tema1
tèma1 s. m. [dal lat. thema («argomento»; «posizione degli astri», e nel lat. tardo anche «tema d’una parola»), che è dal gr. ϑέμα -ατος, propr. «ciò che si pone», der. del tema di τίϑημι «porre, [...] tolta la desinenza; si distinguono t. nominali e t. verbali, a seconda che si tratti di una forma nominale (come per es. in latino fili- e patr-, temi rispettivam. di filius «figlio» e di pater patris «padre») o di un verbo (per es., in greco ε-λιπ ...
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ibrido
ìbrido agg. e s. m. [dal lat. hybrĭda «bastardo», di etimo incerto]. – 1. In biologia: a. Per lo più come s. m., individuo animale o vegetale proveniente da un incrocio di genitori appartenenti [...] automobile, monocolo, nelle quali il primo elemento compositivo è greco, il secondo latino; baby pensionato, in cui il primo elemento è inglese e il secondo è latino); parlare un linguaggio i., in cui siano mescolati vocaboli e locuzioni appartenenti ...
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-iccio
-ìccio. – Suffisso derivativo, ma in funzione per lo più alterativa, di aggettivi tratti da participî o da altri aggettivi, che esprimono in genere diminuzione (malaticcio, bruciaticcio, freddiccio), [...] chiacchiericcio, pasticcio, terriccio, anch’essi di tono più o meno limitativo, va certamente connesso con il suffisso latino -īcius, che soltanto in pochissimi aggettivi aveva però valore simile all’italiano (per es., cinericius «cenericcio, cinereo ...
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italiano
agg. e s. m. (f. -a). – 1. agg. a. Dell’Italia: il popolo i.; lingua, storia, letteratura i.; la civiltà, la cultura i.; le coste, le regioni, le città, le province i.; la Repubblica I., sia [...] in Italia: studiare, imparare l’i.; parlare bene, male correttamente l’i.; scrivere in buon i.; tradurre dal latino in i.; versione dall’i. in latino; è un errore d’i.; in i. si dice così; con valore avverbiale: parlare italiano, anche nel sign ...
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interlingua
interlìngua s. f. [comp. di inter(nazionale) e lingua; nel sign. 2, tratto da interlinguistico]. – 1. Lingua artificiale (detta anche latino sine flexione) proposta e usata nelle sue opere [...] scientifiche a partire dal 1903 dal matematico G. Peano (1858-1932), basata sul lessico latino, ma con morfologia semplificata; ebbe una certa diffusione in ambienti scientifici, ma non si estese al di fuori di questi, sia per l’indifferenza o la ...
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w, W
(vu dóppia o dóppia vu; anche, vu dóppio o dóppio vu); s. f. o m. – Ventiduesima lettera dell’alfabeto latino (usata solo in parole d’origine straniera non adattate). Sconosciuta all’alfabeto latino [...] pronunciata di regola come v; si suol dare la stessa pronuncia anche alla w (propriam., uu) che compare in carte latine medievali, dove rappresenta il suono għu̯ di vocaboli (e soprattutto di nomi proprî) germanici, continuato da ġu̯ in voci italiane ...
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per-1
pér-1. – È la prep. lat. per, usata in latino come prefisso per la formazione di verbi composti, che passano poi, più o meno immutati sia nella forma sia nel significato, insieme con i loro derivati, [...] ). Con sign. analoghi ai precedenti, il pref. per- concorre alla formazione di un numero molto limitato di aggettivi (latini, e dal latino passati poi in italiano), in unione o con un tema verbale, come perpetuus (comp. di per- indicante continuità e ...
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d, D
D (di, ant. o region. de 〈dé〉) s. f. o m. – Quarta lettera dell’alfabeto latino, la cui forma maiuscola deriva, attraverso il delta greco (Δ), dal dalet fenicio; dall’originaria capitale si sono [...] liquida (es. in padri); medio (es. in caldi o tardi) altrove. In quasi tutte le posizioni è l’esito normale della d latina (es. dare, lat. dare; vedere, lat. videre; perdere, lat. perdere); nel grado debole, inoltre, ha preso il posto della t in non ...
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dieresi
dïèreṡi s. f. [dal lat. tardo diaerĕsis, gr. διαίρεσις, propr. «divisione, separazione», der. di διαιρέω «disgiungere»]. – 1. a. In fonetica, la divisione di un gruppo vocalico nel corpo di una [...] cui la dieresi non dovrebbe essere possibile, neanche nel verso, sono i seguenti: nei gruppi ie, uo continuazione di ĕ, ŏ latine (per es. piede lat. pĕdem, buono lat. bŏnum); nei gruppi i + vocale quando la i derivi dalla trasformazione di un gruppo ...
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sacramento
sacraménto (ant. sagraménto e, nel sign. 1, saraménto) s. m. [dal lat. sacramentum, der. di sacrare «consacrare»; in origine «pegno, giuramento», e quindi «pegno della fede, atto sacro»]. [...] solennemente: e a te guardando, O bel sole di Dio, fo sacramento (Carducci). 2. Dagli scrittori cristiani il termine latino è stato adottato per rendere il gr. μυστήριον, che significava ciò che è segreto e soprattutto, al plur., le iniziazioni ...
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(lat. Latinus) Eroe eponimo del popolo latino. Compare già in Esiodo, dove è detto figlio di Ulisse e di Circe, e signore, con il fratello Agrio, di una regione dell’estremo Occidente; più tardi è detto figlio di Telemaco e di Circe. La sua...
Lingua indoeuropea appartenente al gruppo italico o protolatino, lo stesso di cui fanno parte quelle di altri popoli (Ausoni, Opici, Enotri e Siculi) che, insieme ai Latini, si insediarono nella parte centromeridionale dell’Italia fra il 3°...