modo
mòdo s. m. [lat. mŏdus «misura», e quindi anche «norma, regola, modo»]. – 1. La forma particolare di essere, di presentarsi di una cosa, o di operare, procedere e sim. In questo sign. generico (e [...] a «così»: le cose stanno in questo m.; lei è fatta a quel m., e non c’è nulla da fare; ma talora a quel m. ha tono e sign. proprî: trattarlo a , a favore del disponente o di terzi. 9. Nel linguaggio filos., il termine (dal lat. modus, in questo sign ...
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integrazióne s. f. [dal lat. integratio -onis, con influenza, nel sign. 3, dell’ingl. integration]. – 1. In senso generico, il fatto di integrare, di rendere intero, pieno, perfetto ciò che è incompleto [...] : a. Cassa i. (propr. cassa i. guadagni), nel linguaggio sindacale, lo speciale fondo che corrisponde l’i. salariale, cioè una della contrazione di un gruppo muscolare estensore antagonista). c. In psicologia, processo mediante il quale i tratti ...
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scudo
s. m. [lat. scūtum e scūtus «scudo oblungo»]. – 1. a. Arma da difesa utilizzata un tempo a scopo bellico (è ancora in uso per tale scopo esclusivam. presso popoli primitivi) e attualmente dalle [...] Libertas) in campo bianco, già simbolo del partito politico della Democrazia Cristiana, e per metonimia il partito stesso. c. Nell’ant. linguaggio marin., il quadro di poppa, spec. la parte dove erano incisi il nome del bastimento e l’emblema dell ...
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vecchio
vècchio agg. e s. m. [lat. tardo e pop. vĕclus per il lat. class. vĕtŭlus, dim. di vetus «vecchio»]. – 1. a. Che è molto avanti negli anni, che è nell’età della vecchiaia (contrapp. a giovane [...] che è vecchio: un’arte incerta tra il v. e il nuovo; in quel libro c’è troppo di v.; un racconto che sa di vecchio. b. Nel linguaggio contabile, registrazione a vecchio, la scrittura di un fatto amministrativo di competenza di un esercizio redatta ...
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spòglia s. f. [lat. spŏlia, plur. del neutro spolium «spoglia»]. – 1. Elemento esterno che serve di rivestimento, di copertura e sim. (e che quindi si può togliere, cambiare, perdere, ecc.). In partic.: [...] svelse ... Spargendo a terra le sue s. eccelse (Petrarca). c. L’esuvia, cioè lo strato esterno del corpo (epidermide, superfici e alcuni angoli caratteristici dell’utensile. 5. Nel linguaggio politico e giornalistico, il plur. spoglie, come traduz. ...
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ridere
rìdere v. intr. [lat. ridēre, con mutamento di coniug.] (pass. rem. risi, ridésti, ecc.; part. pass. riso; aus. avere). – 1. a. Manifestare un sentimento di allegrezza spontanea, viva e per lo [...] a crepapancia, a crepapelle. In espressioni iperb.: a sentire quei discorsi c’era da morir dal r.; è un comico che ti fa crepar anche il cielo rideva di stelle). 5. Con uso trans., nel linguaggio letter. e poet.: la novella di Panfilo fu in parte risa ...
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segno
ségno s. m. [lat. sĭgnum «segno visibile o sensibile di qualche cosa; insegna militare; immagine scolpita o dipinta; astro», forse affine a secare «tagliare, incidere»]. – 1. a. Qualsiasi fatto, [...] , o, fam. scherz., di apparecchio o congegno guasto, e sim.); non c’era nel suo sguardo alcun s. di compassione; le tue parole sono s. n. 2 b). Con valore più generico, nel linguaggio com., manifestazione o sintomo di una determinata condizione fisica ...
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nero1
néro1 agg. [lat. nĭger -gra -grum: v. negro]. – 1. a. Nel linguaggio scient., è detto nero un corpo che assorbe integralmente la radiazione luminosa che lo investe (al contrario di un corpo bianco, [...] vecchio, E ne gli occhi avea carboni (Carducci). c. Può indicare semplicemente colore scuro, in contrapp. con nascosto, clandestinamente (v. mercato, n. 2 c); analogam., toto n., nel linguaggio giornalistico, gioco del totocalcio clandestino; buchi n ...
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zero
żèro agg. e s. m. [dal lat. mediev. zèphyrum, adattam. (Leonardo Fibonacci nel Liber abbaci, 1202) dell’arabo ṣifr «nulla, zero», calco del sanscr. śūnyá «vuoto» e poi «zero» (v. anche cifra)]. [...] con un terzo sistema X, sono anche in equilibrio termico tra loro. c. In balistica, sparare a z., o con l’alzo a z., per una nuova ripresa. h. Per l’espressione opzione zero, nel linguaggio politico, v. opzione1. i. Per l’espressione tolleranza zero, ...
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ideologìa s. f. [dal fr. idéologie, comp. di idéo- «ideo-» e -logie «-logia»]. – 1. In filosofia, termine coniato dal filosofo fr. A.-L.-C. Destutt de Tracy (1754-1836) per indicare la scienza del pensiero [...] fideistici, e tale da riuscire veicolo di persuasione e propaganda: l’i. razzista, l’i. suprematista, ecc. 4. Nel linguaggio corrente: a. Il complesso dei presupposti teorici e dei fini ideali (o comunque delle finalità che costituiscono il programma ...
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linguaggio C++
Mauro Cappelli
Linguaggio di programmazione orientato agli oggetti inventato da Bjarne Stroustrup, ricercatore dei Bell Labs, nei primi anni Ottanta e commercializzato nel 1985 da AT&T. Oggi il linguaggio non è proprietario...
linguàggio di programmazióne In informatica, insieme di parole e di regole, definite in modo formale, per consentire la programmazione di un elaboratore affinché esegua compiti predeterminati. Esistono l. di p. di alto livello e di basso livello:...