perfetto
perfètto agg. e s. m. [dal lat. perfectus, part. pass. di perficĕre «compiere», comp. di per-1 e facĕre «fare»]. – 1. agg. a. Con uso più propriam. participiale, nella lingua ant. e letter., [...] e dal fatto che nessun richiedente e nessun offerente è in grado di influire più degli altri sul prezzo; mercato p., quello usato il comparativo più p., meno p., per indicare un grado maggiore o minore di perfezione, e anche il superl. perfettissimo ...
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digradare
v. intr. e tr. [dal lat. tardo degradare, der. di gradus -us «passo, scalino, grado»]. – 1. intr. (aus. avere) a. Scendere di un grado, scendere a un piano inferiore: Venimmo al punto dove [...] si digrada (Dante). Più comunem., scendere di grado in grado, abbassarsi a poco a poco (in questa accezione, è usata anche, ma meno correttamente, la forma degradare): colline che digradano lentamente; Esce nel sole l’aquila, e distende In tarde ...
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livello1
livèllo1 s. m. [der. di livellare3]. – 1. a. Quota di un piano orizzontale (e quindi di ciascun suo punto), rispetto a un altro piano orizzontale di riferimento; più in generale, l’altezza di [...] articolo di alto l., di l. meno che mediocre, ecc.; in partic., essere, mettere allo stesso l., alla pari, allo stesso grado: per ciò che riguarda la preparazione, gli alunni di questa classe sono pressappoco tutti allo stesso l.; lo sfidante non è ...
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l, L
(èlle) s. f. o m. – Undicesima lettera dell’alfabeto latino, la cui forma maiuscola (L) deriva, come per il lambda greco (Λ), da una modificazione di quella che aveva nell’alfabeto fenicio, mentre [...] tra gn e n. Nella pronuncia normale non ammette variazioni di durata, esistendo solo nel grado rafforzato (tra vocali, es. figlio, io gli dissi) e nel grado medio (dopo consonante, es. fargli, non gli fare, e in principio di frase fonetica); nella ...
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sentire
v. tr. [lat. sĕntire] (io sènto, ecc.). – In senso ampio, avvertire un qualsiasi stato di coscienza indotto in noi dal mondo esterno attraverso i sensi o un qualsiasi stato affettivo insorgente [...] e sim., ma con valore più soggettivo (e con un grado minore o maggiore di avvicinamento alla realtà, secondo i casi); cosa: s. di muffa; Così sente talor di reo letame L’erba gradita alle frugali mense (Giusti); tra le mani che sentian di lauro E ...
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g, G
(gi, ant. o region. ge ‹ǧé›) s. f. o m. – Settima lettera dell’alfabeto latino, derivata, come la lettera C, dal Γ (gamma) greco. In origine, il segno C rappresentava la consonante occlusiva velare [...] g dolce, per la quale vi sono notevoli varietà di pronuncia da regione a regione, ha, oltre al grado tenue e medio (adagio, angelo), il grado rafforzato, scritto doppio (per es., reggia). La lettera g ha inoltre, nell’ortografia italiana, un valore ...
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potenza
potènza (ant. potènzia) s. f. [dal lat. potentia, der. di potens -entis «potente»]. – 1. In senso generico, l’essere potente, il fatto di potere: così ... la potenza corrispondesse alla buona [...] la p. del vento, delle onde; la p. del mare in tempesta; la p. dell’urto fece ondeggiare la nave. b. Alto grado di sviluppo, vastità, profondità: p. d’ingegno, d’immaginazione; ha scritto pagine di grande p. fantastica; un’opera pittorica di grande p ...
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v, V
(vu, meno com. vi, ant. o region. ve 〈vé〉) s. f. o m. – Ventunesima lettera dell’alfabeto latino. Fino almeno al sec. 16° ha avuto una storia comune con la lettera U, di cui costituiva una variante [...] la consonante labiodentale fricativa sonora, che, come la maggior parte delle altre consonanti, può essere di grado tenue (es. avito, bevi) o di grado rafforzato (es. avvito, bevvi) quando si trova in mezzo a due vocali (come negli esempî citati ...
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tribunale
s. m. [dal lat. tribunal -alis, dapprima tribunale, neutro sostantivato d’un agg. tribunalis «di tribuno, dei tribuni»]. – 1. In origine, e anche oggi in determinate espressioni, il luogo dove [...] che esercita la giurisdizione civile (t. civile, e sezioni civili del t.) e penale (t. penale, e sezioni penali del t.) in primo grado. Organi particolari sono il t. per i minorenni, costituito in ogni sede di corte d’appello o di sezione di corte d ...
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polinomio
polinòmio s. m. [comp. di poli- e -nomio di binomio]. – In matematica, somma di monomî (in senso proprio, solo con riferimento a monomî interi), detti termini del polinomio: binomio, trinomio, [...] complessivo, rispetto a tutte le variabili, di un polinomio (o semplicem. il suo grado), è il maggiore dei gradi dei suoi monomî, gradi valutati anch’essi rispetto al complesso delle variabili. Si ha un p. omogeneo quando tutti i termini hanno lo ...
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In una successione ordinata di termini la cui importanza o, nel caso di grandezze, il cui valore varia progressivamente in ordine crescente o decrescente, il posto di ciascuno dei termini in rapporto agli altri o, più concretamente, il valore...
Comune della prov. di Gorizia (115,1 km2, in gran parte acque interne, con 8663 ab. nel 2008). Sorge su un’isola al margine della laguna a cui dà nome (Laguna di G.) ed è collegata alla terraferma da una strada che, su una striscia di sostegno...