suggello
suggèllo s. m. [lat. sigĭllum: v. sigillo]. – Forma dapprima pop. poi letter. per sigillo: sì come cera da suggello, Che la figura impressa non trasmuta, Segnato è or da voi lo mio cervello [...] , parola o azione che conferma in modo definitivo: E questo sia suggel ch’ogn’omo sganni (Dante). Nel senso fig. di conferma, è viva e d’uso esclusivo in alcune frasi come si dettero una forte stretta di mano a suggello della rinnovata amicizia. ...
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rammollimento
rammolliménto s. m. [der. di rammollire]. – 1. L’operazione del rammollire; l’azione e l’effetto di rammollirsi, e la condizione di ciò che si è rammollito: il r. della cera, della pece; [...] convenzionale di fluidità. 2. In medicina, sinon. di malacia; r. cerebrale, lo stesso che encefalomalacia (ma l’espressione è frequente nel linguaggio com. per indicare, in frasi scherz. o d’ingiuria, uno stato di rimbambimento, di rimbecillimento). ...
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comandare
v. tr. [lat. *commandare, comp. di con- e mandare «affidare, raccomandare, comandare» (cfr. lat. class. commendare «affidare, raccomandare»)]. – 1. Ordinare, imporre di fare una cosa; usato [...] ordinata è usato spec. nel linguaggio milit., nel senso di dare i comandi: c. l’attenti; c. il riposo ai soldati; in altre frasi ha per lo più una costruzione ellittica: che cosa mi comanda? (sottint.: di fare), detto da chi aspetta un ordine; c. il ...
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ciarla
s. f. [der. di ciarlare]. – 1. Notizia falsa, diceria messa in giro con o senza intenzione maligna: c’è una c. in giro; spargere una c.; c’era la c. che stesse per fallire; nel plur., più genericam., [...] ciarle, lei ci metterebbe in sacco (Manzoni). Anche senza senso spregiativo: faremo quattro c. insieme. 2. Parlantina; si usa in frasi come aver molta c., avere una gran c., essere molto loquace, essere abile nel darla a intendere o nell’imbrogliare. ...
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talamo
tàlamo s. m. [dal lat. thalămus, gr. ϑάλαμος]. – 1. Termine che in riferimento alla Grecia antica designa, in età omerica, varî ambienti della casa signorile: la sala ove la padrona si intrattiene, [...] . ha in genere quest’ultimo sign. o quello di letto nuziale, divenendo spesso simbolo delle nozze, dello stato matrimoniale, spec. in frasi fig. come condurre al t., sposare (riferito all’uomo che sposa la donna); macchiare, contaminare il t., o il t ...
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piaga
s. f. [lat. plaga, propr. «percossa» e fig. «piaga, ferita», dal gr. πλαγά, forma dorica di πληγή «colpo, percossa»]. – 1. a. Ferita, lesione, lacerazione che, prodotta da un trauma di varia natura [...] , anche il semplice piaga: quell’uomo è stato una vera p. per la nazione, è una p. per tutti noi; e in frasi o in esclamazioni di impazienza verso chi si mostra particolarmente fastidioso, o noioso, lamentoso: sei una p.!; che piaga! (o che piaga ...
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ubiquita
ubiquità s. f. [dal lat. mediev. ubiquitas -atis (der. del lat. ubīque «in ogni luogo»), sull’esempio del fr. ubiquité e dell’ingl. ubiquity]. – 1. a. L’essere contemporaneamente in ogni luogo, [...] dono dell’ubiquità. b. estens. La facoltà di essere fisicamente presenti nello stesso momento in due o più luoghi; per lo più in frasi iperb. o negative: quell’uomo è presente dappertutto, come se avesse il dono dell’u.; fam., non ho il dono dell’u ...
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rifiatare
v. intr. [comp. di ri- e fiatare] (aus. avere). – 1. a. raro. Emettere il fiato, respirare: quasi rifiatar più non potea (Caro); e di chi è morto (ma in tono spreg.): non rifiata più. b. estens. [...] al r. della pianura immensa (Bacchelli). 2. Mettere fuori il fiato per parlare; pronunciare una parola, delle parole. È com. soprattutto in frasi negative: ascoltò (o obbedì) senza r.; gliene ha dette di tutti i colori, e lui non ha rifiatato; o di ...
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interpunzione
interpunzióne s. f. [dal lat. interpunctio -onis; v. interpungere]. – 1. L’operazione, il modo, il sistema di separare (sinon. punteggiatura), in un testo scritto, i periodi, i membri di [...] curare, trascurare l’i.; studente inesperto nell’i.; scrittore che ha un’i. personale; l’i. nelle epigrafi, nei codici. 2. Per analogia, nella musica, il modo, il sistema e il complesso dei segni con cui si distinguono le frasi e si segnano le pause. ...
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doccia
dóccia s. f. [der. di doccio] (pl. -ce). – 1. a. Canaletto che convoglia le acque piovane raccolte da un tetto (sinon. di grondaia). b. Canale inclinato per la discesa rapida delle acque che mettono [...] , con cambiamento graduale di temperatura (in usi fig., arrivo o comunicazione di notizie contrastanti, ora buone ora cattive, in frasi come: le notizie arrivavano come una d. scozzese; sottoporre a una d. scozzese, e sim.); d. a pioggia, quella ...
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L’idea di subordinazione rimanda a una struttura di frase complessa, nella quale uno o più costituenti sono a loro volta frasi, formate da un predicato (tipicamente, un verbo; ➔ predicato, tipi di) saturato dai suoi ➔ argomenti. La frase complessa...
La frase parentetica è un particolare tipo di frase incidentale (➔ incidentali, frasi), apparentemente coordinata o subordinata alla frase di cui è inserto (detta frase ospite), ma che, in realtà, non partecipa alla configurazione logico-sintattica...