prefisso
s. m. [dal lat. praefixus, part. pass. sost. di praefigĕre «prefiggere»]. – 1. In linguistica, morfema che viene anteposto alla radice o al tema, nominale o verbale, per la formazione di una [...] nuova parola (per es., s-contento, in-trattabile, dis-armare): costituisce, con l’infisso e il suffisso, uno dei tre tipi di affisso (il prefisso costituito da una preposizione e unito a un verbo è detto ...
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prefissoide
prefissòide s. m. [comp. di prefisso e -oide]. – Termine introdotto in linguistica da B. Migliorini per designare quei primi elementi di parole, generalmente composte, che, avendo acquistato [...] una certa autonomia lessicale, possono essere premessi a parole di qualunque origine: per es. auto- nel sign. di «automobile» in autorimessa, autostrada e sim.; moto- nel sign. di «motocicletta» in motofurgone ...
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dissimilare2
dissimilare2 v. tr. [foggiato su assimilare, con sostituzione di prefisso] (io dissìmilo, ecc.). – Rendere dissimile; più frequente l’intr. pron. dissimilarsi, in linguistica, di suono che [...] subisce una dissimilazione ...
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preformante
s. m. [comp. di pre- e formante]. – Nome dato nella linguistica strutturale a certe consonanti iniziali che si trovano in alcune parole delle lingue indoeuropee e mancano nelle parole corrispondenti [...] in altre lingue (per es., il k- nello slavo kostĭ «osso» accanto al sanscrito ásthi, gr. ὀστέον, lat. os, ecc.), in quanto vengono considerate come antichissimi prefissi ...
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dissimilazione
dissimilazióne s. f. [der. di dissimilare2]. – 1. In linguistica, fenomeno di differenziazione tra suoni uguali o simili che si trovino vicini, ma non contigui, nella stessa parola, più [...] raram. in due parole a contatto (d. sintattica); così le due r del lat. peregrinus sono state dissimilate in l-r nel lat. volg. pelegrinus, da cui l’ital. pellegrino; e a un fenomeno di dissimilazione ...
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diamesia
diameṡìa s. f. [comp. di dia- e gr. μέσος «mezzo»]. – In linguistica, l’insieme delle variazioni del sistema di una lingua dipendenti dal mezzo fisico-ambientale che fa da supporto alla comunicazione [...] (un es. tipico è la variazione scritto-parlato), considerato come oggetto di analisi ...
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diamesico
diamèṡico agg. [der. di diamesia] (pl. m. -ci). – In linguistica, variazioni d., quelle dipendenti dai differenti mezzi attraverso i quali avviene la comunicazione tra i parlanti (v. diamesia). ...
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baltico
bàltico agg. (pl. m. -ci). – Aggettivo coniato nel sec. 11° da Adamo di Brema (dal nome di un’isola settentrionale nominata da Plinio il Vecchio sotto la forma Baltia) come designazione del mare [...] dei popoli o terre o stati rivieraschi, e loro caratteristiche. In partic.: lingue b., ramo autonomo della famiglia linguistica indoeuropea, in stretta affinità con le lingue slave, rappresentato attualmente dal lituano e dal lettone; ne faceva parte ...
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estone
èstone (o estóne) agg. e s. m. e f. – Dell’Estonia, regione geografica e Repubblica dell’Europa settentr., che si affaccia sul mar Baltico, tra il golfo di Riga e il golfo di Finlandia: il territorio, [...] la popolazione, la letteratura e.; lingua e. (o l’estone s. m.), la lingua parlata nell’Estonia, appartenente alla famiglia linguistica ugrofinnica. Come sost., abitante, originario, nativo dell’Estonia: i costumi, le tradizioni degli Estoni. ...
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volgarismo
s. m. [der. di volgare1]. – Espressione, parola, forma linguistica propria della lingua volgare o dell’uso volgare: il latino medievale abbonda spesso di volgarismi; «oricla» per «auris», [...] in latino, è un volgarismo ...
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Scienza del linguaggio. Secondo F. de Saussure i compiti primari della l. sono: a) descrivere il maggior numero possibile di lingue storico-naturali e famiglie di lingue sia nella loro funzionalità in un dato momento, sia nel loro divenire attraverso...
La storia dell’espressione educazione linguistica e delle riflessioni e prese di posizione che ne sono scaturite, inizia almeno nella seconda metà dell’Ottocento, esattamente dal 1873, da uno scritto del filologo Francesco d’Ovidio, che per...