malattia
malattìa s. f. [der. di malato1]. – 1. a. Condizione abnorme e insolita di un organismo vivente, animale o vegetale, caratterizzata da disturbi funzionali, da alterazioni o lesioni – osservabili [...] altera il benessere psichico di una persona apportandovi turbamento, angoscia, sofferenza: m. dello spirito; la gelosia e l’invidia sono due brutte malattie. Nell’uso fam., fare, farne, farsi una m. per qualcosa, risentirne dolorosamente, provarne un ...
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spia
s. f. [dal got. *spaíha; v. spiare]. – 1. a. Chi con l’inganno o la dissimulazione cerca di venire in possesso di notizie riguardanti altre persone allo scopo di riferirle, per malevolenza o per [...] invidia o per interesse personale, a chi possa valersene per punire o, comunque, danneggiare le persone interessate: in questa associazione ci sono delle s.; è bene non parlare in presenza di spie; è una s. dei superiori, della polizia, cioè una ...
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maldicente
maldicènte agg. [comp. di male1 e dire, ricalcato sul lat. maledĭcens -entis]. – Di chi, per malignità o per invidia o per leggerezza, ha l’abitudine di parlar male degli altri: uomini cattivi [...] e maldicenti. Anche con uso di sost.: non ti fidare di quella donna, è una m.; spec. al plur.: guàrdati dai maldicenti ...
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consumare1
consumare1 v. tr. [dal lat. consumĕre (v. consumere), ravvicinato, già nel lat. tardo, per la coniug. a consummare (v. consumare2)]. – 1. a. Logorare, finire a poco a poco con l’uso: c. la [...] consuma lentamente; consumarsi i polmoni, la vista. b. Struggere, travagliare: l’amore lo consuma; vedi come lo consuma l’invidia. 3. intr. pron. a. Ridursi al nulla: la candela si è già consumata; per estens., deperire, dimagrire notevolmente: quel ...
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rosicare
v. tr. [lat. *rōsĭcare, der. di rōdĕre (part. pass. rōsus) «rodere»] (io rósico, tu rósichi, ecc.). – 1. Sinon. region. e meno com. rosicchiare, in senso proprio: il cane stava rosicando un [...] nel prov. chi non risica non rosica, non si ottiene nulla, non si ha successo senza rischiare. 3. intr. (aus. avere), region. Rodersi, consumarsi per la gelosia, l’invidia: i tifosi hanno rosicato perché la squadra avversaria ha vinto lo scudetto. ...
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scritto
agg. e s. m. [part. pass. di scrivere; lat. scrīptus e neutro sostantivato scrīptum]. – 1. agg. a. Tracciato per mezzo della scrittura: caratteri s. (contrapp. di solito a stampati), e caratteri [...] colpa l’aveva s. in fronte; Se a ciascun l’interno affanno Si leggesse in fronte scritto, Quanti mai che invidia fanno Ci farebbero pietà! (Metastasio). 3. s. m. a. Ogni espressione linguistica realizzata per mezzo della tecnica della scrittura: non ...
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sacco
s. m. [lat. saccus, dal gr. σάκκος, di origine semitica (ebr. sáq)] (pl. -chi; ant. o pop. tosc. le sacca). – Termine che, nell’antichità, indicò genericam. un tessuto grossolano, solitamente di [...] Manzoni). Colmare il s., colmare la misura, superare i limiti; con sign. affine, in espressioni analoghe: la tua città ch’è piena D’invidia sì che già trabocca il sacco (Dante); L’avara Babilonia ha colmo il sacco D’ira di Dio, e di vizii empii e rei ...
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allignare
v. intr. [der. del lat. lignum «legno»] (io alligno, ... noi alligniamo, voi allignate, e nel cong. alligniamo, alligniate; aus. avere o essere). – Mettere radici, attecchire, prosperare: è [...] cui non alligna l’olivo; fig.: un forestierismo che non ha allignato nell’uso italiano; e di cose astratte: l’invidia alligna nel suo animo; ideali così nobili non allignano tra le persone mediocri; questi sentimenti possono allignare solo in persone ...
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malocchio
malòcchio s. m. [comp. di malo e occhio]. – Potere malefico dello sguardo (sinon. di iettatura) che si crede posseduto da determinate persone, le quali possono usarlo inconsapevolmente oppure [...] esercitarlo per malanimo, invidia, ecc. (alla credenza in tale potere, diffusa presso molte culture in tutti i continenti, è connesso l’uso di amuleti, di riti e formule ritenuti capaci di liberare dal suo influsso): dare, fare il m.; tutto questo è ...
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meretrice
s. f. [dal lat. merĕtrix -icis, der. di merere «guadagnare»]. – Donna che si prostituisce, sinon. letter. di prostituta, puttana. Fig., poet.: La m. che mai da l’ospizio Di Cesare non torse [...] li occhi putti (Dante), l’invidia, che non abbandona mai la corte imperiale; anche in funzione di agg., con valore generico d’ingiuria: questo prezioso volgare, lo quale, s’è vile in alcuna [cosa], non è se non in quanto elli suona ne la bocca m. di ...
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invìdia Sentimento spiacevole che si prova per un bene o una qualità altrui che si vorrebbero per sé, accompagnato spesso da avversione e rancore per colui che invece possiede tale bene o qualità; anche, la disposizione generica a provare tale...
invidia
Fernando Salsano
È il sentimento di cruccio nascente dal considerare il bene altrui come lesivo del proprio, e nel secondo girone del Purgatorio (il cinghio che sfera / la colpa de la invidia, XIII 38; il vocabolo ricorre anche al...