servizio
servìzio s. m. [dal lat. servitium, propriam. «condizione di schiavo», der. di servus: v. servo]. – 1. non com. In senso astratto, rapporto di soggezione o sudditanza; in partic., in epoca feudale, [...] di vario tipo, al fine di agevolare il lavoro dei rappresentanti dei giornali, della radio, della televisione. c. Nel linguaggio eccles., atto di culto: s. sacerdotale; s. religioso; s. funebre, celebrazione di una cerimonia religiosa per un ...
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peso2
péso2 s. m. [lat. pē(n)sum: v. penso]. – 1. a. In fisica, la forza (forza peso) che agisce su qualsiasi corpo di massa non nulla posto in un campo gravitazionale; sulla superficie terrestre il [...] riesce di impedimento agli altri (per il sign. nel linguaggio marin., v. oltre). b. Misura del peso, .; avere un p. sulla coscienza, per essersi macchiato di una colpa. c. Fastidio, impiccio, noia: fannullone com’è, per la famiglia è soltanto ...
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ventre
vèntre s. m. [lat. vĕnter -tris]. – 1. a. Sinon. di addome e del più com. e più fam. pancia, per indicare sia la cavità dell’addome contenente i visceri sia la regione esterna corrispondente, [...] scuro del cavallo, e più spesso dell’asino. c. estens. Utero, grembo materno, in alcune espressioni: vela (più com. pancia); il v. d’una colonna, l’entasi; nel linguaggio giornalistico, v. molle, la parte più debole e indifesa di un organismo, di ...
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genere
gènere s. m. [dal lat. genus -nĕris, affine a gignĕre «generare» e alle voci gr. γένος «genere, stirpe», γένεσις «origine», γίγνομαι «nascere»]. – 1. Nel suo sign. più ampio, termine indicante [...] aritmetico, geometrico, superficiale, ecc.). 2. a. Nel linguaggio com., l’insieme dei caratteri essenziali per cui una più restrittivo, e fa più sentire la contrapposizione agli animali). c. Si contrappone invece a specie nella locuz. avv. in genere ...
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azione1
azióne1 s. f. [dal lat. actio -onis, der. di agĕre «agire», part. pass. actus]. – 1. a. L’agire, l’operare, in quanto espressione e manifestazione della volontà; s’identifica ora con atto (considerata [...] a. indegna di te; è stata un’a. infame; premiare le buone azioni. c. Come sinon. di movimento: sono stato in a. tutta la giornata; il motore per far valere le ragioni dell’ente stesso. Nel linguaggio com., anche il mezzo a cui si ricorre per ...
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mandato
s. m. [dal lat. mandatum, der. di mandare «affidare»]. – 1. a. In genere, ordine (o direttiva, istruzione) di eseguire qualcosa: impartire un m., ricevere un m.; agire contro il m. ricevuto; [...] , eseguire il m.; rinunciare al m.; ebbe il m. di compiere l’indagine; svolse coscienziosamente il suo mandato. c. Nel linguaggio politico, incarico di formare il governo, affidato dal presidente della Repubblica a un cittadino, in genere membro del ...
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rosso
rósso agg. e s. m. [lat. rŭssus]. – 1. Uno dei colori dello spettro della luce visibile, precisamente quello corrispondente alla regione di lunghezze d’onda maggiori, approssimativamente comprese [...] segnale stradale e ferroviario d’arresto (e assol., come s. m.: férmati, c’è il r.; è passato con il r. e il vigile gli ha luce, n. 3. Telefono r., v. telefono. l. Nel linguaggio giornalistico, filo r., il legame che unisce fatti di cronaca, talvolta ...
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colloquiale
agg. [dall’ingl. colloquial, der. del lat. colloquium «colloquio, conversazione»]. – Proprio della conversazione, e in partic. della conversazione familiare: una lettera scritta in forma [...] c.; lo stile c. della prosa di un autore; linguaggioc. (e determinando, l’italiano c., l’inglese c., ecc.), contrapp. al linguaggio letterario, dotto, o tecnico. ...
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carta
s. f. [lat. charta (dal gr. χάρτης), che indicava dapprima il foglio di papiro, charta papyri, usato per scrivere, poi la pergamena, charta pergamena, e infine, dal medioevo, il tipo di carta moderna]. [...] , contratto scritto e sim., il termine è anche usato in espressioni del linguaggio corrente e in locuzioni fig.: avere le c. in regola; fare le c. per sposarsi; essere disposto a far c. false per qualcuno, a fare qualsiasi cosa per lui; avere o dare ...
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idea
idèa s. f. [dal gr. ἰδέα, propr. «aspetto, forma, apparenza», dal tema di ἰδεῖν «vedere»]. – 1. a. Nel sign. più ampio e generico, ogni singolo contenuto del pensiero, ogni entità mentale, e più [...] della fiamma, della luce e del calore. b. Nel linguaggio filos. il termine, usato per la prima volta da Democrito una costruzione che ha qualche i. degli edifici orientali; in questi versi c’è un’i. dei Canti del Leopardi; mi piacerebbe una villa sull ...
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linguaggio C++
Mauro Cappelli
Linguaggio di programmazione orientato agli oggetti inventato da Bjarne Stroustrup, ricercatore dei Bell Labs, nei primi anni Ottanta e commercializzato nel 1985 da AT&T. Oggi il linguaggio non è proprietario...
linguàggio di programmazióne In informatica, insieme di parole e di regole, definite in modo formale, per consentire la programmazione di un elaboratore affinché esegua compiti predeterminati. Esistono l. di p. di alto livello e di basso livello:...