riflettere
riflèttere (ant. reflèttere) v. tr. e intr. [dal lat. reflectĕre, propr. «ripiegare, volgere indietro», comp. di re- e flectĕre «piegare»] (part. pass. riflèsso nei sign. del n. 1, riflettuto [...] la sua cordiale fisionomia riflette la bontà dell’animo; nei suoi occhi si rifletteva la passione, il desiderio, l’invidia; nel suo comportamento si riflette l’educazione che gli è stata impartita. Costituire una ripercussione, una conseguenza o un ...
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ciccare
v. intr. e tr. [dal fr. chiquer, da una radice onomatopeica che imita il rumore della masticazione] (io cicco, tu cicchi, ecc.; come intr., aus. avere). – 1. Masticare tabacco o un mozzicone [...] di sigaro. Come trans.: c. tabacco; nel gergo dei giornalisti sportivi, c. la palla, il pallone, nelle partite di calcio, mancare il pallone, non riuscire a controllarlo. 2. fig., region. Rodersi dall’invidia, provare dispetto, sentirsi contrariato. ...
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castrazione
castrazióne s. f. [dal lat. castratio -onis]. – 1. a. L’azione, e anche l’effetto, il risultato del castrare, cioè l’operazione mediante la quale vengono estirpate o, comunque, distrutte [...] l’assenza del pene nelle femmine viene attribuita a un’amputazione; il complesso (che si riscontra anche nelle bambine come «invidia del pene»), può, se non adeguatamente superato, permanere in soggetti adulti nevrotici. Con sign. derivato da quello ...
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padrona
padróna s. f. [femm. di padrone]. – Donna che, per la propria condizione o per essere la moglie del padrone, ha, come questo, il possesso o la disponibilità o la direzione e la cura della propria [...] Della Casa). Fig., e con uso anche aggettivale, con riferimento a un soggetto femm. di cosa, per lo più astratta: non si deve permettere che la gelosia (o l’invidia, ecc.) diventi p. (o la p.) dei nostri sentimenti. ◆ Dim. padroncina (v. padroncino). ...
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digrignare
v. tr. [dal germ. grīmjan, col pref. di-1] (io digrigno,... noi digrigniamo, voi digrignate, e nel cong. digrigniamo, digrigniate). – Mostrare i denti arrotandoli per rabbia o per minaccia; [...] detto propr. dei cani e per estens. anche dell’uomo: Come soglion talor duo can mordenti, O per invidia o per altro odio mossi Avvicinarsi digrignando i denti (Ariosto); per estens., scherz.: vecchi che, perdute le zanne, parevan sempre pronti, chi ...
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sgorgare
v. intr. [der. di gorgo, col pref. s- (nel sign. 3)] (io sgórgo, tu sgórghi, ecc.; aus. essere). – 1. Di liquidi, uscire fuori con impeto: acqua che sgorga limpida dalla sorgente, dalla roccia; [...] vena facile e sicura. Raro con valore causativo, far uscire fuori: quella sorta d’immondizia che le arpie sgorgarono per invidia sulle mense troiane (Leopardi). 2. non com. Sfociare, sboccare: Da ove Tronto e Verde in mare sgorga (Dante); andare a ...
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pagliardo
s. m. [dal fr. paillard, propr. «chi dorme sulla paglia; pezzente»], ant. – Miserabile; si trova usato soprattutto nella locuz. cocchìn o cochìn p. (adattam. del fr. coquin paillard, dove coquin [...] significa «furfante»), vile miserabile: Cocchin p., e’ ti convien morire (Pulci); fece far disegni nuovi Dianzi l’Invidia a quel cochin pagliardo (Ariosto). ...
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scatenare
v. tr. [der. di catena, col pref. s- (nel sign. 3)] (io scaténo, ecc.). – 1. non com. Liberare dalla catena, lasciar andare libero un animale (o anche una persona) che era stato incatenato, [...] , far sorgere in maniera improvvisa e difficilmente controllabile: s. un putiferio, un pandemonio; la sua promozione scatenò l’invidia dei colleghi; come intr. pron.: all’alba si scatenò una violenta tempesta; sull’argomento si è scatenata una accesa ...
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indegno
indégno agg. [lat. indĭgnus, comp. di in-2 e dignus «degno»]. – 1. Di persona, non degno, non meritevole: ebbe il premio benché ne fosse i.; è i. della nostra fiducia; lo dichiararono i. di far [...] meritato, ingiusto: Qual Scizia m’assicura o qual Numidia, S’ancor non sazia del mio esilio indegno Così nascosto mi ritrova Invidia? (Petrarca). b. Che non si addice, che non si conviene, che costituisce una grave lesione della dignità morale: è un ...
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onta
ónta s. f. [dal fr. ant. honte, voce di origine germanica]. – Disonore, vergogna, sia conseguente ad azione vile o disonesta commessa, a pena infamante subìta, sia per grave affronto subìto da altri: [...] nomi di cosa, e senza che ci sia necessariamente l’idea del dispetto o della vergogna: è voluto andarci, ad o. dei miei avvertimenti; sono riuscito, ad o. di tutti gli ostacoli, di ogni difficoltà, dell’invidia; vollero partire, ad o. della bufera. ...
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invìdia Sentimento spiacevole che si prova per un bene o una qualità altrui che si vorrebbero per sé, accompagnato spesso da avversione e rancore per colui che invece possiede tale bene o qualità; anche, la disposizione generica a provare tale...
invidia
Fernando Salsano
È il sentimento di cruccio nascente dal considerare il bene altrui come lesivo del proprio, e nel secondo girone del Purgatorio (il cinghio che sfera / la colpa de la invidia, XIII 38; il vocabolo ricorre anche al...