sopra
sópra (ant. e letter., o region., sóvra) prep. e avv. [lat. sŭpra, sincopato da sŭpĕrā (parte), propr. «nella parte superiore, più alta», ablativo femm. dell’agg. supĕrus «che sta sopra»] (radd. [...] Vi furon sopra, e v’approdaro alfine (Caro); anche nel linguaggio com.: il bosco è proprio s. la ferrovia; aveva una si è mangiato tutto il di s. del dolce; sul di s. è bianco. c. Di uso frequente la locuz. al di s., per il semplice sopra o di sopra ...
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marcare
v. tr. [der. di marca1; in alcuni usi, per influsso del fr. marquer] (io marco, tu marchi, ecc.). – 1. a. Bollare, contrassegnare con una marca; imprimere una marca o un marchio su un oggetto: [...] m. su rigore. b. Nel gioco del biliardo, m. i punti, registrarli, o anche conquistarli, guadagnarli. c. Nel linguaggio tecn., m. i tempi di una lavorazione industriale, controllare, mediante appositi cronometri, i tempi di lavorazione necessarî per ...
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proprieta
proprietà (pop. propietà) s. f. [dal lat. propriĕtas -atis, der. di proprius «proprio»]. – 1. a. Qualità propria e particolare che un essere, un corpo, una sostanza (o anche una specie) ha [...] o grande p., con poca p., senza nessuna p.; p. di linguaggio, di espressione; usare una parola con p. di significato; p. di ); la p. è un furto, traduz. del fr. la propriété c’est le vol, frase usata dallo scrittore politico P.-J. Proudhon in ...
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s. m. [dal fr. litre, tratto da litron, antica unità francese di misura di capacità per aridi, equivalente a 0,813 litri, che a sua volta è dal lat. mediev. litra, gr. λίτρα (v. litra)]. – 1. Unità di [...] Quantità di liquido corrispondente alla misura di un litro; usato assol., nel linguaggio fam., s’intende per lo più di vino: bere un l. il mezzo l., il quarto e il quinto di litro. c. Unità di misura della cilindrata dei motori di autovetture e ...
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periferìa s. f. [dal lat. tardo peripherīa «circonferenza», gr. περιϕέρεια, der. di περιϕέρω «portare intorno, girare»]. – 1. non com. Contorno, bordo, orlo circolare: i raggi dai vari punti della p. di [...] di p.; le solite case di p.; un cinema di periferia. c. Con riferimento al corpo umano, o a un organismo vivente in ha l’agg. periferico). d. Per metonimia, spec. nel linguaggio sociale, politico, sindacale, il complesso degli abitanti che vivono in ...
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meno
méno avv. e agg. [lat. mĭnus, neutro (con valore avverbiale) di minor, compar. di parvus «piccolo»]. – 1. avv. a. Funge da comparativo dell’avv. poco; significa quindi più poco, in minor quantità, [...] . Con lo stesso valore sottrattivo, in alcune locuz. del linguaggio com., contrapp. a più: il pranzo era fissato per (per un altro uso della locuz. in meno, v. sopra, al n. 1 c). b. Né più né m., per l’appunto, non diversamente: dovevi rispondere di ...
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appello
appèllo s. m. [der. di appellare; in alcune accezioni, ricalca il fr. appel]. – 1. Il chiamare più persone per nome, secondo un ordine stabilito (per lo più alfabetico), per accertarsi che siano [...] a una gara contro le decisioni o le interpretazioni del regolamento da parte dell’arbitro, dei commissarî, della giuria, ecc. c. Con uso estens., nel linguaggio com., non esserci a., non esserci possibilità di revisione o di contestazione: non ...
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senso
sènso s. m. [lat. sēnsus -us, der. di sentire «percepire», part. pass. sensus]. – 1. a. La facoltà di ricevere impressioni da stimoli esterni o interni (affine quindi a sensibilità): gli animali [...] a rio servaggio in seno Lieve a trovar non è (Alfieri). c. La capacità di sentire, in quanto presuppone un discernimento tra il conforme a, secondo quanto è disposto da, in frasi del linguaggio forense e burocr.: ai sensi dell’art. 97 della legge ...
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positivo
poṡitivo agg. [dal lat. tardo positivus, propr. «che viene posto» (usato soprattutto nel sign. grammaticale), der. di ponĕre «porre», part. pass. posĭtus]. – 1. In generale, che è posto come [...] lui non ti voleva danneggiare; tu sei un impiccione: questo è p.; non c’è, non si sa ancora nulla di positivo. Come locuz. avv., di la reazione prevista. Con sign. analogo, nel linguaggio medico, di responso diagnostico che conferma il sospetto ...
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diritto2
diritto2 (ant. dritto) s. m. [uso sostantivato dell’agg. prec.]. – 1. In senso ampio, nel linguaggio letter. (non quindi come termine tecnico del linguaggio giur.), ciò che è giusto, o è sentito [...] o omissivo da parte di altri (specificamente, nel linguaggio giur., d. soggettivo); spesso contrapposto al dovere: d affari; non so con quale d. leggi le mie lettere, ecc. c. Locuzioni: a diritto, a buon d., giustamente, per giusti motivi (contr ...
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linguaggio C++
Mauro Cappelli
Linguaggio di programmazione orientato agli oggetti inventato da Bjarne Stroustrup, ricercatore dei Bell Labs, nei primi anni Ottanta e commercializzato nel 1985 da AT&T. Oggi il linguaggio non è proprietario...
linguàggio di programmazióne In informatica, insieme di parole e di regole, definite in modo formale, per consentire la programmazione di un elaboratore affinché esegua compiti predeterminati. Esistono l. di p. di alto livello e di basso livello:...