spirito
spìrito (ant. e poet. spirto) s. m. [dal lat. spirĭtus -us «soffio, respiro, spirito vitale», der. di spirare: v. spirare1; il sign. grammaticale 1 b ricalca il gr. πνεῦμα (che è l’equivalente [...] non mi pare il caso di fare dello s. in questo momento; uno s. fine, garbato, o, al contrario, uno s. di cattivo gusto, di bassa lega; s. di patata o di patate, quello di chi dice arguzie insulse o combina scherzi sciocchi e inopportuni (ma l’origine ...
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scarola
scaròla (o scariòla) s. f. [lat. tardo (dei glossarî) scarìola, der. di escarius «commestibile»]. – Uno dei nomi della lattuga selvatica (Lactuca serriola o L. scariola), pianta alta anche più [...] formati da una ventina di fiori; è presente negli incolti, nelle colture agrarie o lungo le strade. È anche nome region. di numerose varietà di indivia a foglie larghe e intere, di gusto dolce-amaro, usate come insalata cruda o consumate cotte. ...
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spiritosaggine
spiritosàggine s. f. [der. di spiritoso, nel sign. 2 b]. – Spiritosità, generalm. insulsa o di dubbio gusto, o comunque priva di efficacia: una persona di una s. molto fastidiosa. Più [...] com., con valore concr., spec. al plur., atto, frase o battuta che rivelano uno spirito insulso o inopportuno, che vorrebbero essere spiritosi ma non lo sono affatto: smettila con queste s.!; le sue s. ...
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spiritoso
spiritóso agg. [der. di spirito]. – 1. Sinon., non com., di alcolico: bevande s.; un liquore limitatamente spiritoso. 2. a. ant. Pieno di vivacità, ingegnoso, acuto. b. Ricco di umorismo, di [...] s. e divertente. Con valore limitativo e in tono per lo più iron., riferito a persona o cosa, che rivela uno spirito di cattivo gusto, inopportuno o insulso: come sei s.!; che battuta s.!; e come sost.: non fare lo s.!; ma guarda che spiritosa! c. In ...
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chincaglia
chincàglia s. f. [dal fr. quincaille, alteraz. di clincaille, der. dell’ant. clinquer «far rumore»], disus. – Quasi esclusivam. al plur., chincaglie, ninnoli, oggetti minuti, di scarso valore [...] e spesso di cattivo gusto, usati soprattutto per la decorazione di mobili, l’arredamento di stanze ecc.: un negozio di chincaglie; aveva la mania di raccogliere chincaglie d’ogni specie. Più com. il collettivo chincaglieria, chincaglierie. ...
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sbolognare
v. tr. [voce di origine furbesca, derivata prob. da Bologna, dove si fabbricavano e si vendevano oggetti d’oro falso o di bassa lega (oro di Bologna)] (io sbológno, ... noi sbologniamo, voi [...] dieci euro falsi, e non ho il coraggio di sbolognarli. b. estens. Dare via un oggetto di nessun valore o utilità, o di pessimo gusto, ricavandone o no un compenso: è una stoffa che ho in negozio da più di un anno, e non mi riesce di sbolognarla; quel ...
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raffazzonare
v. tr. [der. del lat. factio -onis «atto di fare», der. di facĕre «fare»] (io raffazzóno, ecc.). – 1. ant. Aggiustare con una certa cura, racconciare, adornare. 2. Accomodare, aggiustare, [...] genericam. fare, mettere insieme alla meglio o in fretta, spec. opere o lavori che dovrebbero essere fatti con un certo gusto e impegno: r. una gonna; r. un discorso, un articolo. ◆ Part. pass. raffazzonato, anche come agg., fatto, messo insieme alla ...
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ornamentazione
ornamentazióne s. f. [dal fr. ornementation, der. di ornementer «ornamentare»]. – L’operazione di ornare, di abbellire con ornamenti: o. di un palazzo, di un salone. Più spesso in senso [...] concr., l’insieme degli ornamenti, con riguardo alla disposizione e al gusto con cui sono disposti: un’o. ricca, fastosa, severa. In musica, l’utilizzazione, sia nella composizione, sia nell’esecuzione, di fioriture o arricchimenti melodici. In ...
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raffinamento
raffinaménto s. m. [der. di raffinare]. – Il fatto di raffinare, e più spesso di raffinarsi; raro in senso proprio (in cui si usa piuttosto raffinazione, raffinatura), com. in senso fig.: [...] il r. della cultura, del gusto; il progressivo r. dei costumi; non vi sarà stata malizia in questo ritardo, ma ... io credetti di scorgervi un r. di barbarie (Pellico). ...
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Senso specifico per mezzo del quale viene riconosciuto e controllato il sapore delle sostanze introdotte nel cavo orale. Per estensione il termine è adoperato in etica e in estetica per designare la sensibilità del buono e del bello.
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gusto
Senso specifico per mezzo del quale viene riconosciuto e controllato il sapore delle sostanze introdotte nel cavo orale. Le sensazioni destate dagli stimoli gustativi si chiamano sapori.
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