conclusione
concluṡióne (raro conchiuṡióne) s. f. [dal lat. conclusio -onis, der. di concludĕre «concludere»]. – 1. a. Il fatto di concludere, d’essere concluso; compimento, termine: c. di un affare, [...] che si ricava dalla filosofia vera e perfetta, si è che non bisogna filosofare (Leopardi). In partic.: a. Nel linguaggio filos., c. del sillogismo, la proposizione finale del sillogismo, consecutiva alle due premesse, e in cui sono riuniti, in forma ...
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potenziale
agg. e s. m. [dal lat. tardo potentialis, der. di potentia «potenza»]. – 1. agg. a. Nel linguaggio filos., che concerne la potenza, che è in potenza (nel senso partic. per cui potenza si contrappone [...] matematica, infinito p., v. infinito, n. 2 b. Nel linguaggio com., che ha aspetto, qualità, possibilità, e sim., che non per esso in meteorologia è il metro dinamico (v. metro2, n. 2 c); p. di una forza centrale, ecc.; in elettrologia, p. elettrico, ...
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condurre
(ant. condùcere) v. tr. [lat. condūcĕre «condurre insieme, stipendiare, prendere in affitto», comp. di con- e dūcĕre «guidare, condurre»] (io conduco, tu conduci, ecc.; pass. rem. condussi, [...] al fondo dell’inferno (Manzoni). In questo, e nei precedenti sign., è più spesso usato, nel linguaggio corrente, il verbo portare. 2. estens. a. C. le acque, farle andare da un luogo a un altro attraverso apposite condutture o canali. b. Riferito ...
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lungo1
lungo1 agg. [lat. lŏngus] (pl. m. -ghi). – 1. a. Che si estende notevolmente nel senso della lunghezza, che ha grande estensione dall’una all’altra delle sue estremità (contrario di corto): una [...] lunghissime, in radiotecnica, v. onda, n. 3 a. Nel linguaggio marin., sono dette onde l. le onde lente, senza spuma, l. data), e con lo stesso valore, ma meno com., di l. mano. c. Con valore relativo (cfr. la lettera d del n. 1), esprime soltanto la ...
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cenere
cénere s. f. [lat. cĭnis -nĕris m., raro f.]. – 1. a. Residuo minerale, incombustibile, che si ottiene quando si brucia una sostanza organica, vegetale, animale o fossile: c. di mare, residuo [...] or sol ... Parla di me col tuo c. muto (Foscolo). b. Nel linguaggio ascetico, l’uomo stesso, destinato a divenire cenere dopo la morte. c. Mercoledì delle c., o dì delle c., o semplicem. le C., il mercoledì precedente la prima domenica di quaresima ...
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nota
nòta s. f. [dal lat. nŏta «segno, contrassegno, marchio, ecc.», di etimo oscuro, non essendo possibile, per la brevità della ŏ, una connessione con nōsco «conoscere» e nōmen «nome»]. – 1. a. Segno [...] che procede, Se tu ne vedi alcun degno di nota (Dante). c. Ciascuna delle annotazioni apposte dall’autore o editore di un testo ( specificata: nota di addebito o di accredito, nel linguaggio econ. e comm., comunicazione delle rettifiche da segnare ...
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confronto
confrónto s. m. [der. di confrontare]. – 1. L’atto, l’operazione, il fatto di confrontare, di essere confrontato: fare il c. di due oggetti; mettere a c. le parole coi fatti; il c. delle impronte [...] le espressioni così trovate ottenendo un’equazione di 1° grado nella sola y. 4. a. Nel linguaggio sport., gara, competizione: c. internazionale; c. diretto, in un campionato a squadre, incontro tra due squadre che si trovano, o ambiscono trovarsi ...
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relazione
relazióne s. f. [dal lat. relatio -onis, der. di referre «riferire», part. pass. relatus]. – 1. L’azione e il fatto di riferire, e il testo stesso, orale e scritto, con cui si riferisce, e [...] e categorie, fenomeni, grandezze, valori, ecc.): tra questi due avvenimenti non c’è alcuna r.; cose in diretta r. l’una con l’altra; gli esperti delle pubbliche r.; r. sociali, nel linguaggio sociologico, le forme elementari, soggettive, coscienti e ...
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cento
cènto agg. num. card. [lat. cĕntum], invar. – 1. Numero, successivo al novantanove, pari a dieci volte dieci, e il segno che lo rappresenta (in cifre arabe 100, nella numerazione romana C): c. [...] c. volte; hai non una ma c. ragioni; anche sostantivato, in locuz. particolari: a c., oppure a c. a c., in gran numero, in gran quantità; a c più raro, il Cento, il sec. 12°. 3. Nel linguaggio scient. e tecn., espressioni come il tre per cento, il ...
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effetto
effètto s. m. [dal lat. effectus -us, der. di efficĕre «compiere», comp. di ex- e facĕre «fare»; nel sign. 4, è un calco del fr. effets, e sono dovuti a influenza francese anche altri usi di [...] e posizione. E. serra, v. serra1, n. 5 a. c. Risultato, conseguenza: ecco gli e. di una cattiva educazione; ottenere faceva l’e. di un pesce fuor d’acqua. b. Nel linguaggio della moda, filati d’effetto, filati di fantasia destinati ad essere inseriti ...
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linguaggio C++
Mauro Cappelli
Linguaggio di programmazione orientato agli oggetti inventato da Bjarne Stroustrup, ricercatore dei Bell Labs, nei primi anni Ottanta e commercializzato nel 1985 da AT&T. Oggi il linguaggio non è proprietario...
linguàggio di programmazióne In informatica, insieme di parole e di regole, definite in modo formale, per consentire la programmazione di un elaboratore affinché esegua compiti predeterminati. Esistono l. di p. di alto livello e di basso livello:...