gentile1
gentile1 agg. [dal lat. gentilis «che appartiene alla gens, cioè alla stirpe», poi «di buona stirpe» (e da qui si svolgono i sign. moderni)]. – 1. ant. o letter. a. In senso originario (ancora [...] io di stirpe assai g. (Ariosto); fig., l’idioma g., la lingua italiana (dal verso dell’Alfieri Idioma gentil sonante e puro). Anche s. brucia facilmente; terra g., che si lavora con facilità, adatta alla coltura del grano. ◆ Il superl. gentilìssimo ...
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nazionale
agg. [der. di nazione]. – 1. a. Che è proprio di una nazione, considerata come unità etnica: lingua, letteratura n.; i caratteri n. di un popolo; stato n., lo stato fondato sul principio di [...] i limiti della città o della regione, sia che essa non si estende oltre i confini della nazione. L’agg. è molto frequente la Nazionale di Roma, di Firenze); Convitto n.; Istituto n. del dramma antico; o di enti pubblici che, nazionalizzati o no, sono ...
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quotidiano
(letter. cotidiano) agg. e s. m. [dal lat. quotidianus, cotidianus, der. di quotidie o cotidie «ogni giorno», comp. di quot «quanti» e dies «giorno»]. – 1. agg. a. Di ogni giorno, che si fa [...] noioso tran tran q.; il modo di parlare q., la lingua q., dell’uso comune, corrente; mi spoglio quella veste giornale che si pubblica tutti i giorni (tranne, a volte, il lunedì): q. d’informazione, indipendente, di partito; i q. del mattino, della ...
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virtuale
virtüale agg. [dal lat. mediev. (dei filosofi scolastici) virtualis, der. di virtus «virtù; facoltà; potenza»: v. virtù]. – 1. a. In filosofia, sinon. di potenziale, cioè «esistente in potenza» [...] intermedî. Per immagine v. e fuoco v. in ottica, si vedano le relative voci. c. In informatica, memoria v unità lessicali o morfologiche provviste di un senso determinato all’interno del sistema di una lingua. 2. Nell’uso com. o letter., di cosa che ...
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podesta2
podestà2 (letter. potestà) s. m. [dalla voce prec., con cambiamento di genere]. – 1. Nel comune medievale italiano, magistrato che, a cominciare dagli ultimi decennî del sec. 12°, sostituì gradualmente [...] e ancora all’inizio del 20°), spec. nelle città del Lombardo-Veneto e da ultimo in quelle di lingua italiana soggette all’impero la quale si esprime il concetto che conviene fare da sé piuttosto che lasciar fare ad altri, se si vuole che un ...
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quale
agg. e pron. [lat. qualis]. – Indica, con valore interrogativo e relativo, singoli elementi (cose, persone, animali, ecc.), o categorie di elementi, in relazione alla qualità per cui si caratterizzano [...] io mi sia, per la mia lingua s’oda (Petrarca); In qual ora, in qual parte del suolo, Trascorriamo quest’aura vital, Siam guadagnare e accetterebbe un lavoro quale che sia; in quale si sia ora del giorno, lo trovi sempre al caffè a giocare a carte), ...
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poi
pòi (tronc. po’ 〈pò〉) avv. [lat. pŏst «dopo»]. – 1. a. Dopo, nel tempo che segue, in un tempo successivo: ci penseremo poi; voleva rifiutare l’offerta, ma poi ci ha ripensato; bisogna agire subito, [...] , arrivederci a poi, addio a poi); in poi, per indicare prosecuzione del tempo: d’ora in poi; da allora, da quel giorno in poi aveva già in latino): si vol po’ me venire (Iacopone), se vuoi venire dietro a me. 4. Della lingua ant. è inoltre l ...
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mobile1
mòbile1 agg. [dal lat. mobĭlis, der. di movēre «muovere»]. – 1. a. Che può essere mosso, spostato, rimosso; si contrappone, oltreché a immobile, a fisso, stabile, e si dice di tutto ciò che si [...] è legata a quella della Pasqua. 2. Che si muove, che è soggetto a movimento: l’occhio e la lingua sono organi mobili. Poet. o letter.: le è mobile Qual piuma al vento, parole di una notissima aria del Rigoletto di G. Verdi, su libretto di F. M. Piave ...
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dettato
(ant. dittato) s. m. [der. (e più propriam. part. pass.) di dettare; cfr. anche lat. dictatum (part. pass. neutro sostantivato di dictare «dettare»), usato per lo più al plur., dictata, con il [...] di esprimersi, per ciò che riguarda la lingua e lo stile: un elegante d.; scienza; il d. o i d. della saggezza, del buon senso, della ragione. c. Quanto è disposto da di cui dice il d. che se si mettessero a fare il cappellaio nascerebbero gli uomini ...
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maneggio
manéggio s. m. [der. di maneggiare]. – 1. a. Il maneggiare, l’azione del maneggiare, soprattutto come uso di oggetti o strumenti secondo una determinata tecnica, applicata in genere con perizia: [...] della spada, del remo; essere abile nel m. dei pennelli; in senso fig., m. della lingua, uso appropriato . Il luogo in cui si svolgono tali esercizî (detto anche cavallerizza), soprattutto con riferimento agli impianti del genere annessi a caserme, ...
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(catalano Catalunya, sp. Cataluña) Comunità autonoma della Spagna (32.091 km2, con 7.210.508 ab. nel 2007), la seconda per popolazione, dopo l’Andalusia; capoluogo Barcellona. Occupa la parte nord-orientale della Penisola Iberica e comprende...
Stato dell’Europa meridionale, corrispondente a una delle regioni naturali europee meglio individuate, data la nettezza dei confini marittimi e di quello terrestre: la catena alpina, con la quale si collega all’Europa centrale (da O a E: Francia,...