indeterminato
agg. [dal lat. tardo indeterminatus]. – 1. Non determinato: a. Di cosa che non sia stata precisata, definita con esattezza: la riunione si terrà in luogo ancora i.; rinviare (o affidare [...] condizioni che ad esso sono imposte. In partic.: problema i., quello che, con i dati e le condizioni di cui si dispone, ammette infinite soluzioni; serie i., quella che non ammette somma; successione i., quella che non ammette limite (né finito, né ...
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mareggiare
v. intr. [der. di mare] (io maréggio, ecc.; aus. avere, ma i tempi composti sono poco usati). – 1. a. letter. Muoversi con una certa frequenza e forza, con riferimento alle onde del mare: [...] b. fig. Fluttuare, muoversi come le onde del mare: la moltitudine gli mareggiava intorno (D’Annunzio); con uso sostantivato dell’infinito: il m. delle teste, della folla; uno spostamento, un m. della massa (Vincenzo Consolo). c. non com. Muoversi su ...
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paradigma
s. m. [dal lat. tardo paradigma, gr. παράδειγμα, der. di παραδείκνυμι «mostrare, presentare, confrontare», comp. di παρα- «para-2» e δείκνυμι «mostrare»] (pl. -i). – 1. Esempio, modello. In [...] per le quattro coniugazioni); anche, l’enunciazione delle forme fondamentali di un verbo, cioè dei temi del presente, perfetto, supino, infinito, da cui derivano tutti gli altri tempi del verbo stesso (così, per es., il paradigma del verbo pingĕre si ...
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dimenticare
v. tr. [lat. tardo dementicare, der. di mens mentis «mente»] (io diméntico, tu diméntichi, ecc.). – 1. tr. a. Perdere, anche temporaneamente, la memoria di una cosa, non ricordare: d. il [...] è passato di mente che dovevo andare alla lezione, che era l’ora della lezione e sim.). Seguito da di e l’infinito può avere la coniug. attiva o pronominale senza diversità di sign.: ho dimenticato (o mi son dimenticato) di scrivergli; dimenticavo (o ...
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finita
finità s. f. [dal lat. mediev. finitas, foggiato su infinĭtas «infinità»]. – Nel linguaggio filos., lo stesso che finitezza, nel sign. 2: all’essere finito è essenziale la f., e all’essere infinito [...] la infinità (Rosmini). ...
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finitudine
finitùdine s. f. [der. di finito]. – La condizione di ciò che è finito, cioè limitato, non infinito; nel linguaggio filos., lo stesso che finitezza. ...
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bastare
v. intr. [prob. lat. *bastare «servire di sostegno», di origine incerta]. – 1. a. Essere sufficiente, così che non è necessario o non si richiede di più: basta la buona intenzione; basta un nonnulla [...] neanche nominare. 3. Locuzioni partic.: a. Basta che, purché: basta che tu lo chieda, te lo dànno subito; anche con l’infinito (e senza che): basta chiedere con buone maniere, si ottiene tutto ciò che si vuole. b. E non basta, nell’enumerare varie ...
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dormire
v. intr. [lat. dŏrmire] (io dòrmo, ecc.; aus. avere). – 1. Riposarsi col sonno, essere in stato di sonno: d. su un buon letto, sul divano, sulla poltrona; d. disteso, sul fianco, supino, bocconi; [...] diverso, l’espressione è spesso eufemistica, così come d. insieme). In qualche frase, per lo più formata con la prep. da e l’infinito, indica la stanza, il letto dove qualcuno possa riposarsi: dar da d.; cercare da d.; non ho trovato da d. in nessun ...
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ente
ènte s. m. [dal lat. tardo ens entis, in funzione di part. pres. del verbo esse «essere»]. – 1. a. Nel linguaggio filos., ciò che esiste, ciò che è in assoluto senz’altra determinazione: e. reale, [...] sign. negativo, si vuole sottolineare proprio l’irrealtà e il carattere puramente verbale); in partic., anche nell’uso com., e. infinito, e. supremo, che ha in sommo grado la capacità dell’essere, cioè Dio. Nell’uso non filosofico, mentre con essere ...
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periodare
v. intr. [der. di periodo] (io perìodo, ecc.). – Costruire il periodo o i periodi, cioè le frasi; è usato quasi esclusivam. nell’infinito sostantivato, con riferimento al modo, allo stile con [...] cui uno scrittore costruisce i periodi: avere un p. sciolto, agile, vivace, o pesante, stentato, contorto, ecc.; i prosatori del Cinquecento imitavano il p., o il modo di p., del Boccaccio; quel suo p. ...
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Opera (1584) del filosofo G. Bruno (1548-1600), che forma una trilogia, con De la causa, principio et uno e La Cena delle Ceneri, di dialoghi in italiano pubblicati a Londra nello stesso anno. In polemica con l'aristotelimo, ha per tema centrale...
INFINITO (lat. infinitus o infinitivus [modus], impropria traduzione del greco ἀπαρέμϕατος [ἔγκλιοις], cioè "(forma) sprovvista di determinazioni supplementari")
Giacomo Devoto
Formazione nominale del verbo che indica l'azione, senza specificazione...