
randàgio agg. [prob. der. di randa] (pl. f. -gie o -ge). – Che vaga, che si aggira qua e là, senza una sede fissa: quando io era più giovane, io son stato molto r. (Machiavelli); per estens., [...] fare vita r.; più com., di animale che vaga solo, senza padrone o fuori del suo branco: cane r., gatti r.; pecore randagie. In usi letter., con sign. estens.: nuvole che vanno r. pel cielo; o fig.: le ...
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Pensatore e letterato (Firenze 3 maggio 1469 - ivi 21 giugno 1527). Figlio di Bernardo, dottore in legge (1430 o 1431-1500), e di Bartolomea de' Nelli. Grazie ai Ricordi del padre relativi agli anni 1474-87, sappiamo che studiò grammatica dal...
Pittore (n. Firenze 1418 - m. forse Pisa 1479). Formatosi a Firenze, sugli esempî di Filippo Lippi e del Pesellino, fu poi attivo a Lucca e a Pisa dove è documentato fino al 1475. Tra le numerose opere, caratterizzate da un'accentuata preziosità...