vista
s. f. [der. di vedere, part. pass. visto]. – 1. a. La facoltà del vedere, il senso specifico che presiede alla percezione degli stimoli visivi (v. anche visione): il senso della v., l’organo della [...] (dal suo punto di v. ha ragione; sono due diversi punti di vista). c. letter. o non com. Sguardo: La v. mia, che tanto lei seguio ; per es., un muro di mattoni in o a vista). Nel linguaggio giur. e bancario, la clausola a v., apposta a un titolo ...
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memoria
memòria s. f. [dal lat. memoria, der. di memor -ŏris «memore»]. – 1. a. In generale, la capacità, comune a molti organismi, di conservare traccia più o meno completa e duratura degli stimoli [...] nostri, ai tempi dei nostri padri. Nel linguaggio della critica contemporanea, letteratura della m., quella letteratura a chi, al momento in cui viene decretata l’onorificenza, è già defunto. c. Con riferimento al futuro, in m. di, per m. di, per ...
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ricevere
ricévere v. tr. [lat. recĭpĕre, comp. di re- e capĕre «prendere»]. – 1. Prendere ciò che viene dato (oppure consegnato, mandato, recapitato, somministrato, trasmesso) o che si porge da sé; è [...] schiaffo, un pugno in un occhio, uno spintone da qualcuno. c. Con un altro complemento, oltre il compl. ogg., che determina radio riceve anche le onde corte e cortissime. f. Nel linguaggio sportivo, prendere la palla lanciata da un altro giocatore: r ...
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volare2
volare2 v. intr. [lat. vŏlare, riferito agli uccelli, ma usato anche in senso fig. per indicare grande rapidità] (io vólo, ecc.; l’aus. è per lo più avere: si usa essere quando il verbo è accompagnato [...] a v. pugni e schiaffi; a quel punto volarono ingiurie e insulti, furono scambiati, furono rivolti scambievolmente. c. Nel linguaggio alpinistico, volare, riferito all’arrampicatore che, per l’improvviso cedimento di un appiglio o di un ancoraggio ...
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momento
moménto s. m. [dal lat. momentum, der. della radice di movere «muovere»; propr. «movimento, impulso; piccolo peso che determina il movimento e l’inclinazione della bilancia», da cui i sign. estens. [...] per te va bene così, non mi oppongo; dal m. che non t’interessa, è inutile che tu ci vada. c. Nel linguaggio filos., in partic. nella dialettica hegeliana, ogni singola fase, o stadio genetico, del divenire dialettico. d. Equivale genericam. a «ora ...
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volo
vólo s. m. [der. di volare2]. – 1. L’azione del volare, la capacità di volare, cioè di sostenersi e muoversi nell’aria. a. Con riferimento ad animali alati, e spec. a uccelli, il volo è distinto, [...] o discende con l’apparecchio: il v. aveva commosso l’ingenuo pubblico. b. Nel linguaggio di borsa, clausola di ordini di acquisto o di vendita equivalente a volando (v.). c. In araldica, figura costituita da due ali d’uccello congiunte: v. spiegato e ...
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mano
s. f. [lat. manus -us] (pl. le mani; pop. in alcune regioni d’Italia le mane, con un sing. mana; ant. e dial. le mano [continuazione del plur. lat. manus]. Il sing. può troncarsi anche nell’uso [...] e, per l’etimologia, manomettere). b. Con varî sign., nel linguaggio giur. medievale e moderno, la locuz. mano morta, per la quale sinistra, in uso spec. in Francia dal sec. 14° al 17°. c. In musica, m. armonica, o m. guidoniana, mezzo pratico per l ...
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trarre
(ant. tràere e tràggere) v. tr. [lat. trahĕre] (io traggo, tu trai [ant. traggi], egli trae [ant. tragge], noi traiamo [ant. traggiamo], voi traéte, essi tràggono; pres. cong. tragga, ... traiamo [...] tronca Forse a peggior sentenzia che non tenne (Dante). c. Indurre, spingere a fare qualche cosa: quel che mi è tratto, che traduce il lat. alea iacta est (v.). 5. Nel linguaggio giur., comm. e banc., t. una cambiale, emetterla; è com. soprattutto ...
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marcio
màrcio agg. e s. m. [der. del lat. marcere «marcire»] (pl. f. -ce). – 1. agg. a. Che si sta decomponendo o putrefacendo, detto di sostanza organica: carne, frutta m.; pesce, formaggio m.; l’acqua [...] Dante, con riferimento a mastro Adamo, idropico). b. Nel linguaggio pop., detto di parte del corpo in cui si presenti sign., la locuz. verde marcio, tonalità di verde scuro, opaco. c. Per estens., di materiale che si va corrompendo o disfacendo a ...
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finire
v. tr. e intr. [lat. fīnīre, der. di finis «limite; cessazione»] (io finisco, tu finisci, ecc.). – 1. tr. a. Condurre a fine, a termine, a compimento: f. un lavoro, un articolo, un disegno; f. [...] la farò f. io!, frase di minaccia generica. f. Nel linguaggio del tennis, f. il colpo, eseguire il punto vincente, dopo finita oramai; la lezione è finita; tutto è finito, non c’è più rimedio, non c’è più nulla da fare; tra loro tutto è finito, ...
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linguaggio C++
Mauro Cappelli
Linguaggio di programmazione orientato agli oggetti inventato da Bjarne Stroustrup, ricercatore dei Bell Labs, nei primi anni Ottanta e commercializzato nel 1985 da AT&T. Oggi il linguaggio non è proprietario...
linguàggio di programmazióne In informatica, insieme di parole e di regole, definite in modo formale, per consentire la programmazione di un elaboratore affinché esegua compiti predeterminati. Esistono l. di p. di alto livello e di basso livello:...