spalancare
v. tr. [der. di palanca1, col pref. s- (nel sign. 5)] (io spalanco, tu spalanchi, ecc.). – Aprire completamente, quanto più è possibile: s. la finestra; un’improvvisa raffica di vento ha spalancato [...] ; per estens., aprirsi allo sguardo: gli si spalancò davanti agli occhi un bellissimo panorama. In senso proprio e fig., in locuzioni in cui l’oggetto è costituito da parti del corpo e organi sensoriali: s. gli occhi, aprirli bene, sbarrarli, per ...
Leggi Tutto
nozze
nòzze s. f. pl. [lat. nŭptiae -arum, der. del tema di nubĕre «prendere marito», che prob. in origine significava «velarsi» (dalla stessa radice di nubes «nube»); la -o- aperta è forse dovuta a [...] basciava (Boccaccio); menatosela a casa, fece le n.; e ci ebbe a morir suso, tante volte gnele [= gliene] fece (Aretino). c. In locuzioni fam. e modi prov.: andare a n., fare qualcosa con grande piacere: non sapete che i soldati è il loro mestiere di ...
Leggi Tutto
sangue
sàngue s. m. [lat. sanguis -ĭnis e sanguĕn -ĭnis; accus. sanguĭnem e anche sanguem]. – 1. a. Liquido organico, opaco, viscoso, di colore rosso (rosso vivo il sangue arterioso, rosso scuro il venoso) [...] ai varî organi e tessuti, dove sono utilizzati a scopi energetici e plastici oppure immagazzinati come materiali di riserva. Locuzioni: s. arterioso, s. venoso (anche, s. rosso, s. blu); la formazione del s., o emopoiesi; la circolazione del s ...
Leggi Tutto
riversare
v. tr. [dal lat. tardo reversare «voltare, rovesciare», comp. di re- e versare «volgere, voltare» (cfr. rovesciare); nel sign. 1, è comp. di ri- e versare] (io rivèrso, ecc.). – 1. Versare [...] mettere in fuga: le inimiche tenebre Fuggono riversate (Parini). b. Versare, buttare, rovesciare addosso, ma solo in alcune locuzioni fig.: riversò su di lui un torrente di improperî; riversa tutto il lavoro più noioso sui suoi dipendenti; ha tentato ...
Leggi Tutto
ossequio
ossèquio s. m. [dal lat. obsequium, der. di obsĕqui «secondare, obbedire, accondiscendere»]. – Sentimento di profondo rispetto e di riverenza verso persona di alto grado o di alti meriti: ho [...] !, tanti o.!, formula con cui si conclude bruscamente una disputa, s’interrompe un ragionamento, o ci si ritira da una discussione. Locuzioni: in (o per) ossequio a qualcuno, per tener fede al rispetto dovutogli: lo faccio solo in o. a tua madre; fig ...
Leggi Tutto
maestro1
maèstro1 (o maéstro) s. m. [lat. magĭster, der. di magis «più»]. – 1. (f. -a) a. In senso ampio, chi conosce pienamente una qualche disciplina così da possederla e da poterla insegnare agli [...] lavoranti non specializzati; in partic., nel linguaggio corrente di marina, l’operaio specializzato di un cantiere navale. In locuzioni fisse: m. muratore; m. di cazzuola, capomastro muratore; m. di pennello, imbianchino, verniciatore; m. di stalla ...
Leggi Tutto
fonte1
fónte1 s. f. (ant. e poet. masch.) [lat. fōns fōntis]. – 1. a. Vena d’acqua a getto continuo: f. perenne; una limpida f.; attingere acqua alla f.; s’è seccata la f.; la f. non butta più; le f. [...] si possono ottenere informazioni o notizie: apprendere, sapere, conoscere da buona f., da f. attendibile, da f. sicura. Locuzioni: andare alla f., ricorrere alla f., attingere una notizia da chi la può dare con certezza, avendone cognizione diretta ...
Leggi Tutto
prepositivo
prepoṡitivo agg. [dal lat. tardo praepositivus, der. di praeponĕre, part. pass. praeposĭtus (v. preposito)]. – Che viene preposto; in partic., in grammatica, detto di parti del discorso che [...] normalmente si prepongono ad altre: articolo p., che precede il nome; più com., di preposizione, locuzioni p., o con funzione p., quelle usate come preposizioni (per es.: «a causa di», «in relazione a», «per conto di», ecc.). ...
Leggi Tutto
avverbio
avvèrbio s. m. [dal lat. adverbium, comp. di ad- «accanto a» e verbum «parola, verbo»]. – Parte invariabile del discorso che determina il verbo (per es., dorme saporitamente) e anche l’aggettivo [...] «con animo forte»); alcuni poi si formano con altri suffissi (per es., penzoloni, ginocchioni, ecc.), o derivano da locuzioni avverbiali (per es., adagio, da ad e agio); altri infine hanno formazione autonoma (per es., bene, male, volentieri ...
Leggi Tutto
cero
céro (ant. cèreo e cèrio) s. m. [dal lat. cereus, agg. «di cera» e s. m. «candela, fiaccola di cera»]. – Grossa candela di cera, usata spec. in chiesa o nelle processioni religiose; c. votivo (anche [...] (detto anch’esso, per estens., cero), che viene benedetto nella veglia pasquale e rimane acceso fino alla messa solenne dell’Ascensione. Locuzioni: diritto come un c., di chi sta diritto con la persona; sta lì che pare un c., impalato come un c ...
Leggi Tutto
Nella terminologia grammaticale tradizionale locuzione è il nome generico che designa qualunque unità linguistica formata da più parole grafiche: per es., forze dell’ordine, prestare servizio, bello e buono, di male in peggio, fin tanto che,...
LOCUZIONI
Le locuzioni sono gruppi di parole che, in relazione grammaticale tra loro, esprimono un determinato concetto e formano un’unità lessicale. A seconda della funzione che svolgono, si distinguono in