preludio
prelùdio s. m. [dal lat. mediev. praeludium, der. del lat. praeludĕre: v. preludere]. – 1. In genere, parte introduttiva di una composizione musicale, anche per strumenti solisti, riferibile [...] a tastiera o per liuto (per es., i p. e le fughe del «Clavicembalo ben temperato» di Bach) o, nella liturgia protestante, come brano organistico che introduce il corale. Con l’età romantica diventa componimento autonomo d’intonazione lirica, perdendo ...
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more nobilium
‹... nobìlium› locuz. lat. (propr. «secondo la consuetudine dei nobili»), usata in ital. come avv. – Espressione con cui, nella liturgia dei defunti, venivano indicate le esequie celebrate [...] secondo lo speciale cerimoniale riservato, per antica tradizione, ai membri delle famiglie nobili, e che si distingueva dalle esequie comuni perché la bara era posata in terra, sul pavimento della chiesa, ...
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lodare
v. tr. [lat. laudare, der. di laus laudis «lode»] (io lòdo, ecc.). – 1. a. Esprimere con parole la propria approvazione per le qualità, gli atti, l’operato o il comportamento d’una persona; o [...] di saluto (che ha come risposta sempre sia lodato) in uso tra religiosi, o da pronunciarsi in determinati momenti della liturgia, o all’inizio e al termine della confessione; sia lodato Dio!, sia lodato il cielo!, esclamazioni di soddisfazione per l ...
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gloria1
glòria1 s. f. [dal lat. gloria]. – 1. a. Fama grandissima, onore universale che si acquista per altezza di virtù, per meriti eccezionali, per atti di valore, per opere insigni: meritare, procacciarsi, [...] La g. de la lingua (Dante). b. Lode, esaltazione, glorificazione: g. a Dio nell’alto dei cieli, inizio dell’inno liturgico noto come il Gloria, nella liturgia in italiano (v. gloria2); fare, dire a g. di Dio, a maggior g. di Dio (v. anche ad maiorem ...
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gloria2
glòria2 s. m., invar. – 1. Forma abbreviata per indicare la preghiera del Gloria Patri (v. gloriapatri): recitare un g.; dire tre pater, ave e g.; prov., tutti i salmi finiscono in g., per significare [...] dossologia maggiore, che si recita o canta nella prima parte della messa e comincia con le parole Gloria in excelsis Deo (nella liturgia tradotta in italiano, «Gloria a Dio nell’alto dei cieli»): cantare, intonare il g.; la messa era al g.; dall’uso ...
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paraliturgia
paraliturgìa s. f. [comp. di para-2 e liturgia]. – Insieme dei riti religiosi di carattere non sacramentale aventi come scopo l’istruzione dei fedeli con la lettura e il commento di testi [...] scritturali adatti a una particolare circostanza liturgica, che furono disciplinati da una enciclica di Pio XII nel 1947, e che dal Concilio Vaticano II sono stati assorbiti nella celebrazione della parola. ...
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usanza
uṡanza s. f. [der. di usare]. – 1. Atto o complesso di atti che si usa compiere per tradizione in un determinato tempo, luogo o ambiente: u. primitive, barbariche; u. raffinate, signorili, contadine, [...] messer Rosso, messer Arrigo e messer Nepo e Pinuccio della Tosa, per grande u. e amicizia (Compagni). 4. Nella liturgia cattolica, si chiamava un tempo usanza o consuetudine il libro cerimoniale adottato; oggi la parola ha un senso più ristretto e ...
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tratto2
tratto2 s. m. [lat. tractus -us, der. di trahĕre «trarre», part. pass. tractus]. – 1. a. ant. L’azione e l’atto di trarre o tirare, il fatto di venire tratto o tirato, in alcune delle accezioni [...] e per lo più improvviso: è stato un t. di buon cuore, il suo; ha avuto un t. di generosità. 6. Nella liturgia cattolica, serie di versetti che si cantavano nei giorni di penitenza di seguito al graduale, invece dell’alleluia (in questo senso è più ...
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sepolcro
sepólcro (ant. sepulcro) s. m. [dal lat. sepulcrum, der. del tema di sepelire «seppellire»]. – 1. a. Sinon. meno com. di tomba, ed adoperato soprattutto per indicare sepoltura illustre per la [...] della messa vespertina in memoria della cena del Signore del giovedì santo, viene riposta, e conservata fino alla solenne funzione liturgica del venerdì santo, nella quale si commemora la morte di Gesù; visita ai S., pia tradizione cattolica per la ...
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corno1
còrno1 s. m. [lat. cŏrnu] (pl. -a, f. con valore collettivo, -i m. negli altri casi). – 1. a. Caratteristica formazione del capo di varî mammiferi ungulati, di solito pari, costituita cioè da [...] c. dell’epistola a destra, e c. del vangelo a sinistra di chi guarda (la distinzione non ha più luogo nella nuova liturgia della messa); c. di un fiume, biforcazione o curva che un fiume descrive nel racchiudere un tratto di terraferma. b. Propaggine ...
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Complesso dei riti e delle cerimonie propri di un culto religioso. La formazione della l. è determinata da due motivi: la necessità di fissare in forme adatte la vita e la professione della religione, che per sé non hanno forma né regola per...
Riti e preghiere in uso fino a Carlomagno nelle Gallie, e, più o meno, in tutto l’Occidente. Non se ne conosce la paternità, ma l’origine è certamente orientale, come mostrano parecchi elementi, specialmente della messa. In genere la liturgia...