lettera
lèttera (o léttera) s. f. [lat. lĭttĕra; come sinon. di epistŭla il latino adoperava il pl. littĕrae; cfr. il gr. γράμμα, pl. γράμματα, nei due sign]. – 1. a. Ciascuno dei segni con cui si rappresentano [...] vera l., che Maria (Segneri). b. Di qui, nell’uso moderno, con riferimento a uno scritto, il senso immediato delle parole, quale studî umanistici: l. classiche, moderne; l. italiane, latine, greche; coltivare le l.; uomo di lettere, dedito agli studî ...
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c, C
(ci, ant. o region. ce ‹čé›) s. f. o m. – Terza lettera dell’alfabeto latino, derivata dal Γ (gamma) greco. Inizialmente rappresentò la consonante occlusiva velare sonora ‹ġ› d’accordo con l’uso [...] greco, ma nello stesso tempo anche la sorda ‹k›, probabilmente per influsso dell’uso etrusco che non distingueva sorde e sonore frase fonetica, esso si presenta nella pronuncia dell’italiano moderno nel grado rafforzato, è cioè una consonante doppia ‹ ...
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lògos s. m. [traslitt. del gr. λόγος, che è dal tema di λέγω «dire», con vocalismo o]. – Nel pensiero greco, il termine indica la «parola» come si articola nel discorso, quindi anche il «pensiero» che [...] e fisico («fuoco») che governa la realtà. Nella letteratura sapienziale greco-ebraica la sapienza divina è il lògos, che nel filosofo è fatto carne, il Cristo (v. verbo). Nel pensiero moderno la più coerente teorizzazione del lògos come ragione è in ...
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s, S
(èsse) s. f. o m. – Diciottesima lettera dell’alfabeto latino; della sua forma originaria nella scrittura si hanno scarse notizie per la fase anteriore al greco, non sapendosi con certezza quale [...] altra variante, nella forma della nostra C (e detta sigma lunato), che ha prevalso nella scrittura greca dall’età ellenistica fino ai tempi moderni, è derivata la lettera corrispondente dell’alfabeto cirillico. La forma della S latina fu semplificata ...
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dramma
1. Nel suo significato più esteso, la parola DRAMMA indica qualunque componimento letterario, sia tragico sia comico, scritto per essere rappresentato sulla scena. In particolare, il dramma antico (o classico) [...] è quello del teatro greco e romano; il dramma liturgico medievale tratta argomenti religiosi; il dramma musicale è quello il cui . 2. MAPPA In senso più ristretto, e più moderno, indica invece un componimento teatrale che sviluppa una vicenda dolorosa ...
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stradiottesco
stradiottésco (o stradiotésco) agg. [der. di stradiotto, stradioto] (pl. m. -chi). – Degli stradiotti. Letteratura s., produzione letteraria che si espresse in Venezia nel 16° sec. in un [...] linguaggio ibrido, in cui al dialetto veneziano si mescolano elementi istriani e dalmati e del grecomoderno; è rappresentata da alcuni poemetti che ricordano, per lo più in tono burlesco ed eroicomico, le imprese degli stradiotti in lotta contro i ...
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koine
koinè (non com. coinè) s. f. [traslitt. del gr. κοινή agg. f. «comune», riferito a διάλεκτος (s. f.) «dialetto»]. – 1. a. La lingua greca comune, basata sul dialetto attico, che a partire dal 4° [...] affermò come lingua parlata e come lingua scritta e letteraria, imponendosi anche a parlanti di origine non greca; è alla base del grecomoderno con le sue varietà dialettali. b. Per estens., lingua comune, come uso linguistico accettato e seguito da ...
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pirone1
piróne1 s. m. [der. di piro], ant. o region. – 1. Cavicchio, piolo, e quindi anche bischero di uno strumento musicale a corde. 2. region. Forchetta; con questo sign., è voce d’uso in gran parte [...] del Veneto (da dove si è diffusa anche nel croato della costa adriatica e nel grecomoderno). 3. In marina, sinon. di tarozzo. ...
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magistrato
s. m. [dal lat. magistratus -us, der. di magister «capo, soprintendente»]. – 1. a. Nel linguaggio amministr., e anche letter., del passato, con sign. generico (che continua quello originario [...] carica pubblica; sinon. quindi di pubblico funzionario. Nel mondo greco, erano magistrati l’arconte, l’eforo, lo stratego, i compiti spettanti al magistrato delle acque. 2. Nell’uso moderno, il termine si è ristretto a indicare chi è investito dell ...
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virtu
virtù (ant. virtude o virtute, e anche vertù, vertude o vertute) s. f. [lat. virtus-ūtis «forza, coraggio», der. di vir «uomo»; il sign. moderno è dovuto principalmente al lat. cristiano]. – 1. [...] c’è niente da obiettare; anche in tono scherz.: insidiare la v. di una ragazza); non ha la v. del tacere; E so legger di greco e di latino, E scrivo e scrivo, e ho molte altre virtù (Carducci). c. Nell’uso letter., con sign. più vicino a quello del ...
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Il nome attuale, di significato poco chiaro (dai Cefallenî "uomini della montagna", oppure "isola elevata"), compare per la prima volta in Erodoto (IX, 28); Omero la chiama Σάμος (Il., II, 634; Od., IV, 671) o Σάμη (Od., I, 246) dalla sua maggiore...
zaconico Dialetto del greco moderno, non sorto per il differenziamento dialettale della koinè, ma continuazione di una parlata laconica. È parlato dagli Zaconi del Peloponneso orientale nella regione a N di Leonìdi.