categorico
categòrico agg. [dal lat. tardo categorĭcus, gr. κατηγορικός] (pl. m. -ci). – 1. Di categoria, relativo a categorie nel sign. filosofico; il termine, che in Aristotele significava semplicem. [...] «affermativo», ha assunto nella filosofia moderna, soprattutto in Kant, il significato di «non limitato da condizioni», riferito sia a proposizioni contenenti un’asserzione (giudizio c.), sia, per analogia, a una morale assoluta, non subordinata cioè ...
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indirizzo
(ant. indrizzo) s. m. [der. di indirizzare]. – 1. Movimento in una direzione o verso una meta prefissata: attraverso la foresta andò trasognato e senza indirizzo (Palazzeschi). Più spesso in [...] , a un orientamento negli studî, alla vita spirituale, al comportamento morale: seguire un sicuro i., o un i. sbagliato; dare un anche, tendenza predominante: i varî i. della filosofia moderna. Con riferimento alla vita politica, orientamento di ...
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senso comune
sènso comune locuz. usata come s. m. [dal lat. sensus communis]. – 1. Espressione filosofica, che traduce il greco di Aristotele κοινὴ αἴσϑησις «sensazione comune», con cui si designa l’atto [...] perciò di sensorio comune: v. sensorio e cenestesi). 2. Filosofia (o scuola) del senso comune, la dottrina elaborata dalla Scuola conoscenza (in partic., la nozione della realtà esterna), della morale (per es. il principio della libertà dell’agire) ...
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sensualismo
s. m. [der. di sensuale]. – 1. In filosofia: a. La dottrina morale che edonisticamente considera il piacere dei sensi come il fine massimo di ogni azione. b. In senso meno proprio, si usa [...] (sul modello del fr. sensualisme) come equivalente di sensismo. 2. Nella letteratura e nell’arte, tendenza a esprimere e rilevare gli aspetti sensuali di ciò che si rappresenta: il s. dannunziano ...
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positivismo
poṡitivismo s. m. [dal fr. positivisme, der. di positif «positivo»]. – 1. Complesso orientamento filosofico, sorto in Francia nella prima metà del 19° secolo e poi diffusosi in tutta Europa [...] ), e comunque priva di specifici rapporti con il positivismo filosofico e con il positivismo logico, che, in opposizione al rescinde ogni rapporto di principio del diritto con la morale, identificandolo piuttosto con le norme poste dalla volontà ...
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tesi
tèṡi s. f. [dal lat. thesis, gr. ϑέσις (propr. «posizione, cosa che viene posta»), der. del tema di τίϑημι «porre, collocare»]. – 1. a. Proposizione di argomento filosofico, teologico, scientifico, [...] critica letteraria, opere nelle quali l’autore si propone programmaticamente la dimostrazione di una tesi morale, sociale, politica, ecc. b. In filosofia, affermazione e posizione teorica che si contrappone a un’altra, l’antitesi, in un’antinomia ...
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postulato1
postulato1 s. m. [dal lat. postulatum «ciò che è richiesto; richiesta», der. di postulare «postulare»]. – Proposizione che, senza essere evidente né dimostrata, si assume – o si richiede all’interlocutore [...] sistema di riferimento (v. relatività, n. 2). Nella filosofia di Kant e, in partic., nell’esame delle condizioni trascendentali teoretiche indimostrabili che sono presupposti necessarî della legge morale (ossia l’esistenza di Dio, il libero ...
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massimizzare
massimiżżare v. tr. [der. di massimo], non com. – Rendere massimo, portare al limite massimo; spec. in espressioni di linguaggi specifici: m. la capacità produttiva, m. un beneficio a parità [...] di spese, in economia; m. una funzione, in matematica (v. massimare2). In filosofia, m. la felicità, principio della morale utilitaria del filosofo e giurista inglese I. Bentham (1748-1832), secondo il quale ogni uomo, e segnatamente il legislatore, ...
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parlare2
parlare2 v. intr. [lat. mediev. parabolare, *paraulare, der. di parabŏla (v. parola)] (aus. avere). – 1. a. Pronunciare suoni articolati, dire delle parole: il bambino comincia già a p., ha [...] nulla di ciò che so perché mi è stato vietato o per ragioni di natura morale, di opportunità e sim.); il ferito ha ripreso i sensi, ma non è ancora rievocare e sim.: p. di letteratura, d’arte, di filosofia, di meccanica, di sport, di cinema; p. d’ ...
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lume
s. m. [lat. lūmen (-mĭnis), affine a lūx «luce»]. – 1. a. In genere, sorgente luminosa, apparecchio o mezzo, anche molto semplice, per produrre luce artificiale e illuminare: Facesti come quei che [...] scienza ed esperienza nel retto intendimento intellettuale o morale; analogam., avere, ricevere, prendere lume da malizia, E libero voler (Dante). L. naturale, nella filosofia scolastica (lat. lumen naturale), la naturale capacità della ragione ...
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Filosofo inglese (Greenoc, Scozia, 1835 - Oxford 1908). Insegnò filosofia morale all'università di Glas gow (1866-1893) e fu successivamente (1893-1906) master del Balliol College di Oxford. La sua attività di scrittore, dedicata soprattutto...