pertinente
pertinènte (ant. pertenènte) agg. [dal lat. pertĭnens -entis, part. pres. di pertinere «appartenere, riguardare», comp. di per-1 e tenere «tenere»]. – Propr., che appartiene a qualcuno o a [...] che, in una determinata lingua, ha abitualmente valore distintivo nella realizzazione di un fonema: per es., la vibrazione è un tratto pertinente, in italiano, nella realizzazione dei fonemi ‹l› e ‹r›, mentre non lo è in giapponese; la velarità della ...
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a1
a1, A s. f. o m. – Prima lettera dell’alfabeto latino e di quasi tutti gli altri alfabeti, derivata, come la maggior parte delle altre lettere, dall’alfabeto fenicio, attraverso quello greco; il suo [...] ebraico ’ alep e quello arabo alif. Con riguardo alla fonetica, nella grafia italiana la lettera a rappresenta un fonema vocalico, caratterizzato dall’articolazione centrale (intermedia, cioè, tra l’articolazione arretrata delle vocali velari ò, ó, u ...
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iperbibasmo
s. m. [dal gr. ὑπερβιβασμός, der. di ὑπερβιβάζω «trasportare al di là», comp. di ὑπέρ «sopra, oltre» e βιβάζω «portare»]. – Nella grammatica greca, trasposizione di accento, di fonema, di [...] sillaba, ecc.: per es. ἔγωγε di fronte a ἐγώ; κραδία accanto a καρδία ...
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epitesi
epìteṡi s. f. [dal lat. tardo epithĕsis, gr. ἐπίϑεσις «sovrapposizione, aggiunta», dal tema di ἐπιτίϑημι «porre sopra o accanto»]. – In linguistica, aggiunta di qualche fonema alla fine di una [...] parola (è detta anche paragoge); per es., in greco, il ν efelcistico nelle forme verbali e nominali in -σι: λύουσι(ν), πόλεσι(ν); in italiano antico, -e nelle forme ossitone: fae, faroe, ameroe, piue, ...
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gammacismo
s. m. [der. di gamma1, sul modello di lambdacismo]. – Difetto di pronuncia consistente nella difficoltà di articolare correttamente la consonante velare ġ, che viene per lo più sostituita [...] con il fonema d; è, come il cappacismo, un difetto frequente nei bambini fino ai 4-5 anni d’età. ...
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stilema
stilèma s. m. [der. di stile, sul modello di fonema, morfema, ecc.] (pl. -i). – In stilistica, tratto, elemento di stile che caratterizza uno scrittore, o anche una scuola o un’epoca letteraria: [...] uno s. (grammaticale, lessicale, ecc.) del Petrarca; gli s. linguistici e tonali di Montale. Per estens., riferito a musicisti e artisti e a opere musicali e artistiche: gli s. di Mozart, di Cézanne, o ...
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parola
paròla s. f. [lat. tardo parabŏla (v. parabola1), lat. pop. *paraula; l’evoluzione di sign. da «parabola» a «discorso, parola» si ha già nella Vulgata, in quanto le parabole di Gesù sono le parole [...] , nell’accezione più com., la minima unità isolabile all’interno della frase e del discorso, formata da uno o più fonemi, e dotata, quanto al significato, di un senso fondamentale (cioè di una sfera semantica in cui essa, isolata, vive nella ...
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grafema
grafèma s. m. [der. del gr. γράϕω «scrivere», sul modello di fonema] (pl. -i). – Nella terminologia linguistica, la minima unità grafica di un sistema alfabetico o sillabico o ideografico, ecc., [...] cioè un segno che in un determinato sistema grafico si distingue da tutti gli altri segni del sistema, e pertanto è in grado di far distinguere sul piano grafico una parola da altre ...
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varieta1
varietà1 s. f. [dal lat. variĕtas -atis, der. di varius «vario»]. – 1. a. La qualità di ciò che è vario, sia di più cose che sono diverse tra loro, sia di una cosa singola, in quanto sia diversa [...] . Non com. come sinon. di variante. In partic., v. di posizione, lo stesso che variante di posizione, di un fonema o altro elemento del sistema linguistico. d. In filatelia, francobollo che presenta difformità dal tipo predisposto per il colore, la ...
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abbreviamento
abbreviaménto s. m. [der. di abbreviare]. – 1. Azione ed effetto dell’abbreviare, dell’abbreviarsi: a. dei termini di consegna; a. d’un cammino; a. d’una pratica, ecc. 2. Con sign. specifici: [...] in fonetica, riduzione della durata di un’articolazione vocalica; in fonematica e nella metrica quantitativa, sostituzione di un fonema lungo col breve corrispondente. Per l’a. attico, v. correptio. ...
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In linguistica, unità minima non ulteriormente analizzabile del significante. Il termine si è affermato con J. Baudouin de Courtenay e F. de Saussure. Dopo N.S. Trubeckoj, in opposizione a suono, denota un segmento fonico-acustico non suscettibile...
In linguistica, fonema intermedio tra due o più fonemi, risultante dalla neutralizzazione di un’opposizione fonologica (per es., e in sillaba atona, in quanto frutto della neutralizzazione di é ed è).