grosso1
gròsso1 agg. [lat. tardo grŏssus]. – 1. In senso relativo, di oggetto che ha una certa grossezza (la quale è precisata da un’espressione numerica, o è genericamente determinata da un avverbio [...] di fine); fig., bere grosso, credere a tutto ciò che si sente dire, prestare fede a qualsiasi fandonia. 6. Locuzioni avv.: a. In grosso, in generale, all’ingrosso (locuz., questa, molto più com., benché linguisticamente meno corretta: v. ingrosso ...
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presso1
prèsso1 avv., prep. e s. m. [lat. presse «strettamente», avverbio der. di pressus, part. pass. di premĕre «premere»]. – 1. avv. Vicino, in luogo non lontano da quello in cui si parla o a cui [...] ferroviaria, v. bagaglio. Preceduto dalle prep. di e da, o in composizione con esse (v. dipresso, dappresso), dà luogo a locuzioni avv.: la risposta Farem noi a Chirón costà di presso (Dante), con sign. equivalente al semplice presso; a un di presso ...
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buccia
bùccia s. f. [etimo incerto] (pl. -ce). – 1. Corteccia delle piante, quand’è ancora molle: innestare a buccia. 2. Nel frutto, involucro più o meno consistente, variamente colorato, che riveste [...] di mandorle e sim. 3. a. La pelle di alcuni animali, come le serpi. b. scherz. La pelle dell’uomo, spec. in locuzioni fig.: avere la b. dura (o essere di b. dura), essere resistente alle fatiche, alle intemperie, ai colpi della sorte; quindi la vita ...
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arrivo
s. m. [der. di arrivare]. – 1. a. Il fatto e il momento di arrivare: l’a. del treno, di una persona cara, di un pacco; l’a. delle rondini in primavera; chiedere, comunicare, anticipare, spostare [...] lato arrivi, il lato da dove escono i viaggiatori che arrivano. Anche, il luogo dove si arriva: ti attenderò all’arrivo. Locuzioni: essere in a., stare per arrivare: sono in a. nuovi modelli (anche col verbo sottinteso: treno in a. sul terzo binario ...
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derogare
v. intr. [dal lat. derogare (con il sign. giur.), comp. di de- e rogare «proporre una legge»] (io dèrogo, tu dèroghi, ecc.; aus. avere). – 1. a. Nel linguaggio giur., e in senso proprio, abrogare [...] in una legge imperativa non possono essere derogate. 2. a. ant. Detrarre, togliere in parte (ma soltanto in alcune locuzioni): d. all’onore, al merito, alla dignità di qualcuno. b. Privare temporaneamente della nobiltà: professioni deroganti (v ...
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buco2
buco2 s. m. [etimo incerto; v. buca] (pl. -chi). – 1. a. Piccola apertura, stretta e per lo più tondeggiante, variamente profonda o che va da parte a parte; un b. nel muro, nel pavimento; un b. [...] col b., non tutto ciò che si tenta riesce bene; i b. del groviera; i b. del mento, delle gote, le fossette. b. Locuzioni fig.: fare un b. nell’acqua, fare un tentativo inutile; fare un b. nel patrimonio, nelle sostanze e sim., ridurre notevolmente i ...
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lepre
lèpre s. f. (region. m. e f.) [lat. lĕpus -pŏris]. – 1. a. Nome comune delle varie specie di roditori leporidi del genere Lepus, diffusi in tutto il mondo; hanno abitudini prevalentemente notturne, [...] più comuni e ricercati. In Italia vivono le specie Lepus europaeus meridiei e Lepus capensis mediterraneus della Sardegna. Locuzioni: andare a caccia di lepri (anche assol., andare alla l.); scovare, puntare la l. (detto del cane); aspettare ...
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bilancia
bilància s. f. [lat. tardo bilanx -ancis, comp. di bi- «due» e lanx «piatto»] (pl. -ce). – 1. a. Strumento per la misurazione del peso di un corpo (o, più esattamente, della sua massa), costituito, [...] : v. aerodinamico, n. 1; b. magnetica, magnetometro per misurare la componente verticale del campo magnetico terrestre. c. Locuzioni e modi fig.: pesare con la b. dell’orafo, pesare (e fig., esaminare, valutare) con scrupolosa esattezza; mettere ...
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budello
budèllo s. m. [lat. botĕllus, dim. di botŭlus «salsiccia»] (pl. -i, in senso fig.; in senso proprio le budèlla, meno com. le budèlle). – 1. Tratto del tubo intestinale; al plur., l’intestino [...] b. del maiale, del pollo; corde di budello, di minugia. Si dice per lo più degli animali; dell’uomo solo in locuzioni volg.: riempirsi le b., mangiare a crepapelle; cavare le b. di corpo a qualcuno, ammazzarlo ferendolo al ventre; sentirsi cascare le ...
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esempio
eṡèmpio (ant. eṡèmplo, exèmpio, essèmpio, essèmplo, essèmpro, assèmplo, assèmpro, e anche aṡèmplo, aṡèmpro) s. m. [dal lat. exemplum, der. di eximĕre «prendere fuori», part. pass. exemptus]. [...] passo d’autore citato per attestare l’uso di un vocabolo o locuzione: il dizionario del Tommaseo è ricco di esempî; l’e. più sono sviluppabili sul piano, basta portare come esempio la sfera). 3. Locuzioni: a. Per esempio (abbrev. p. e., p. es., per ...
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Nella terminologia grammaticale tradizionale locuzione è il nome generico che designa qualunque unità linguistica formata da più parole grafiche: per es., forze dell’ordine, prestare servizio, bello e buono, di male in peggio, fin tanto che,...
LOCUZIONI
Le locuzioni sono gruppi di parole che, in relazione grammaticale tra loro, esprimono un determinato concetto e formano un’unità lessicale. A seconda della funzione che svolgono, si distinguono in