tenóre s. m. [lat. tĕnor -ōris «continuazione, corso ininterrotto; altezza della voce», der. di tenere «tenere»]. – 1. Modo di contenersi, comportamento: seguitando di questo t., dove andrà a finire?; [...] ho potuto insistere; mi rispose pressappoco in questo tenore ...; nel linguaggio amministr. o giudiziario: a t. dell’articolo ... della legge Trovatore di Verdi o Calaf in Turandot di Puccini). c. Per analogia, il registro fondamentale dell’organo, ...
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carenato
agg. [der. di carena]. – 1. Di organo vegetale o animale fornito di rilievo in forma di carena: foglie c.; sterno carenato. 2. Nel linguaggio medico, torace o petto c., deformazione gibbosa [...] , e spec. di veicolo o parte di esso, rivestito di carenatura: motore d’aviazione c. mediante idonee cappottature. Con sign. più ampio, nel linguaggio corrente, di veicolo con strutture esterne aerodinamiche, tali da consentirne una maggiore velocità ...
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sacco
s. m. [lat. saccus, dal gr. σάκκος, di origine semitica (ebr. sáq)] (pl. -chi; ant. o pop. tosc. le sacca). – Termine che, nell’antichità, indicò genericam. un tessuto grossolano, solitamente di [...] o vestito troppo larghi o fatti male, senza garbo. Nel linguaggio della moda, a sacco (o a sacchetto), di abito femminile di patate. b. fig., fam. Grande quantità: possiede un s. di soldi; c’era un s. di gente per le strade; gli ha fatto un s. di ...
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modo
mòdo s. m. [lat. mŏdus «misura», e quindi anche «norma, regola, modo»]. – 1. La forma particolare di essere, di presentarsi di una cosa, o di operare, procedere e sim. In questo sign. generico (e [...] a «così»: le cose stanno in questo m.; lei è fatta a quel m., e non c’è nulla da fare; ma talora a quel m. ha tono e sign. proprî: trattarlo a , a favore del disponente o di terzi. 9. Nel linguaggio filos., il termine (dal lat. modus, in questo sign ...
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scudo
s. m. [lat. scūtum e scūtus «scudo oblungo»]. – 1. a. Arma da difesa utilizzata un tempo a scopo bellico (è ancora in uso per tale scopo esclusivam. presso popoli primitivi) e attualmente dalle [...] Libertas) in campo bianco, già simbolo del partito politico della Democrazia Cristiana, e per metonimia il partito stesso. c. Nell’ant. linguaggio marin., il quadro di poppa, spec. la parte dove erano incisi il nome del bastimento e l’emblema dell ...
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vecchio
vècchio agg. e s. m. [lat. tardo e pop. vĕclus per il lat. class. vĕtŭlus, dim. di vetus «vecchio»]. – 1. a. Che è molto avanti negli anni, che è nell’età della vecchiaia (contrapp. a giovane [...] che è vecchio: un’arte incerta tra il v. e il nuovo; in quel libro c’è troppo di v.; un racconto che sa di vecchio. b. Nel linguaggio contabile, registrazione a vecchio, la scrittura di un fatto amministrativo di competenza di un esercizio redatta ...
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ridere
rìdere v. intr. [lat. ridēre, con mutamento di coniug.] (pass. rem. risi, ridésti, ecc.; part. pass. riso; aus. avere). – 1. a. Manifestare un sentimento di allegrezza spontanea, viva e per lo [...] a crepapancia, a crepapelle. In espressioni iperb.: a sentire quei discorsi c’era da morir dal r.; è un comico che ti fa crepar anche il cielo rideva di stelle). 5. Con uso trans., nel linguaggio letter. e poet.: la novella di Panfilo fu in parte risa ...
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segno
ségno s. m. [lat. sĭgnum «segno visibile o sensibile di qualche cosa; insegna militare; immagine scolpita o dipinta; astro», forse affine a secare «tagliare, incidere»]. – 1. a. Qualsiasi fatto, [...] , o, fam. scherz., di apparecchio o congegno guasto, e sim.); non c’era nel suo sguardo alcun s. di compassione; le tue parole sono s. n. 2 b). Con valore più generico, nel linguaggio com., manifestazione o sintomo di una determinata condizione fisica ...
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nero1
néro1 agg. [lat. nĭger -gra -grum: v. negro]. – 1. a. Nel linguaggio scient., è detto nero un corpo che assorbe integralmente la radiazione luminosa che lo investe (al contrario di un corpo bianco, [...] vecchio, E ne gli occhi avea carboni (Carducci). c. Può indicare semplicemente colore scuro, in contrapp. con nascosto, clandestinamente (v. mercato, n. 2 c); analogam., toto n., nel linguaggio giornalistico, gioco del totocalcio clandestino; buchi n ...
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zero
żèro agg. e s. m. [dal lat. mediev. zèphyrum, adattam. (Leonardo Fibonacci nel Liber abbaci, 1202) dell’arabo ṣifr «nulla, zero», calco del sanscr. śūnyá «vuoto» e poi «zero» (v. anche cifra)]. [...] con un terzo sistema X, sono anche in equilibrio termico tra loro. c. In balistica, sparare a z., o con l’alzo a z., per una nuova ripresa. h. Per l’espressione opzione zero, nel linguaggio politico, v. opzione1. i. Per l’espressione tolleranza zero, ...
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linguaggio C++
Mauro Cappelli
Linguaggio di programmazione orientato agli oggetti inventato da Bjarne Stroustrup, ricercatore dei Bell Labs, nei primi anni Ottanta e commercializzato nel 1985 da AT&T. Oggi il linguaggio non è proprietario...
linguàggio di programmazióne In informatica, insieme di parole e di regole, definite in modo formale, per consentire la programmazione di un elaboratore affinché esegua compiti predeterminati. Esistono l. di p. di alto livello e di basso livello:...