parlare2
parlare2 v. intr. [lat. mediev. parabolare, *paraulare, der. di parabŏla (v. parola)] (aus. avere). – 1. a. Pronunciare suoni articolati, dire delle parole: il bambino comincia già a p., ha [...] vivo ten vai così parlando onesto (Dante); p. franco, schietto; parliamoci chiaro!, senza ambiguità o reticenze, dicendo non se ne fa nulla, è prematuro discuterne; non parliamone più; facciamo la pace e non se ne parli più, e dimentichiamo ciò che è ...
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prendere
prèndere v. tr. [lat. prehĕndĕre e prĕndĕre] (pass. rem. io prési [ant. prendéi, prendètti], tu prendésti, ecc.; part. pass. préso [ant. priso]). – 1. Afferrare cosa o persona con le mani o [...] o più persone come compagni, collaboratori, dipendenti, ecc.: se faccio questo viaggio prendo con me mio figlio; prese cento cavalieri e (Poliziano); tu prenderai cuore di favellarle molto più franco (Leopardi). P. piacere, diletto, di qualche cosa ...
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punto2
punto2 s. m. [lat. pŭnctum, lat. tardo pŭnctus, der. di pŭngĕre «pungere»: propr. «puntura, forellino»]. – 1. a. Nel cucito e nel ricamo, l’atto del passare il filo attraverso la stoffa e ripassarlo [...] ricamo semplicissimo, così detto dal nome della regina di Francia (1519-1589), appassionata cultrice e divulgatrice dell’arte del chi fa l’ultima mano segna un p.; con una mano sola faccio due p.; vince la partita chi arriva a segnare 21 punti; dare ...
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bisogno
biṡógno s. m. [lat. mediev. bisonium, di origine germanica, prob. dal franco *bisunnia «cura»]. – 1. Con valore generico, indica mancanza di qualche cosa: b. urgente, vivo, prepotente, sfrenato, [...] b. di nulla?; avrei b. di un favore da te; grazie, non ho b. d’altro. Con la negazione, sostituisce spesso espressioni più brusche: faccio da me solo, non ho b. di voi; non ho b. dei suoi consigli; e per indicare che una persona è capace di fare da ...
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carta
s. f. [lat. charta (dal gr. χάρτης), che indicava dapprima il foglio di papiro, charta papyri, usato per scrivere, poi la pergamena, charta pergamena, e infine, dal medioevo, il tipo di carta moderna]. [...] o da involto e le c. da imballo, le c. da parati o c. di Francia, la c. igienica, e infine le c. speciali, come le c. per valori, la una dichiarazione, un impegno scritto, ecc.): ma che me ne faccio io di un pezzo di c.?; hai studiato tanti anni per ...
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ardito
agg. e s. m. [der. di ardire1, o più prob. dal fr. ant. hardi, che ha la stessa origine dell’ital. ardire1]. – 1. agg. a. Riferito a persona, che ha ardire, come qualità e comportamento abituale, [...] o ostenta fierezza, baldanza: si avanzò a.; procedeva a. e franco; guarda com’è a. quel ragazzo. Locuzioni: farsi a., prender .: mi son fatto a. di rivolgermi a Lei ...; scusi se mi faccio a. di chiederle ...; fare l’a., ostentare una sicurezza di sé ...
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Musicista italiano (Verona 1840 - Monza 1891). Studiò al conservatorio di Milano. Tra le sue opere più notevoli si ricordano I profughi fiamminghi (1863) e Amleto (1865), due cantate patriottiche (in collaborazione con A. Boito), pezzi sinfonici,...
Poeta e musicista, nato a Padova il 24 febbraio 1842, morto a Milano il 10 giugno 1918. La madre di lui, contessa Giuseppina Radolinska, polacca, fu abbandonata dal marito cav. Silvestro, miniatore bellunese, con due figlioli grandicelli, A....