nazareno
nażarèno (pop. nażżarèno) agg. e s. m. [dal lat. tardo Nazarenus, gr. Ναζαρηνός]. – 1. agg. Di Nàzareth, città della Galilea, nella Palestina settentr.: Gesù n. (e assol., come sost., il N.), [...] Gesù Cristo, che a Nazareth trascorse la sua giovinezza; d’un fabbro nazaren la sposa (Manzoni), la Madonna, moglie di Giuseppe. Come locuz. agg., alla nazarena, al modo di Gesù nazareno: capelli alla n., lunghi e scendenti sulle spalle come si ...
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tonfo
tónfo s. m. [voce onomatopeica]. – Rumore piuttosto cupo, prodotto da un corpo che cade nell’acqua o anche in terra, e meno spesso provocato da colpi battuti (spec. se questi hanno una risonanza [...] la superficie azzurra del lago (Manzoni); un t. ci avvertì che un sacco era caduto giù dal carro; che cosa sono questi t. in cantina?; lasciò cadere la cartella vicino alla scrivania, con un t. sordo (Giuseppe Pontiggia) Talora s’intende anche ...
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essenziale
agg. e s. m. [dal lat. tardo essentialis, der. di essentia «essenza»]. – 1. agg. a. Che costituisce o contiene l’essenza di una cosa; sostanziale, indispensabile (contrapp. a accidentale, [...] senza cappa né mantello, parte allora essenzialissima del vestiario civile (Manzoni); se la letteratura ha un senso, lo ha solo se si confronta con le cose e. che ci riguardano (Giuseppe Pontiggia). In letteratura, poesia e., ridotta alla sua essenza ...
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scuola
scuòla (pop. o poet. scòla) s. f. [lat. schŏla, dal gr. σχολή, che in origine significava (come otium per i Latini) libero e piacevole uso delle proprie forze, soprattutto spirituali, indipendentemente [...] analfabeti. Scuole Pie, scuole fondate nel 1597 da s. Giuseppe Calasanzio per educare e istruire i giovani, e ancor dolore; Noi serbati all’amor, nati alla scola Delle celesti cose (Manzoni). Anche, ma poco com., di fatti o circostanze che sono o ...
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mnemoteca
s. f. Deposito delle memorie. ◆ Vengono così cementati i primi mattoni per costruire una mnemoteca, che sia attiva nel presente di tutti i cittadini pavesi per ricostruire la storia recente [...] di un’intera comunità. (Franco Manzoni, Corriere della sera, 5 dicembre 2001, p. 54) • vicino Cremona, a Isola Dovarese, è nata , in tutto il mondo, delle vere mnemoteche utilissime. (Giuseppe Bonaviri, Corriere della sera, 23 dicembre 2004, p. 37 ...
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pio1
pio1 agg. [dal lat. pius]. – 1. a. Che prova, mostra o rispecchia un profondo sentimento di fede e di devozione religiosa: una p. persona o una persona p.; Te ... Saluta il bronzo che le turbe pie [...] Invita ad onorarte (Manzoni); rivolgersi a Dio con p. preghiere; stare in p. raccoglimento. Nel racconto ne sono l’oggetto. Per le Scuole Pie, fondate da san Giuseppe Calasanzio nel 1597 come scuole popolari e nel 1617 come congregazione religiosa, ...
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niente
niènte (ant. neènte, neiènte, e altre var.) pron. indef., s. m. e avv. [etimo incerto; tra le varie etimologie proposte, cioè lat. ne inde, nec entem, *nec gentem, è ritenuta più accettabile l’ultima, [...] . Guai se ti metti a scrivere pensando il contrario! (Giuseppe Pontiggia); non ha trovato n.; non lo contraddice in n ; son forestiero, e non son n. pratico di questo paese (Manzoni); con la stessa funzione è frequente la locuz. avv. per niente ...
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fabbro
(letter. fabro) s. m. [lat. faber -bri, di etimo incerto]. – 1. Artigiano che lavora il ferro, i ferramenti: fare il f.; l’officina, gli arnesi del f.; farsi fare dal f. un cancello in ferro battuto. [...] ; faber lignarius, ecc.): Tacita un giorno a non so qual pendice Salia d’un fabro nazaren la sposa (Manzoni), cioè Maria, sposa del falegname Giuseppe. b. Artefice: il f. dell’universo, Dio; Il bel fabbro d’Urbino (Foscolo), Raffaello. Più spesso in ...
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faccia
fàccia s. f. [lat. facies «forma, aspetto, faccia», affine a facĕre «fare»] (pl. -ce). – 1. a. Parte della testa dell’uomo, situata inferiormente alla parte anteriore del cranio, costituita da [...] la larga f. quadrata disegnata da un pizzetto sottilissimo (Giuseppe Montesano); lavarsi la f.; guardare qualcuno in f. farla: siam ridotte a far questa f. di chieder ricovero (Manzoni); voltare f. (o fare un voltafaccia), abbandonare un partito, gli ...
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supplichevole
supplichévole agg. [der. di supplicare]. – Supplice, che supplica; letter. riferito a persona: Vuol ch’ella sappia ch’un prigion suo fère [=ferisce] Già inerme, e s. e tremante (T. Tasso); [...] tuoi solenni altari ... Noi T’imploriam! (Manzoni); più com. riferito a parole o gesti che esprimono umile preghiera: si volse a lui in atto s., con parole s.; gli posò la mano sul braccio, con aria s. (Giuseppe Pontigia); rivolgere, lanciare sguardi ...
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Letterato (Venezia 1742 - ivi 1811). Sacerdote, scrisse opere sacre, dissertazioni di politica e stilistica, e predicò la morale nelle Favole, nei poemetti e nei Ritratti critici; fu uno degli ammiratori di Elisabetta Caminer Turra.
CAMINER, Elisabetta
Cesare De Michelis
Nacque a Venezia il 29 luglio 1751 da Domenico, storico e giornalista assai attivo ma di modeste ambizioni, e da Anna Meldini. Dopo aver ricevuto un'educazione sommaria da parte della madre, la C. fu...