z, Z
(żèta) s. f. o m. – Venticinquesima e ultima lettera dell’alfabeto latino, derivata dalla zeta dell’alfabeto greco, che nella forma maiuscola ha lo stesso segno Z (svoltosi da quello originario [...] A differenza però di quelle, la distinzione tra due z vale per tutte le posizioni in cui si possono trovare i due fonemi; ha una base geografica più estesa, in quanto è conosciuta da quasi tutti gli usi dialettali e regionali italiani; infine, sempre ...
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h, H
(acca) s. f. o m. – Ottava lettera dell’alfabeto latino, nel quale indicava, come già originariamente in greco (dove in seguito venne sostituita dallo spirito aspro ῾), la fricativa laringale. L’aspirazione [...] ‹kħ, h’› e il trigramma sch ‹š›, e via dicendo. Per quanto riguarda più particolarmente l’italiano, questo non possiede un fonema h, come non lo possiedono le altre lingue romanze; non ha rilievo il fatto che un suono h ricorra in alcune interiezioni ...
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paracappacismo
s. m. [comp. di para-2 e cappacismo]. – In foniatria, la sostituzione del fonema ‹k› con il fonema ‹t› (per es., tanto per canto), da parte di chi è affetto dal disturbo del cappacismo. ...
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riduzione
riduzióne (ant. reduzióne) s. f. [dal lat. reductio -onis «il ricondurre», der. di reducĕre: v. ridurre]. – 1. L’azione, l’operazione di ricondurre, di ricollocare o far tornare al luogo o [...] passaggio dalla quantità lunga alla quantità breve (nel qual caso si chiama anche r. quantitativa) o nella scomparsa totale del fonema (v. apofonia e apofonico). f. In matematica, in generale, operazione, o complesso di operazioni, che conduce a una ...
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eterorganico
eterorgànico agg. [comp. di etero- e organo] (pl. m. -ci). – In fonetica, di fonema, o parte di esso, che si articola con un organo dell’apparato di fonazione diverso rispetto a quello con [...] cui si articola un fonema considerato (per es., la p, bilabiale, è eterorganica rispetto alla t, dentale; è invece omorganica rispetto alla b, anch’essa bilabiale). ...
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combinatorio
combinatòrio agg. [der. di combinare]. – Fondato sulla combinazione, risultante dalla combinazione dei varî elementi. In partic.: 1. In filologia, metodo c., metodo che consiste nell’accertare [...] la possibilità che le unità linguistiche hanno di associarsi tra loro per dar luogo a unità di livello superiore (combinazione di fonemi per dar luogo a morfemi, di morfemi per dar luogo a lessemi, ecc.); variante c., la modificazione fonetica che un ...
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trascrizione
trascrizióne s. f. [dal lat. transcriptio -onis, der. di transcribĕre «trascrivere», part. pass. transcriptus]. – 1. L’azione e l’operazione di trascrivere, il fatto di venire trascritto, [...] di compravendita di un terreno, di un contratto di cessione dei diritti d’autore. 3. In linguistica: a. Rappresentazione grafica dei fonemi di un contesto, di una lingua o di un dialetto, in un sistema di scrittura diverso o comunque non usuale per ...
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complementare
agg. [der. di complemento, sull’esempio del fr. complémentaire]. – 1. a. Che serve di complemento, cioè di completamento, di integrazione: disposizioni c. di una legge; corsi c. di lingue [...] fonologia, distribuzione c., quella di due o più tipi fonici «allofoni» che non si possono mai trovare nella stessa sede, dinanzi agli stessi fonemi; tali sono, per es., in italiano, n velare e n dentale che compaiono il primo sempre e solo dinanzi a ...
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paragammacismo
s. m. [comp. di para-2 e gammacismo]. – In foniatria, la sostituzione del fonema ‹ġ› con il fonema ‹d› (per es., lado per lago), da parte di chi è affetto dal disturbo del gammacismo. ...
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funzione
funzióne s. f. [dal lat. functio -onis, der. di fungi «adempiere»]. – 1. Attività svolta abitualmente o temporaneamente in vista di un determinato fine, per lo più considerata nel complesso [...] tra f. significativa, quella che svolge l’elemento significante della parola in seno alla frase, e f. distintiva, quella svolta dal fonema o da altro elemento fonico in seno alla parola (per es., è distintiva la funzione dell’accento in pero e però ...
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In linguistica, unità minima non ulteriormente analizzabile del significante. Il termine si è affermato con J. Baudouin de Courtenay e F. de Saussure. Dopo N.S. Trubeckoj, in opposizione a suono, denota un segmento fonico-acustico non suscettibile...
In linguistica, fonema intermedio tra due o più fonemi, risultante dalla neutralizzazione di un’opposizione fonologica (per es., e in sillaba atona, in quanto frutto della neutralizzazione di é ed è).