poveretto
poverétto agg. e s. m. (f. -a) [dim. di povero]. – Persona indigente: sono poveretti e non hanno di che vivere; mendicante: fate l’elemosina a quel poveretto. Come poverino (che è la forma [...] al dolore e alle sciagure altrui: la p. non sa ancora niente della morte del figlio; non ha più la ragione, poveretto! Spesso riferito a sé stessi, per autocommiserazione: poveretto me!; poveretti noi!; Sposare, Lei, me brutta e poveretta! (Gozzano). ...
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zio
s. m. [dal gr. ϑεῖος, lat. tardo thius]. – 1. Il fratello del padre o della madre, rispetto ai nipoti (ma anche il marito della zia, cioè lo zio acquisito, così come la zia può essere la moglie dello [...] ; fu allevato dagli zii; Giungeva lo Zio, signore virtuoso, di molto riguardo ... Giungeva la Zia, ben degna consorte, molto dabbene (Gozzano); il conte z., personaggio dei Promessi Sposi. Specificando, davanti al nome: lo z. Luigi, gli z. Rossi; z ...
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arcade
àrcade agg. e s. m. e f. [dal lat. Arcas -ădis, gr. ᾿Αρκάς -άδος]. – 1. Dell’Arcadia (v.); abitante o nativo dell’Arcadia: i pastori a.; arcadico, che ricorda l’Arcadia favoleggiata: Si riposava [...] all’ombra d’uno speco Arcade, sotto un bel cielo pagano (Gozzano). 2. Socio dell’accademia romana dell’Arcadia: poeta, poetessa a.; le adunanze degli Arcadi. 3. Di scrittore o poeta che vive e rappresenta un mondo idillico, fuori della realtà, ...
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ancillare
agg. [dal lat. ancillaris, der. di ancilla «ancella»]. – Di ancella, che si riferisce ad ancelle; usato soprattutto nell’espressione amori ancillari (ricalcata sul fr. amours ancillaires), [...] rapporti amorosi con domestiche e cameriere, in tono scherzoso e iron. (Elogio degli amori a. è il titolo di una poesia di G. Gozzano). ...
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manca
s. f. [per ellissi da mano manca: v. manco1]. – La sinistra, cioè la mano o la parte sinistra: Nella destra chiudevi il mio ritratto, Con la m. premevi il cuore infranto (Gozzano); con il sign. [...] di parte sinistra, lato sinistro, è per lo più preceduto dalle prep. a e da: voltarsi, spostarsi a manca; vede ... Da ritta, da m., guerrier venir (Manzoni); come locuz. avv., a destra e a manca, a dritta ...
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coso
còso s. m. [da cosa]. – Termine di uso familiare col quale si indicano oggetti di cui non si sa o non sovviene lì per lì il nome, o che non si vogliono nominare esplicitamente (anche per motivi [...] , coi piedi dolci (Palazzeschi); il Mondo: quella cosa tutta piena ... di quei «cosi Con due gambe» che fanno tanta pena (Gozzano). ◆ Dim. cosino (v.), cosétto, cosettino; spreg. cosùccio, cosettùccio; accr. cosóne; pegg. cosàccio, cosettàccio. ...
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pessimo
pèssimo agg. [dal lat. pessĭmus, affine a peior «peggiore»]. – Superl. di cattivo, che si alterna nell’uso con la forma regolare cattivissimo, da cui si distingue per avere, in genere, accezione [...] p. cibo; la merce è veramente p.; quest’automobile è in p. stato; I fiori in cornice (le buone cose di p. gusto), ... (Gozzano); parlava un p. italiano, un p. francese; anche riferito a condizioni fisiche o psichiche: hai una p. cera; oggi sono di p ...
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mozzo1
mózzo1 agg. [lat. *mŭtius, prob. affine a mutilare «mutilare»]. – 1. Tronco, mutilo, privato della parte terminale: piramide m.; guanti con le dita mozze; e forse l’ossa Col m. capo gl’insanguina [...] (non però nei tempi composti): ebbe le dita mozze da un ingranaggio; Mi parve udire la tua voce mozza Da gli ultimi singulti nella strozza (Gozzano). 2. ant. Diviso, disgiunto (anche con funzione verbale): guarda che da me tu non sia mozzo (Dante). ...
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stigmatizzare
stigmatiżżare (o stimmatiżżare; ant. stimatiżżare) v. tr. [dal gr. tardo στιγματίζω «imprimere un marchio», der. di στίγμα -ατος (v. stigma1); l’uso fig. è influenzato dal fr. stigmatiser]. [...] – 1. a. non com. Imprimere le stimmate. b. Per estens., letter., marchiare, segnare: un’aurora stigmatizzata di sangue (Gozzano). 2. In senso fig. e con tono enfatico, biasimare con frasi aspre e taglienti, quasi a imprimere un marchio: s. il ...
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immillare
(ant. inmillare) v. tr. [der. (prob. coniato da Dante) di mille, col pref. in-1], letter. – Aumentare a migliaia, moltiplicare indefinitamente: ordine e armonia che facendo riuscire da più [...] Il gran lampadario vetusto che pende a mezzo il salone E immilla nel quarzo le buone cose di pessimo gusto (Gozzano). Nell’intr. pron., moltiplicarsi a migliaia, crescere o ripetersi indefinitamente: [le scintille, cioè gli angeli] eran tante, che ’l ...
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Poeta italiano (Torino 1883 - ivi 1916). Ritenuto il massimo esponente del crepuscolarismo, nelle sue opere riserva lo stesso commosso distacco e lo stesso sguardo ironico alla vacua fede letteraria, per la quale non si può non provare vergogna,...