innamorare
(ant. inamorare) v. tr. [der. di amore] (io innamóro, ecc.). – 1. a. Suscitare, ispirare amore: Quanto ciascuna è men bella di lei Tanto cresce ’l desio che m’innamora (Petrarca); Armida ... [...] con): Ma con altr’uomo ti se’ innamorata (Boccaccio); Cilandro in lei s’inamorò sì forte, Che morir, non l’avendo, gli parea (Ariosto). Nella lingua ant., anche innamorare come intr. assol.: cominciaro li uomini ad innamorare di questa donna (Dante ...
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radcon
(rad-con), s. m. e f. e agg. inv. Chi o che sostiene posizioni politiche radicali e conservatrici al tempo stesso. ◆ ogni qualvolta il territorio della sessualità entra a contatto con quello della [...] politica e della normazione giuridica le reazioni idiosincratiche si sprecano – e in Italia lo sappiamo bene dall che siamo di fronte a una novità: a differenza della politica, la lingua non mente. (Ida Dominijanni, Manifesto, 17 ottobre 2004, p. 10, ...
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innanzi
(ant. inanzi) avv. e prep. [lat. in antea: v. anzi], letter. – 1. Avv. di luogo, sinon. meno pop. di avanti, con cui ha comuni molti usi; indica la direzione di fronte al soggetto (in contrapp. [...] Locuz. avv.: per l’i., nel tempo passato, precedente a quello di cui si parla; con sign. opposto, d’ora i., in seguito, d’ora in un uso ant. e letter., conservato in alcune locuz. avv. della lingua com.: i. tutto, prima di tutto; i. tempo, prima del ...
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purezza
purézza s. f. [der. di puro]. – 1. a. Qualità di una sostanza che sia pura, che non contenga cioè elementi estranei: p. d’un minerale, d’un cristallo, d’una gemma; la p. di un diamante. In chimica, [...] del solvente); saggio di p., reazione caratteristica che si effettua su una sostanza per accertare l’assenza di acqua d’un fiume; p. del cielo. Correttezza, eleganza: p. di lingua, di stile; regolarità, nitidezza, finezza: la p. delle linee in un ...
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spasimare
spaṡimare (ant. spasmare) v. intr. [der. di spasimo] (io spàṡimo, ecc.; aus. avere). – 1. non com. Essere in preda a spasimi, a dolori molto forti e acuti: ho una colica che mi fa s.; ha spasimato [...] spasmo e moro (Ariosto); anche con uso assol.: quel folle e sì ricantato amore del giovane [Narciso], che, fatto il volto a ... facevo lo spasimato (A. F. Doni). In araldica, attributo del delfino raffigurato con la bocca aperta e senza lingua. ...
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purgare
v. tr. [lat. pūrgare, der. di purus «puro»] (io purgo, tu purghi, ecc.). – 1. Liberare da impurità, da scorie, da elementi che insudiciano, alterano, corrompono; p. il sangue; p. filati, tessuti, [...] morale: E canterò di quel secondo regno Dove l’umano spirito si purga E di salire al ciel diventa degno (Dante, con B. Castiglione); più frequente con le accezioni del n. 3: lingua, prosa purgata, uno stile purgato, privi di errori, sottoposti ...
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mioblastoma
mioblastòma s. m. [comp. di mio-2 e blastoma] (pl. -i). – In medicina, tumore benigno, a istogenesi incerta, che si presenta come un nodulo solitario e circoscritto, localizzandosi alla lingua, [...] alla cute e al sottocutaneo, alla mammella e in altre sedi; raramente assume carattere di malignità ...
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quietare
(letter. quetare) v. tr. [dal lat. tardo quietare o quietari, der. di quietus «quieto»] (io quièto, o quèto, ecc.). – 1. Porre in quiete, calmare: q. le tempeste; q. il mare, le onde; q. un [...] (Poliziano); molte afflitte menti Forse quetò la tua leggiadra lingua (Bembo); con senso più vicino ad appagare: la nostra pace, o cessare, smettere da qualche cosa: il tumulto alla fine si quietò; la furia del vento s’è quietata; la sua agitazione s ...
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Cavaliere
(Cav), s. m. inv. Per antonomasia, Silvio Berlusconi, Cavaliere del lavoro. ◆ Proprio questo definitivo smarrimento di ogni parvenza di progetto, e perfino di ogni accattivante promessa, proprio [...] il crollo di quell’ideologia «ottimista» su cui tanto si è caratterizzato il Cavaliere, è ciò che manda in tilt l’alleanza che Angelino Alfano sia un formidabile dialettico, pronto di testa e di lingua. «Piace da matti al Cav», mi ha detto uno e ha ...
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nabateo
nabatèo agg. e s. m. (f. -a). – Appartenente all’antica popolazione dei Nabatei (lat. Nabataei, gr. Ναβαταῖοι), che, originariamente nomadi, si stabilirono a sud-est del Mar Morto, organizzandosi [...] dalla metà del sec. 2° a. C. fin oltre la conquista romana che si concluse con la riduzione a provincia nel 106 d. C.: il regno n.; l tipo aramaico occidentale (come pure aramaica era la lingua letteraria documentata nelle iscrizioni, non quella d’uso ...
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LINGUA (latino lingua; fr. langue; sp. lengua; ted. Zunge; ingl. tongue)
Gustavo LUSENA
Piero BENEDETTI
Maurizio PINCHERLE
Anatomia e fisiologia. - La lingua è costituita da una massa carnosa (muscolare) rivestita da una membrana mucosa,...
Lingua propria di una nazione. In particolare, in linguistica, il conglomerato di sistemi che coesistono nell’ambito di una data comunità storico-sociologica.
Comunicazione degli i. (lat. communicatio idiomatum) Espressione teologica nella quale...