patrono
patròno s. m. [dal lat. patronus, der. di pater -tris «padre»]. – 1. Nell’antica Roma, colui che ha manomesso, cioè affrancato, uno schiavo, considerato nel suo rapporto con la persona manomessa, [...] in quanto mantiene verso questa particolari diritti e doveri. 2. (f. -a) Protettore, difensore e sim. Nella liturgia cattolica, il santo (o la santa) che una regione, diocesi, città, comunità religiosa o altro gruppo di fedeli – per antica tradizione ...
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magnificat
‹man’n’ìfikat› s. m. – 1. Nome con cui è indicato, dalla parola iniziale (Magnificat anima mea Dominum «l’anima mia magnifica il Signore»), il cantico che la Vergine Maria recitò allorché [...] andò a visitare Elisabetta (Luca 1, 46-55), recitato o cantato nella liturgia cattolica nei vespri e in molte funzioni in onore della Madonna. 2. Nel linguaggio fam. indica l’azione del mangiare (per accostamento scherz. a magnare): quando arriva l’ ...
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cristocentrismo
s. m. [comp. di Cristo e centro]. – Concezione propria della teologia cristiana (soprattutto in alcune formulazioni della patristica e del pensiero contemporaneo) che considera Gesù Cristo, [...] uomo-Dio, come il «centro» non solo della storia sacra e della liturgia, ma di tutta la vita e la speculazione religiosa. ...
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tunica
tùnica s. f. [dal lat. tunĭca (cfr. tonaca); come termine della moda femm., dal fr. tunique]. – 1. Indumento maschile e femminile usato presso i popoli antichi e soprattutto presso i Romani, che [...] giubba militare, lunga anch’essa fino al ginocchio; più recentemente, era il nome di un abito bianco indossato nella liturgia cattolica dai laici in funzione di lettori o di ministranti. Oggi, nella moda femminile, indica un abito semplice e diritto ...
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in saecula saeculorum
〈insèkula sekulòrum〉 locuz. lat. eccles. (propr. «per i secoli dei secoli»). – Formula con la quale terminano molte dossologie della liturgia latina, per affermare l’eternità della [...] Trinità; si usa talora scherz. con riferimento a fatti che si prolungano o si rinviano indefinitamente ...
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romano1
romano1 agg. e s. m. (f. -a) [lat. Romanus]. – 1. a. Di Roma, come città e stato del mondo antico: la storia r.; la repubblica r., l’impero r.; il popolo r., la popolazione r. (v. anche S.P.Q.R.); [...] Chiesa r. o cattolica apostolica r.; con sign. più specifico, proprio della Chiesa cattolica romana: rito r., liturgia r., e libri liturgici r., canone r., messale r.; Sacra Romana Rota (oggi, Tribunale della Rota Romana) antico tribunale ordinario ...
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offertorio
offertòrio s. m. [dal lat. tardo, eccles., offertorium, der. di offerre «offrire»]. – 1. Il primo momento della seconda parte della messa (cioè della «liturgia eucaristica»), in cui il sacerdote, [...] con gesti e preghiere rituali, offre a Dio il pane e il vino che, al momento della consacrazione, si trasformeranno nel corpo e nel sangue di Gesù Cristo. 2. Il canto che, nella messa, accompagna talora ...
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versetto
versétto s. m. [dim. di verso3]. – 1. non com. Breve verso di una composizione poetica: i v. di una canzoncina; alcuni v. del Metastasio sono diventati proverbiali. 2. a. Ciascuno dei brevi [...] Testamento attualmente in uso è invece dovuta a Roberto Stefano (1555). Per altri sign. affini con cui la parola è adoperata nella liturgia cattolica, v. verso3 (n. 1 c), che è il termine più comune. b. Per analogia, ciascuno dei brevi membri in cui ...
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verso3
vèrso3 s. m. [lat. vĕrsus -us, der. di vertĕre «voltare», part. pass. versus; propr. «il voltare», quindi «l’andare a capo»]. – 1. a. ant. e raro. Riga di scrittura o di stampa, dopo la quale [...] sing. con valore collettivo: L’inclito v. di colui che l’acque Cantò fatali (Foscolo), la poesia di Omero. c. Nella liturgia cattolica, v. (o versetto), il breve inciso, cui segue una risposta ugualmente breve, che si canta o si recita in determinate ...
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tenebra
tènebra (poet. tenèbra) s. f. [dal lat. tenĕbrae -arum]. – Oscurità profonda, completa (è usato per lo più, e nel linguaggio com. sempre, al plur.): fitte, dense t.; le t. notturne; Non però [...] (Poliziano); inquïete Tenebre e lunghe all’universo meni (Foscolo); i ciechi vivono nelle t.; ufficio delle t., nella liturgia cattolica, l’ufficio notturno degli ultimi tre giorni della settimana santa (abolito con la riforma del 1955). In usi fig ...
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Complesso dei riti e delle cerimonie propri di un culto religioso. La formazione della l. è determinata da due motivi: la necessità di fissare in forme adatte la vita e la professione della religione, che per sé non hanno forma né regola per...
Riti e preghiere in uso fino a Carlomagno nelle Gallie, e, più o meno, in tutto l’Occidente. Non se ne conosce la paternità, ma l’origine è certamente orientale, come mostrano parecchi elementi, specialmente della messa. In genere la liturgia...