occultismo
s. m. [der. di occulto]. – Complesso di dottrine fondate su una concezione religiosa, metafisica e fisica dell’universo che presuppone l’esistenza, al fondo della realtà, di forze dinamiche, [...] personali o impersonali, fisiche o psichiche, inconoscibili con gli strumenti della logica o della scienza matematica e sperimentale (da questo punto di vista restano «occulte»), ma con le quali si possono stabilire rapporti attraverso strumenti ...
Leggi Tutto
potenziale
agg. e s. m. [dal lat. tardo potentialis, der. di potentia «potenza»]. – 1. agg. a. Nel linguaggio filos., che concerne la potenza, che è in potenza (nel senso partic. per cui potenza si contrappone [...] ad atto): intelletto p., che è capace di ricevere gli intelligibili. b. Analogam., in logica e in matematica, infinito p., v. infinito, n. 2 b. Nel linguaggio com., che ha aspetto, qualità, possibilità, e sim., che non si sono ancora manifestate o ...
Leggi Tutto
v, V
(vu, meno com. vi, ant. o region. ve 〈vé〉) s. f. o m. – Ventunesima lettera dell’alfabeto latino. Fino almeno al sec. 16° ha avuto una storia comune con la lettera U, di cui costituiva una variante [...] e a 32 v; in matematica, v rappresenta la lunghezza (o modulo) di un vettore, e v oppure M̅ il vettore stesso; in logica matematica, V indica il valore di verità vero (contrapp. a F che sta per falso). Nel sistema di numerazione romana, il segno V ...
Leggi Tutto
eccettivo
agg. [der. del lat. exceptus, part. pass. di excipĕre «eccepire»]. – Lo stesso che eccettuativo; è termine limitato al linguaggio della logica formale. ...
Leggi Tutto
ab absurdo
locuz. lat. (propr. «dall’assurdo»). – Argomentazione ab a.: nella logica classica, argomentazione volta a dimostrare la verità di una proposizione, attraverso gli assurdi che deriverebbero [...] ammettendo la proposizione contraria. La locuz. ital. equivalente è per assurdo, usata anche per dimostrazioni matematiche o con valore più generale (dimostrare, ragionare, argomentare, e dimostrazione, ...
Leggi Tutto
tetralemma
tetralèmma s. m. [comp. di tetra- e gr. λῆμμα «premessa», sul modello di dilemma] (pl. -i). – In logica, forma di argomentazione che potrebbe dirsi un dilemma raddoppiato, in quanto vi sono [...] enumerati quattro casi, tutti implicanti conseguenze sfavorevoli alla tesi avversaria, e oltre i quali non è dato escogitare possibilità diversa ...
Leggi Tutto
reductio ad absurdum
〈redùkzio ...〉 locuz. lat. (propr. «riduzione all’assurdo»), usata in ital. come s. f. – In logica, locuzione (anche reductio ad impossibile) equivalente all’ital. dimostrazione [...] per assurdo (v. assurdo) ...
Leggi Tutto
eccettuativo
agg. [der. di eccettuare]. – Che serve a eccettuare, a denotare eccezione; sono così chiamate da alcuni grammatici le cong. fuorché, tranne e sim. Nella logica formale, proposizione e. (o [...] eccettiva), proposizione che eccettua qualche cosa da ciò che afferma e che in realtà equivale a due proposizioni: per es., la frase «tutti corrono, eccetto Tizio» si può risolvere in «tutti corrono, Tizio ...
Leggi Tutto
anatreptica
anatrèptica (o anatrèttica) s. f. [dal gr. ἀνατρεπτική (τέχνη), der. di ἀνατρέπω «rovesciare»]. – Nella logica antica, quell’arte speciale della dialettica agonistica che ha per scopo di [...] rovesciare le tesi avversarie ...
Leggi Tutto
nomologico
nomològico agg. [der. di nomologia] (pl. m. -ci). – In filosofia della scienza, che ha forma di legge, relativo a leggi: enunciato, generalizzazione n.; il sapere n. delle scienze naturali. [...] -deduttivo, nell’epistemologia neopositivistica, forma di spiegazione a cui si conformerebbero le spiegazioni scientifiche; consiste nella deduzione logica, da leggi universali e asserzioni singolari, dell’enunciato descrivente l’evento da spiegare. ...
Leggi Tutto
Filosofia
Disciplina che studia le condizioni di validità delle argomentazioni deduttive.
La l. antica
I vocaboli ἡ λογική (τέχνη), τὰ λογικά si stabilizzarono nel significato di «teoria del giudizio e della conoscenza» nell’ambiente protostoico,...
logica
Il termine designa l'insieme delle dottrine che presiedono al corretto uso dell'argomentazione e del linguaggio al fine di stabilire la verità o la falsità di un enunciato. Il termine l. non occorre nelle opere dantesche, ma occorre...