sbaglio /'zbaʎo/ s. m. [der. di sbagliare]. - 1. a. [lo sbagliare nel valutare o nel giudicare: commettere uno s.] ≈ errore, (lett.) fallo. ↓ imprecisione, inesattezza. b. [lo sbagliare nel parlare o nello [...] figura retorica, è detto paronomàsia o bisticcio.
Sbagli meno gravi o involontari - Un particolare tipo di s. è il lapsus, che ha un’accezione psicanalitica ben definita («tipo di atto mancato che soddisfa in modo manifesto un desiderio inconscio ...
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Fabio Rossi
bello. Finestra di approfondimento
Piacere estetico - Tra gli agg. che designano una sensazione di piacere estetico, b. (col suo contr. brutto) è forse quello dall’area semantica più ampia [...] altri sinon.: delizioso, incantevole, meraviglioso, stupendo (nei quali s’è perso quasi del tutto l’etimo di «che brutta gente). Se si parla di acutezza, si può dire di una persona che ha (o è) un bell’ingegno, una b. testa, un bel cervello e sim ...
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faccia /'fatʃ:a/ s. f. [lat. facies "forma, aspetto, faccia", affine a facĕre "fare"] (pl. -ce). - 1. a. [parte anteriore esterna della testa dell'uomo, che va dalla fronte al mento: f. emaciata] ≈ (spreg.) [...] rispetto alla realtà effettiva: Renzo, che strepitava di notte in casa altrui, che vi s’era introdotto di soppiatto, e teneva il padrone stesso assediato in una stanza, ha tutta l’apparenza d’un oppressore; eppure, alla fin de’ fatti, era l’oppresso ...
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fato s. m. [dal lat. fatum, der. di fari "dire, parlare"] (pl. -i; ant. le fata). - 1. (mitol.) [nella cultura antica, potenza inesorabile cui nessuno si può sottrarre] ≈ destino. 2. [il succedersi ineluttabile [...] cieca fatalità muove e dirige le azioni di tutti gli uomini (I. U. Tarchetti). Del tutto lett. è ormai ventura, che ha accezione per lo più positiva: mio fratello ebbe la ventura di contrarre a tempo un matrimonio vantaggioso (L. Pirandello). Se si ...
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fede /'fede/ (poet. fé /fe/) s. f. [lat. fĭdes]. - 1. a. [credenza piena e fiduciosa che si fonda su intima convinzione o sull'autorità altrui più che su prove positive, anche con la prep. in: avere f. [...] in Dio (cosa ha a fare la libertà del pensare e dello scrivere in poesia, colla teologia, colla fede? [S. Bettinelli]). F. parla di rapporti amorosi (è sempre stato fedele a sua moglie), ma ha uso estremamente vario e largo (molto più del sost. f. da ...
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usare /u'zare/ [lat. ✻usare, der. di usus, part. pass. di uti "usare"]. - ■ v. tr. 1. a. [fare funzionare un oggetto piegandolo agli scopi per i quali è stato costruito, ideato e sim.: sai u. il computer?] [...] Spesso è riferito al tempo o al denaro e, in entrambi i casi, ha come sinon. più com. spendere: non sa come spendere il suo tempo. ad aiuti, favori, consigli, diritti, fortuna e sim.: s’affrettava a giovarsi di quegl’ultimi favori della fortuna (I. ...
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fine² s. f. (raro o ant. m.) [lat. fīnis "limite; cessazione"]. - [ultima parte di una cosa, momento in cui questa cessa: una cosa che non ha f.; condurre a f. un'impresa] ≈ conclusione, termine. ↔ inizio, [...] evento termina». In questa accezione è sinon. di conclusione e termine e ha come contr. più com. inizio e principio. Anche se il genere , freno, limite: le spalle, il collo, il viso s’infiammarono sotto la violenza di quel piangere dilagato, a cui il ...
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alto [lat. altus, propr. part. pass. passivo di alĕre "nutrire, far crescere"]. - ■ agg. 1. a. [che si eleva dal suolo con uno sviluppo verticale notevole: un a. monte; alberi d'a. fusto] ≈ elevato. ‖ [...] ad alta voce, forte. ↔ a bassa voce, basso, piano, sommessamente, sottovoce. ■ s. m., solo al sing. 1. [la parte più elevata di qualcosa, anche fig , il quale è anche l’agg. che, di solito, ha il maggior numero di sinon.: per conoscere l’altezza, la ...
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battere /'bat:ere/ [lat. tardo battĕre, dal lat. class. battuĕre]. - ■ v. tr. 1. a. [dare colpi con le mani o con altro arnese] ≈ colpire, percuotere. ● Espressioni (con uso fig.) e prov.: prov., battere [...] mentre col secondo si intende una serie di colpi molto violenti: ha colpito il suo nemico con un pugno; fu percosso duramente con l’apposito utensile); il grano (col sinon. trebbiare). S’è poi originata, da questa accezione di «colpire qualcosa», ...
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bello /'bɛl:o/ [lat. pop. bellus "carino, grazioso"] (sing. m. bèl, pl. m. bèi, davanti a consonante seguita da vocale, e davanti a f, p, t, c, v, b, d, g seguite da l o r; bèllo, bègli negli altri casi; [...] . di: costa un bel po' (di soldi)] ≈ molto, parecchio. ↔ poco. ■ s. m., solo al sing. 1. a. [ciò che è bello] ≈ bellezza. ‖ gente). Se si parla di acutezza, si può dire di una persona che ha (o è) un bell’ingegno, una b. testa, un bel cervello ...
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Quando si trova in posizione iniziale di parola, normalmente s si pronuncia sorda [s] (➔ sibilanti) se seguita da vocale o semiconsonante (sale, seta, simbolo, sogno, sugo; siesta, suolo; ➔ semivocali) oppure se seguita da consonante sorda (scatto...
Poeta lettone (Riga 1936 - Lettonia 2022). Ha lavorato in varie redazioni di riviste letterarie lettoni e ha pubblicato tre raccolte di versi (Lirika un balsis "Lirica e voce", 1978; Iesien balta lakatina "Avvolto nella pezzola bianca", 1986;...