piangina s. m. e, più raramente, f.; inv. o regolare al pl. Nel linguaggio familiare o nello stile brillante dei giornali, persona che si lamenta e recrimina di continuo | Anche agg. con pl. regolare, [...] di far morire il Carlesi in questo modo si sbagliano, io pianto tutto e torno a casa...». (Bruno Perucca, Stampa sera la piangina di famiglia, quindi ho pianto. Legittime ansie a parte, penso che Viola sia brava ma che, come me, non possa fare tutto ...
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granola s. f. Miscela di fiocchi di avena, miele e frutta secca mista, generalmente consumata a colazione e spesso accompagnata con latte o yogurt. ◆ Oltre al libro PASTA saranno disponibili altri prodotti [...] e attenzione alla salute. Sara scopre di essere intollerante a latte e uova. Subito: Dramma! Come faccio al mattino? Poi: Ci pensoio. Complice il marito Marco e due “bulle a 4 zampe” come le chiama lei, decide di aprire, in via Saluzzo 23, un ...
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tutto
agg. e pron. [da una variante, non bene spiegata, del lat. tōtus «tutto, intero», forse *tuttus con geminazione intensiva, o *tuctus influenzato dal plur. cuncti «tutti»]. – L’intera quantità, [...] . con funzione di pron. neutro, ogni cosa; spesso con valore indeterminato: fatto questo è fatto tutto, non rimane altro da fare; pensoio a tutto; quando c’è la salute c’è tutto; bisogna badare a tutto, avere l’occhio a tutto; con riferimento più ...
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secondo2
secóndo2 prep. [lat. secŭndum, dall’agg. secundus «secondo1»]. – 1. a. In modo conforme a, nel modo richiesto o voluto da: regolarsi s. coscienza; agire s. la legge; vivere s. natura; decidere [...] ; curarsi s. le prescrizioni del medico. In partic., s. la mia opinione, s. il suo parere e sim., stando a come la pensoio, a ciò che pensa lui; anche, con lo stesso senso, s. me, s. lui, s. noi e sim. (spesso con valore limitativo: s. me, hai torto ...
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lasciare
v. tr. [lat. laxare «allargare, allentare, sciogliere», der. di laxus «largo, allentato»] (io làscio, ecc.). – 1. Smettere di tenere, o di stringere, di reggere, di premere: da subita paura [...] (Dante); lasciami fare, fam., non seccarmi, non toccarmi, e sim.; lascia fare a me, non preoccuparti, ci pensoio: «ebbene», gli disse, o gli gridò: «signore spaccone, signor capitano, signor lascifareame?» (Manzoni); lasciar fare, lasciar passare ...
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lampadarsi
v. intr. pron. Abbronzarsi con l’aiuto di una lampada a raggi UVA. ◆ [Sven-Göran] Eriksson: Ormai dirige la squadra soltanto la domenica: il resto della settimana lo passa a lampadarsi. (Vanni [...] tempo anch’io mi sentivo un guru degli addominali. Anch’io mi “lampadavo” per esser sempre un po’ abbronzato, anch’io insomma facevo (Messaggero, 6 aprile 2004, p. 1, Prima pagina) • Penso, infine, che un marito che prende a depilarsi e lampadarsi sia ...
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opposto
oppósto agg. [dal lat. opposĭtus, part. pass. di opponĕre «opporre»; cfr. opposito]. – 1. Posto di contro, di fronte, detto di un luogo rispetto a un altro, o di due cose che si trovino dalle [...] ciò che è in opposizione con altra cosa: la civiltà, che è l’opposto della barbarie (Leopardi); iopenso esattamente l’o.; sono convinto dell’o.; è l’o. di ciò che io volevo; è tutta l’o. di suo fratello. Locuz. avv. all’opposto «in modo opposto»: le ...
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indurre
(ant. indùcere) v. tr. [lat. inducĕre, comp. di in-1 e ducĕre «condurre»] (coniug. come addurre; part. pass. indótto, ant. indutto]. – 1. Propr., far penetrare, quindi destare, suscitare in altri [...] rami induca ombra su l’onde (Sannazzaro); i. gli occhi, lo sguardo in un luogo, rivolgerli: più mi triema il cor qualora iopenso Di lei in parte ov’altri li occhi induca (Dante). Anche mettere sopra, indosso (un abito e sim.): Al divin corpo induce ...
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punto3
punto3 avv. e agg. [dal sost. punto2, come rafforzativo di una negazione: non punto «neanche un punto, neanche in quantità minima»]. – 1. avv., tosc. e letter. a. Affatto, come rafforzativo di [...] una negazione (non, senza): non ci penso p., non ne sono p. convinto; senza p. stupirsi, senza p. commuoversi; in unione con sost.): come il corpo senza l’anima non può vivere, così io senza di voi non potrei un p. durare (Pasqualigo); questo concetto ...
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espedire
v. tr. [dal lat. expedire, der. di pes pedis col pref. ex-; propr. «liberare i piedi»] (io espedisco, tu espedisci, ecc.), ant. – Rendere spedito, facilitare, sbarazzare, liberare: a fender [...] ... le espedirono in brevissino tempo (Machiavelli); nel rifl., sbrigarsi, liberarsi: poiché di questo ancor volete ch’io dica, penso potermene e. con poche parole (B. Castiglione). ◆ Part. pass. espedito, anche come agg., sbrigato, libero: già ...
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oltrapagato
Solo in Rime XCI 52 Quand'io penso un gentil disio... / parmi esser di merzede oltrapagato. Il vocabolo è " un composto di gusto provenzale " (Contini), conforme alla dotta elaborazione che caratterizza tutta la lirica.
Pronome di 1ª persona, usato cioè dalla persona (o cosa personificata) che parla quando si riferisce a sé stessa. Sia nel linguaggio della filosofia e psicologia sia nell’uso corrente, designa la personalità umana, l’uomo in quanto ha coscienza...