festività s. f. [dal lat. festivĭtas -atis "piacevolezza, giovialità"]. - [giorno o periodo di festa solenne, soprattutto religiosa: le f. natalizie] ≈ [→ FESTA (1. a)]. ...
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fiera¹ /'fjɛra/ s. f. [lat. tardo fĕria, propr. "giorno festivo, vacanza"]. - 1. (comm.) a. [grande convegno di venditori e compratori, che si tiene periodicamente in una località: f. del bestiame] ≈ ‖ [...] mercato. b. (estens.) [grande esibizione commerciale: f. del libro, del mobile; f. campionaria] ≈ esposizione, mostra. ‖ salone. 2. (fig.) [grande confusione] ≈ bailamme, baraonda, caos, (fam.) casino, ...
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abbigliamento /ab:iʎa'mento/ s. m. [dal fr. habillement]. - 1. [modo di vestirsi] ≈ foggia, mise, stile. 2. (estens.) [l'insieme degli oggetti con cui ci si veste] ≈ abiti, capi (di abbigliamento), capi [...] di vestito - Abbottonatura, allacciatura, bottoniera, patta; arricciatura, balza, crespatura, lembo, nervatura, orlo (a festone, a giorno, arrotolato), piega, pince o ripresa, risvolto, sbaffo, sbuffo, strascico; asola o occhiello; bavero o colletto ...
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ponzare /pon'tsare/ [lat. ✻punctiare, der. di punctus, part. pass. di pungĕre "pungere"] (io pónzo, ecc.), scherz. - ■ v. intr. (aus. avere) [fare un intenso sforzo mentale per trovare una soluzione, creare [...] qualcosa, ecc.: stare tutto il giorno a p.] ≈ arrovellarsi, lambiccarsi (il cervello), scervellarsi, (fam.) spremersi le meningi (o il cervello). ↓ concentrarsi, meditare, pensare, riflettere. ■ v. tr. [produrre qualcosa con grande sforzo e fatica ...
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scurire [der. di scuro¹] (io scurisco, tu scurisci, ecc.). - ■ v. tr. [fare diventare più scuro: il tempo ha scurito i colori di questo quadro] ≈ brunire, incupire, offuscare. ↑ oscurare, ottenebrare. [...] : comincia a s., bisogna tornare a casa] ≈ fare scuro, (non com.) imbrunare, imbrunire. ‖ annottare. ↔ albeggiare, farsi giorno, rischiarare. ■ scurirsi v. intr. pron. [di tempo, del cielo e sim., divenire scuro] ≈ incupirsi, oscurarsi, rannuvolarsi ...
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abbuiare [der. di buio, col pref. a-¹] (io abbùio, ecc.), non com. - ■ v. tr. 1. [rendere buio un luogo: a. una strada] ≈ oscurare. ↔ illuminare, rischiarare. 2. (fig., non com.) [impedire che qualcosa [...] , rasserenarsi, rianimarsi, riconfortarsi, rincuorarsi, rinfrancarsi, risollevarsi, tranquillizzarsi. ■ v. impers. [farsi notte: Procacciam di salir pria che s'abbui (Dante)] ≈ annottare, fare notte. ↔ (lett.) aggiornare, albeggiare, fare giorno. ...
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finire [lat. fīnīre, der. di finis "limite; cessazione"] (io finisco, tu finisci, ecc.). - ■ v. tr. 1. a. [condurre a termine: f. un lavoro, una frase] ≈ concludere, terminare, ultimare. ↔ avviare, cominciare, [...] : la lezione è finita] ≈ cessare, concludersi, terminare. ▲ Locuz. prep.: sul finire (di) [con senso temporale: sul f. del giorno; la cerimonia era sul f.] ≈ alla fine (di). ↔ sul fare di. b. [di cose materiali, essersi consumato interamente: il pane ...
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chiarezza /kja'rets:a/ s. f. [der. di chiaro]. - 1. a. [qualità di ciò che lascia trapassare la luce: un'acqua di c. cristallina] ≈ (lett.) chiarità, limpidezza, luminosità, nitidezza, nitore, purezza, [...] trasparenza. ↔ opacità, torbidezza. b. [qualità di ciò che emette luce: la c. del giorno, del sole] ≈ lucentezza, luminosità, splendore. ↔ buio, cupezza, oscurità. 2. (fig.) [facilità di comprensione: c. di un discorso] ≈ accessibilità, ...
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alto [lat. altus, propr. part. pass. passivo di alĕre "nutrire, far crescere"]. - ■ agg. 1. a. [che si eleva dal suolo con uno sviluppo verticale notevole: un a. monte; alberi d'a. fusto] ≈ elevato. ‖ [...] di tempo già trascorso per la maggior parte si può usare, oltre ad a. (ad a. notte), avanzato, fatto (è giorno fatto, ormai), fondo (riferito a notte), inoltrato, pieno, profondo (raram. tutti questi agg. sono intercambiabili), ma non si danno ...
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Intervallo di tempo al termine del quale la rotazione della Terra attorno al proprio asse riconduce un determinato punto del cielo a passare per un meridiano qualunque.
Astronomia
Poiché gli astri sono dotati di movimento sensibile sulla vòlta...
giorno
Antonio Lanci
Sostantivo ad alta frequenza, che ricorre in tutte le opere volgari di D., sempre al singolare. Indica per lo più lo " spazio di tempo compreso fra l'alba e il tramonto ", spesso contrapposto a ‛ notte ': Vn III 2 era...