vento
vènto s. m. [lat. vĕntus; le accezioni del sign. 4 dallo spagn. viento]. – 1. a. In meteorologia, movimento di masse d’aria atmosferica che avviene orizzontalmente, da una zona di alta pressione [...] di velocità: veloce come il v.; corse via, fuggì, volò come il v.; sparì portato via dal v. (o sulle ali del v.). In frasi allusive a volubilità, a incostanza: [la donna] sempre è più leggier ch’al v. foglia, E mille volte el dì vuole e disvuole ...
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maestro1
maèstro1 (o maéstro) s. m. [lat. magĭster, der. di magis «più»]. – 1. (f. -a) a. In senso ampio, chi conosce pienamente una qualche disciplina così da possederla e da poterla insegnare agli [...] altri; anche nel male: m. d’errore, di falsità, di corruzione; è un m. nell’arte di mentire, di fingere; e in frasi iron. o sarcastiche: sentiamo questo signor m.!; darsi arie di m.; farla da m., di persona saccente e uggiosa. Cattivo m., espressione ...
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punto2
punto2 s. m. [lat. pŭnctum, lat. tardo pŭnctus, der. di pŭngĕre «pungere»: propr. «puntura, forellino»]. – 1. a. Nel cucito e nel ricamo, l’atto del passare il filo attraverso la stoffa e ripassarlo [...] . o p. fermo (.), che indica la fine di un periodo e rende obbligatoria la maiuscola iniziale per la parola che apre la frase successiva; p. e virgola (;), che indica una pausa del discorso e un distacco logico più forte della virgola, meno forte del ...
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nuovo
nuòvo (letter. o region. nòvo) agg. [lat. nŏvus]. – 1. In genere, di cosa fatta o avvenuta o manifestatasi da poco, spesso in contrapp. diretta a vecchio, antico, e quindi con sign. prossimo a [...] n.; e come partitivo: non ha detto nulla di n.; che c’è di n.?, che novità ci sono?; nulla di n. sotto il sole, frase prov. (v. nihil sub sole novum). In senso più materiale e concr.: commercio del n. e dell’usato. 5. Locuz. particolari: a. Di nuovo ...
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grosso1
gròsso1 agg. [lat. tardo grŏssus]. – 1. In senso relativo, di oggetto che ha una certa grossezza (la quale è precisata da un’espressione numerica, o è genericamente determinata da un avverbio [...] ; vendere, comprare, commerciare in g., a grosse partite, il contr. di a (o al) minuto. b. Di grosso, di molto, in frasi come sbagliare, ingannarsi di g. (anticam. aveva sign. più generico: in gran quantità, in gran numero, e sim.); meno com., a un ...
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scoprire
(ant. o poet. o region. scovrire) v. tr. [comp. di s- (nel sign. 1) e coprire] (coniug. come coprire). – 1. a. Togliere ciò che serve a coprire, a riparare, a nascondere alla vista: s. una pentola; [...] . Tasman scoprì la Tasmania; in senso fig. e in usi iron., s. l’America, l’acqua calda, l’ombrello e sim., frasi con cui s’intende mettere in risalto la banalità e l’ovvietà di osservazioni, considerazioni e proposte presentate come nuove e originali ...
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fortuna
s. f. [lat. fortūna, der. di fors fortis «caso, sorte»]. – 1. Propriam., nome di un’antica divinità romana, personificazione della forza che guida e avvicenda i destini degli uomini, ai quali [...] un’idea che ha avuto f.; è un tipo di tessuto che ha avuto molta fortuna; con altro senso, avere, non avere la f. di ..., frasi con cui si dichiara sé stessi o altri fortunati per qualche cosa che costituisce un bene: ha la f. di avere ancora vivi i ...
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desiderare
(ant. disiderare) v. tr. [dal lat. desiderare, foggiato su considerare; propr. «sentir la mancanza di»] (io desìdero, ecc.). – 1. Provare desiderio di qualche cosa; volere fortemente quanto [...] o piacere: d. una buona bistecca, un bicchiere di vino; desidero parlarti; desidero restare solo (in questa, e in altre frasi, può essere anche espressione attenuata di una volontà, di un ordine, che diventa più decisa con la prep. di: desidero di ...
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meravigliare
(tosc. o letter. maravigliare) v. intr. e tr. [der. di meraviglia, maraviglia] (io meravìglio o maravìglio, ecc.). – 1. intr. pron. a. Provare meraviglia, essere preso da meraviglia, per [...] vostra impudenza; mi meraviglio di te, di voi; mi meraviglio che tu possa pensare questo di me; con la negazione, nella frase non me ne meraviglio, esprime disinteresse misto a un certo disprezzo: ha parlato male di me? non me ne meraviglio. Anche ...
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lesina
léṡina s. f. [dal gotico alisna]. – 1. Arnese del calzolaio, costituito di un grosso ago ricurvo e assai appuntito, sostenuto da un corto manico, con cui si fora il cuoio per poterlo cucire. Quindi, [...] aveva come simbolo una lesina, per l’abitudine, tra le altre spilorcerie, di ripararsi le scarpe da sé; di qui le frasi appartenere alla l., essere della compagnia della l., essere taccagno, lesinare. 3. Becco a l., o anche semplicem. lesina, nomi ...
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L’idea di subordinazione rimanda a una struttura di frase complessa, nella quale uno o più costituenti sono a loro volta frasi, formate da un predicato (tipicamente, un verbo; ➔ predicato, tipi di) saturato dai suoi ➔ argomenti. La frase complessa...
La frase parentetica è un particolare tipo di frase incidentale (➔ incidentali, frasi), apparentemente coordinata o subordinata alla frase di cui è inserto (detta frase ospite), ma che, in realtà, non partecipa alla configurazione logico-sintattica...