tagliare
v. tr. [dal fr. (ant.) tailler, che è il lat. tardo taliare, der. di talea: v. talea] (io tàglio, ecc.). – 1. Interrompere la continuità di un corpo operando in esso una o più divisioni per [...] è stato tagliato fuori dal gruppo dirigente del partito. c. Asportare, recidendola, la parte indicata dal complemento: t seguito a mancato pagamento delle bollette da parte dell’utente. Nel linguaggio marin., t. la rotta, passare di prua a un’altra ...
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taglio
tàglio s. m. [der. di tagliare]. – 1. L’azione e l’operazione di tagliare, il fatto di venire tagliato: t. dei capelli (t. normale, corto, scalato, a caschetto, con la sfumatura alta o bassa, [...] umano e animale, può indicare sia l’asportazione o, nel linguaggio corrente, l’amputazione di una sua parte (condannare al t. macellato: un t. nel filetto, un buon t. per il lesso. c. settentr. Un t. di birra, un quarto di litro di birra versato ...
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soluzione
soluzióne s. f. [dal lat. solutio -onis, der. di solvĕre «sciogliere», part. pass. solutus]. – 1. a. Lo sciogliere, lo sciogliersi, l’essere sciolto, di una sostanza, solida o liquida, in un’altra, [...] una s. diversa; mi pare una s. troppo spiccia, la tua; non c’è altra s. che adire le vie legali; al punto in cui siamo, da un debito e sim. Il sign. rimane tuttora in espressioni del linguaggio comm. quali pagare in una sola s., pagamento fatto o da ...
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standard
stàndard s. m. [dall’ingl. standard 〈stä′ndëd〉, che è dal fr. ant. estendart «stendardo»]. – 1. Livello, grado, tenore normale: lo s. di vita di un paese, di una famiglia; s. culturale, professionale [...] spontanea di una simmetria locale (v. simmetria, n. 3 c), che prevede l’esistenza dei bosoni intermedî. Per modello solare più piccolo quanto è più grande tale numero. g. Nel linguaggio economico, spec. con riferimento alla Gran Bretagna, titolo s. ...
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appoggio
appòggio s. m. [der. di appoggiare]. – 1. Ciò che serve di sostegno a una persona o a una cosa: si serviva del mio braccio come a.; l’a. d’una cupola; una panca senza a., senza schienale; datemi [...] protezione: essere d’a., dare a. o a. morale; nel linguaggio polit., a. esterno, appoggio concesso a un governo, mediante voto favorevole terra (esercizî di a.), combinati con altri movimenti. c. In alpinismo, in contrapp. ad appiglio, asperità della ...
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morte
mòrte s. f. [lat. mŏrs mŏrtis]. – 1. a. La cessazione delle funzioni vitali nell’uomo, negli animali e in ogni altro organismo vivente o elemento costitutivo di esso: è in lutto per la m. di un [...] , la m. sua è sul campo di battaglia; con altro sign., nel linguaggio fam., la sua m., la m. sua, il modo migliore d’esser cucinato andasse Ciascun de’ vostri (Leopardi); mandare alla m., dove c’è grave rischio di morire (per es., di soldati mandati ...
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nome
nóme s. m. [lat. nōmen, da una radice comune a molte altre lingue indoeuropee (sanscr. nā̆ma, armeno anum, ittita lāman, gr. ὄνομα, got. namo, paleoslavo imę, albanese emër, ecc., forme certamente [...] ., talora, avere per titolo, essere intitolato: de lo libro c’ha nome Libro di Remedio d’Amore, Dante); chiamare le parlo a n. di tutti i colleghi. b. Al nome di, nel linguaggio bancario, di un titolo di credito che porta il nome della persona cui ...
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classifica
classìfica s. f. [der. di classificare]. – Il classificare, l’essere classificato. È originariamente sinon. di classificazione, sostituitosi a questo in alcune accezioni specifiche: 1. a. [...] b. non com. Punto di merito dato a un alunno (si dice piuttosto classificazione o, più spesso, voto). 3. Nel linguaggio milit., c. di segretezza, indicazione del grado di riservatezza o di segretezza di un documento, di un argomento, di un mezzo, ecc ...
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titolo
tìtolo s. m. [dal lat. titŭlus]. – 1. Con riferimento all’antichità romana (per la quale è di uso frequente, anche oggi, la forma lat. titulus), iscrizione apposta alle immagini degli antenati; [...] . o poet.), appellativo, attributo, nomea, fama: Poi vèn colei c’ha ’l titol d’esser bella (Petrarca); rifiutando d’esser chiamato ’oro, 925, 835 e 800 millesimi per l’argento: nel linguaggio corrente il titolo per l’oro è comunem. espresso in carati ...
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lettera
lèttera (o léttera) s. f. [lat. lĭttĕra; come sinon. di epistŭla il latino adoperava il pl. littĕrae; cfr. il gr. γράμμα, pl. γράμματα, nei due sign]. – 1. a. Ciascuno dei segni con cui si rappresentano [...] a senso metaforico (cfr. letterale): la l. nasconde un profondo significato allegorico; e nel linguaggio fam., per enfasi: sono rimasto senza un soldo, alla lettera. c. Con altra accezione, nella locuz. rimanere l. morta, di scrittura che non ha più ...
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linguaggio C++
Mauro Cappelli
Linguaggio di programmazione orientato agli oggetti inventato da Bjarne Stroustrup, ricercatore dei Bell Labs, nei primi anni Ottanta e commercializzato nel 1985 da AT&T. Oggi il linguaggio non è proprietario...
linguàggio di programmazióne In informatica, insieme di parole e di regole, definite in modo formale, per consentire la programmazione di un elaboratore affinché esegua compiti predeterminati. Esistono l. di p. di alto livello e di basso livello:...